Rimini | Bilancio Am, l’ira di Tosi
Con il voto favorevole della Provincia di Rimini, dei Comuni di Rimini, Verrucchio, Santarcangelo di Romagna, Cattolica, Misano Adriatico, Morciano e Poggio Torriana, Am è stata “costretta”, la notizia arriva dal sindaco di Riccione Renata Tosi (che non l’ha gradita) a rinnovare per il 2016 il servizio trasporto pubbico locale per dell bacino della provincia di Rimini a Start Romagna a un costo del corrispettivo tariffario di 3,96 euro per chilometro. Bocciata la la proposta avanzata a Start Romagna dal consiglio di amministrazione di Agenzia mobilità che lo voleva rinnovare a 3,60 euro a chilometro, “valore quest’ultimo tra l’altro già nettamente superiore alle compensazioni contrattuali che Start Romagna ha siglato negli altri contratti di servizio che ha in essere per i bacini di Ravenna e di Forli-Cesena”, spiega Tosi. “Un extra-bonus che, conti alla mano, costerà ai cittadini della provincia di Rimini un aggravio di oltre 2 milioni di euro in più nel 2016”.
A fine di gennaio il cda di Am “aveva adottato un atto d’obbligo per la proroga del contratto di servizio Tpl con il quale imponeva a Start Romagna una compensazione di 3,60 euro per chilometro. Imposizione alla quale il presidente della Provincia (il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, ndr) si era fermamente opposto, perché la riduzione avrebbe creato un buco di circa 3 milioni di euro nel bilancio di Start Romagna, già particolarmente esposta finanziariamente nei confronti di Am nella realizzazione del Trc”.
Su richiesta del presidente Gnassi “era stata coinvolta addirittura la Prefettura, perché convocasse una riunione tra le parti, per scoraggiare Am a proseguire nel suo intento di obbligare Start Romagna ad accettare il nuovo costo ridotto del corrispettivo tariffario che il cda aveva ritenuto congruo, frutto di una valutazione prudenziale ed in linea con i parametri di stima utilizzati dalla tecnica trasportistica”.
Rispetto ai fatti di ieri, Tosi parla di “ennesimo atto di sudditanza dei piccoli Comuni della Provincia di Rimini al diktat del presidente della Provincia, che agli interessi dei cittadini ancora una volta sovrappone la necessità di dare maggiori risorse e sempre più disponibilità finanziarie ai carrozzoni che alimentano il sistema di potere del Pd nel nostro territorio”.
Nonostante il cda di Am “abbia ampiamente argomentato la necessità e l’obbligo di una riduzione del costo del servizio, nulla è valso a dare un senso di responsabilità di fronte all’esigenza di proteggere i traballanti e ariosi bilanci di una società che, ricordo è dal 2013 che non presenta una rendicontazione dettagliata sugli indici di redditività degli introiti della entrate da biglietterie, e delle 60mila multe sanzionate nell’ultimo anno”.