Riccione | Edilizia, ampliamenti in vista per hotel e appartamenti turistici
Nuovi incentivi agli interventi sull’esistente per ridurre il consumo del suolo, spinta alla riqualificazione energetica e alla rigenerazione urbana, cambi di destinazione sui principali assi commerciali, inserimento di nuove norme per le strutture alberghiere relative alla residenza temporanea turistica, introduzione di un mix di attività con varie combinazioni di usi nelle zone artigianali. Sono queste le linee principali della variante al Regolamento urbano edilizio del Comune di Riccione, illustrate ieri sera alle associazioni di categoria e ai comitati cittadini dall’amministrazione e i progettisti del settore urbanistica nella sala del consiglio comunale.
I rappresentanti delle associazioni e dei comitati hanno soffermato l’attenzione su due punti: la riqualificazione degli hotel e la possibilità di cambio destinazione d’uso per i capannoni artigianali.
Per quanto riguarda il primo punto la variante al Rue prevede un aumento di superficie del 20% nei casi di profonda riqualificazione come la possibilità di realizzare appartamenti turistici di superficie compresa tra i 15 e i 45 metri quadri. “Si tratta di dare benzina al mercato - hanno sottolineato gli amministratori – nell’ottica di una normativa nazionale nella quale lo Stato ha inserito i condohotel tra le nuove tipologie alberghiere. Questa vuole essere un’opportunità per ampliare la possibilità di fare impresa rivolta a tutti coloro che hanno idee imprenditoriali e investimenti da mettere in campo”.
Opportunità valida anche per i 170 hotel a una o due stelle presenti sul territorio comunale. “Alcuni di questi hanno chiuso definitivamente i battenti, altri sono in procinto di uscire dal mercato”, ammettono dal Comune, da qui l’impulso alla riqualificazione con il bonus del 20% nonché alla traslazione della loro capacità in zone maggiormente attraenti dal punto di vista turistico.
A proposito del cambio di destinazione d’uso pari al 50% della superficie utile previsto nei capannoni artigianali, alcune delle associazioni presenti all’incontro, “hanno chiesto maggiori chiarimenti sulla possibilità, inserita nella variante al Rue, di introdurre nuove attività commerciali nella zona artigianale dove oggi insistono locali vuoti e inutilizzati. Fugato ogni dubbio dall’amministrazione circa l’intenzione di agevolare insediamenti di centri commerciali di quartiere, l’introduzione di usi non artigianali e produttivi va nella direzione di rispondere a due esigenze precise. La persistente difficoltà nel collocare sul mercato immobiliare capannoni da tempo in attesa di essere utilizzati, e quindi da immettere sul mercato, e le crescenti richieste e proposte, avanzate soprattutto dai giovani, di usufruire in maniera creativa dei locali collocati nella zona artigianale”.