Rimini 1912, due settimane al cadiopalma per i biancorossi. Questa mattina il presidente del club Fabrizio De Meis ha raccontato la sua verità sul tramonto delle trattative con la società italo-inglese Luukap.
Si parte dagli ultimi fatti in ordine di tempo: le notizie diffuse dalla Luukap ieri secondo cui De Meis avrebbe rifiutato un’offerta da 1,7 milioni per il 70 per cento delle quote della società.
“Sfiderei chiunque a rifiutare una proposta del genere per una società di Legapro”, chiarisce subito il presidente che dice di avere tutti i documenti che dimostrano i fatti esposti stamattina nella sala stampa dello stadio Neri a piazzale del Popolo a Rimini.
“La proposta di Luukap mi è arrivata alle 21,06 di domenica nella mia posta privata, io sono arrivato a casa a mezzanotte. E la proposta prevedeva una risposta era entro le ore 12 di lunedì.
Questa proposta coinvolgeva però anche altri soggetti, per i quali io non ho titolo di decidere”.
Nella mail si parlava “del pagamento per il 70% della società di 10 euro”. La Luukap chiedeva “la rinuncia da parte mia dei 100mila euro di caparra confirmatoria che io ho versato nei conti della Rimini Calcio, come ho sempre fatto”.
Non solo. “Io dovevo dare a loro 300mila euro, anziché dare loro soldi a me. Il signor Daniele Conti doveva trasferire 50mila euro a questa società inglese. Il direttore generale Angelo Palmas doveva dare le dimissioni e rinunciare a due anni di contratto. Il direttore sportivo Ivano Pastore doveva dare le dimissioni a giugno 2016 e quindi rinunciare a due anni di contratto. E io dovevo concedere un pignoramento sul Cocoricò fino al 2017”.
Sembra anche che la Luukap avesse in mente di cambiare allenatore. “Lunedì sera ho incontrato il mister, che mi ha detto che è stato avvicinato da un giornalista che ha contatti con Luukap che gli ha detto che sarebbe stato sollevato dall’incarico. Il mister mi ha detto che se era lui il problema era disponibile a lasciare, perché lui era venuto a Rimini per aiutare il Rimini, e che avrebbe rinunciato al compenso”.
A De Meis, inoltre, non ha convint il fatto che la proposta era “fatta da Luukap per società o persone da indicare. Io sarei andato dal notaio a firmare per un soggetto che non conosco”. Non è un fattore secondario. “Quando c’è un accollo debitorio il soggetto che subentra presenta delle garanzie: la società che subentra si impegna e paga i debiti”.
Comunque, non è vero, ribadisce De Meis, che alla proposta di Luukap non sia arrivata risposta. “Gli ho risposto con una mail chiedendo un posticipo di 48 ore e non ho più avuto risposta da Luukap” proprio per poterne parlare con Conti, Palmas, Pastore. “Colgo l’occasione per ringraziare il ds Pastore e il dg Palmas, entrambi mi avevano dato la disponibilità per incontrarmi mercoledì e rinunciare a due anni di contratto”.
A De Meis “questa proposta così com’è stata formulata e divulgata alla stampa” è sembrata “l’ennesimo tentativo di fornire una versione particolare”.
A questo punto il presidente del Rimini riavvolge il nastro più o meno di due settimane. “Ho ricevuto un messaggio da un rappresentante di Luukap che mi chiedeva un incontro per valutare le problematiche che abbiamo in corso e il futuro della Rimini Calcio. Io ho valutato fosse meglio si parlassero gli avvocati perché sono 8 mesi che va avanti anche una vicenda giudiziara tra noi e tra l'altro la mia famiglia non ne può più”.
Il 13 febbraio De Meis e i rappresentanti della Luukap si sono incontrati. In quell’occasione, “mi hanno detto che avevano intenzione di fare una partnership al 50% per portare il Rimini in serie B”. Il sogno della B riaccende la speranza di De Meis e una possibilità di dialogo. “L’accordo prevedeva un pagamento da parte loro di 500mila euro per il 50%, io dovevo mettere 500mila euro. Non c’era nessuna proposta formale”.
Poi De meis riceve la telefonata dell’“avvocato e mi ha detto che Luukap era interessata solo a comprare il 100% delle quote, che io uscissi, per un euro”. De Meis ne parla con la sua famiglia. “A malincuore ho deciso di accettare. Ho comunicato al mio avvocato che avrei accettato la proposta a un euro”. Qui parte il racconto della partita con il Siena, al temine della quale De Meis si lascia sfuggire con alcuni giornalisti un: “Questa è l’ultima”. La frase che ha acceso i riflettori della stampa sulle trattative in corso.
Il lunedì De Meis dice di essere andato “a Modena per organizzare il pagamento degli stipendi. Hanno fatto un trasferimento di conti, e io mi sono tranquillizzato. Mi hanno dato un appuntamento a Bologna il martedì”.
Ma martedì (il 16 febbraio) i rappresentanti di Luukap non si sarebbero fatti sentire. “Mi sono trovato alle 16 senza possibilità di pagare gli stipendi. Mezz’ora dopo ho saputo che stavano venendo a Riccione per farmi una nuova proposta. Facevo fatica a capire”. Ma De Meis li vede “alle 18. Mi è stato proposto un fallimento pilotato della Rimini Calcio. Quindi di portare i libri in tribunale, ho vissuto momenti di profonda difficoltà. Per me far fallire il Rimini dopo i tanti sacrifici fatti in questi due anni, dopo minuti di silenzio gli ho detto che io non avrei fatto fallire il Rimini.
Conoscendo i debiti reali, che non sono quelli pubblicati, non capivo perché fare fallire la società. Loro mi hanno detto che era l’unico modo per non pagare l’erario, le banche e i fornitori. Fermo restando che il fallimento ha conseguenze personali per me e altri perché il curatore fallimentare avrebbe dovuto verificare chi ha fatto debiti negli ultimi 5 anni”. E comunque “io non porterò mai i libri in tribunale prima di aver tentato tutto per salvare il Rimini”.
La Luukap capisce che De Meis non ci sta, chiede un altro appuntamento. Si vedono a mezzanotte “per la proposta del 70%”, poi silenzio fino a domenica, quando De Meis si trova nella posta elettronica l’ultima mail, “in cui ammettono che i debiti sono 200mila euro”.
L’estenuante trattativa va avanti da otto mesi (5 denunce civili e una penale), quando Luukap ha versato 100mila euro a De Meis, “che io ho versato nelle casse del Rimini”, come caparra per l’acquisto del 30% della società, attualmente sotto sequestro conservativo.
“Loro sostengono che io li abbia truffati, io sostengo il contrario. Se ce l’hanno con me perché non se la prendono con me e non liberano il 30% della Rimini Calcio e non danno la possibilità a questa società di essere ceduta a chi vuole con i fatti aiutarla”.
La prossima udienza in tribunale è fissata al 2 marzo, ma Luukap ha chiesto un rinvio. Le battaglie legali tengono in ostaggio la società, mettendola in difficoltà nella ricerca di investitori.
Falso per De Meis è il dato pubblicato sulla stampa di 2,7 milioni di debiti. Spiega il presidente che “i debiti sono divisi in due poste: quelle con l’erario, in 7 anni, poi con i vecchi fornitori di circa 500mila euro. Quella transata è una cifra di circa un milione, con un piano in sette anni”.
“Io sono disponibile a farmi da parte in qualunque momento, di fronte a qualcuno che sia intenzionato a fare qualcosa di concreto per il Rimini”, dice nelle battute finali De Meis.