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Camorra: sei arresti per truffa, riciclaggio ed estorsione

Martedì, 01 Marzo 2016

(Rimini) Dalle prime ore del mattino di oggi, 1 marzo 2016, cinquanta carabinieri del Comando provinciale di Rimini stanno dando esecuzione a sei ordinanze di custodia cautelare in carcere e domiciliari, tre obblighi di firma e undici denunce. L’ordinanza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Rimini nei confronti di un gruppo di soggetti, tutti italiani, molti provenienti dall’area campana, dediti a vario titolo alla commissione dei reati di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, all’esercizio abusivo del credito, alla bancarotta fraudolenta nonché alla fittizia intestazione di beni a nome altrui e al trasferimento fraudolento di valori, al concorso continuato nella truffa e nel riciclaggio. L’operazione Idra è partita nel febbraio 2013 e ha fatto emergere rapporti di affari tra gli indagati residenti in romagna ed esponenti dei clan camorristici di Napoli che gestivano un sistema di riciclaggio del denaro, provento delle attività illecite, con l’intestazione fittizia da parte di alcuni prestanome di quattro società per le quali si sta procedendo al sequestro per la successiva confisca). Il provvedimento è stato esteso a beni mobili e immobili delle società considerati strumentali alle attività illecite. Sequestrata la somma contante di 126mila euro, frutto della truffa a un cittadino russo. Tra i beni degli indagati sequestrati risultano circa 72 conti correnti e altri depositi e cassette di sicurezza, due appartamenti, tre autovetture e cinque autocarri. Il valore nominale delle quote societarie sequestrate corrisponde a 220mila circa. L’entità complessiva del patrimonio da sottoporre a misura cautelare si aggira intorno a 600mila euro.

A capo della banda c’era Pio Rosario De Sisto, detto ‘zio Pio’, 58 anni di Napoli. A lui il compito di dare indicazioni sulle mosse criminali, sui tempi e sui modi della loro attuazione. A lui spettava anche decidere della suddivisione dei guadagni illeciti tra gli associati. Zio Pio, per esempio, il 12 aprile 2013 a Bellaria Igea Marina organizza un incontro dove partecipano i fratelli Antonio e Pasquale Nuvoletta, dell’omonimo clan camorristico di Marano di Napoli, Michele Senese, esponente di primo piano della malavita romana (arrestato a giugno 2013 quale mandate per un omicidio del 2001). Secondo gli inquirenti questo incontro ha confermato l’autorità di De Sisto grazie all’ingresso nei suoi affari dei Nuvoletta.
‘Odierna distribuzione srl’ è, invece, la società intestata a un prestanome grazie alla quale i criminali acquistavano macchinari industriali, generi alimentari, e altro, pagando con assegni post datati e comunque tratti da conti correnti privi di copertura. La merce per lo più veniva destinata a supermercati compiacenti nelle zone di Marano di Napoli  e San Giovanni a Teduccio (Na). Per questo a agli indagati è stato contestato anche il reato di bancarotta fraudolenta.
De Sisto, che faceva anche l’usuraio e che spesso recuperava i crediti condotte estorsive, per gli inquirenti è riconosciuto “soggetto carismatico e autorevole anche da altri criminali, comparsi nel procedimento ‘Mirror’, che da lui ricevono protezione ed aiuto in molteplici vicende. ‘Zio Pio’ è un capo cui tutti portano ‘rispetto’ chiamato a dirimere controversie tra malavitosi che potrebbero anche sfociare in fatti di sangue”.
De Sisto, spiegano i militari, “è un uomo dalle grandi risorse, capace di farsi prima assumere, fittiziamente, da un compiacente albergatore romagnolo per sfuggire alla misura dell’affidamento in prova che il tribunale di sorveglianza stava per adottare, poi intrattenere affari con lo stesso riuscendo a vendergli una lavatrice industriale, acquistata con il metodo sopra già descritto, facendosi pagare la somma di 8mila euro”.
Nella lista degli arresti in carcere di stamani, oltre a De Sisto e ai nuvoletta, c’erano Nicola Borghetti, 32enne di Rimini, pregiudicato, Enrico Francesco Pasquini, 65enne di Rimini, pregiudicato.


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