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12 02 2016 | Rimini | Elettrodotto, il 24 febbraio l’udienza

Venerdì, 12 Febbraio 2016

1Rimini | Elettrodotto, il 24 febbraio l’udienza

 

E’ stata fissata per il prossimo 24 febbraio l’udienza sulla realizzazione dell’elettrodotto Forlì-Fano. Il giudice ha anche sciolto le riserve accettando la richiesta dei cittadini e degli enti di integrare la perizia del consulente tecnico d'ufficio, giudicata insufficiente, con una ulteriore relazione del consulente tecnico di parte. Il Comune di Rimini sarà parte civile insieme ai cittadini che hanno promosso la causa legata a una vicenda che si protrae ormai da oltre 25 anni.


La faccenda, raccontano da palazzo Garampi, inizia nel 1990, anno in cui Enel avviò la costruzione di una linea elettrica aerea sui territori dei comuni di Rimini, Santarcangelo, Coriano, San Giovanni in Marignano e Misano: numerosi tralicci in ferro molto più grandi degli altri esistenti, in alcuni punti anche molto vicino ad abitazioni e terreni coltivati, che sarebbero poi diventati l’elettrodotto Forlì-Fano a 380mila volt. Nacque subito un comitato spontaneo di cittadini, determinato ad approfondire il problema dell’impatto ambientale e della regolarità amministrativa del progetto. Da un’indagine tecnica e medica commissionata dal circondario di Rimini emersero alcuni aspetti critici: ad esempio, risultò che la progettazione dell’elettrodotto era stata effettuata su carte topografiche datate, risalenti al 1948, nelle quali non erano rappresentate le abitazioni esistenti costruite nel dopoguerra.


Nonostante le attività intraprese dal comitato e dal circondario, nel 1992 l’elettrodotto venne ultimato. Nel marzo 1993 i cittadini residenti nei Comuni interessati avviarono un’azione penale presentando numerosi certificati medici nel tentativo di dimostrare la correlazione tra l’esposizione ai campi elettromagnetici e i rischi per la salute. L’azione penale, che vide il Comune di Rimini costituirsi subito parte civile, portò nel 1999 ad una sentenza di condanna per lesioni colpose gravi, con il riconoscimento del diritto delle parti lese al risarcimento del danno e al ripristino della situazione precedente all’attivazione dell’elettrodotto. Enel e tecnici impugnarono la sentenza di primo grado davanti alla Corte d’appello di Bologna, che nel 2004 non solo confermò in toto la sussistenza del fatto, ma soprattutto evidenziò in maniera esplicita la sussistenza di uno specifico nesso di causalità tra le immissioni elettromagnetiche e le patologie sofferte dalle parti lese. Enel e tecnici impugnarono anche la sentenza di secondo e nel 2008 anche la Corte di cassazione confermò la sentenza, rimettendo però a separato giudizio la quantificazione e l’individuazione del danno.


Si è reso necessario un ulteriore giudizio, in sede civile, per ottenere il risarcimento dei danni patiti dai residenti o dai proprietari interessati, nonché la definizione della soluzione concreta al problema, quindi gli interventi sulla linea dell’elettrodotto. I cittadini quindi, nell’ottobre 2010, hanno citato al tribunale di Rimini, la società Terna Spa (nelle more subentrata a Enel Spa nella proprietà delle reti) ed Enel Spa. Dal 2008 le amministrazioni locali, con il coordinamento della Provincia, si sono strette intorno ai cittadini interessati ed al comitato che da anni li riunisce e rappresenta. I consigli comunali, compreso quello di Rimini, tra dicembre 2010 e gennaio 2011 hanno votato un ordine del giorno, grazie al quale oggi le amministrazioni sono parti in causa nel procedimento civile davanti al tribunale, garantendo così anche ai cittadini non presenti nelle cause precedenti di vedere tutelati i loro diritti e le loro prerogative.


Nella causa attualmente in corso, si torna a chiedere di difendere un diritto irrinunciabile e imprescindibile, sancito dalla costituzione, com’è quello alla salute.

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