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Storia della Chiesa riminese, domani la presentazione

Mercoledì, 06 Aprile 2016

(Rimini) Giovedì 7 aprile, alle 21 presso la Sala dell’arengo in piazza Cavour, si svolgerà la presentazione pubblica del quarto volume della ‘Storia della Chiesa riminese’.
Dopo i saluti iniziali di Andrea Gnassi (sindaco di Rimini), di monsignor Francesco Lambiasi (vescovo di Rimini) e di Massimo Pasquinelli (presidente Fondazione Carim), interverrà Andrea Ricciardi (storico del cristianesimo di fama internazionale, docente all’Università Roma Tre e fondatore della Comunità di Sant’Egidio).
Il quarto volume della ‘Storia delle Chiesa riminese. Dalla Restaurazione ai nostri giorni’, a cura di Piergiorgio Grassi (ed. Pazzini–Guaraldi, dicembre 2015), porta a termine un imponente progetto di ricerca e di pubblicazione avviato nel 2010 e promosso dall’Istituto superiore di Scienze religiose ‘Alberto Marvelli’ e dalla Biblioteca siocesana ‘Biancheri’, con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Rimini e di Banca Carim.
Il progetto editoriale, che si è avvalso della collaborazione scientifica di oltre sessanta studiosi, ha ricomposto per la prima volta un quadro unitario e sistematico della storia della Chiesa riminese, dalle origini della vita cristiana fino ai nostri giorni, attraverso uno sguardo storico e culturale composito e organico, particolarmente attento agli eventi e alle testimonianze più significative che hanno caratterizzato la vita della comunità ecclesiale e civile del nostro territorio.


“Un’ impresa complessa e impegnativa - spiegano dall’Istituto Marvelli - che ha tentato di tenere insieme in una visione polifonica i tratti peculiari della storia e della vita della Chiesa Riminese (testimonianza di fede, martirio, santità, spiritualità, vita pastorale, devozionale…), con la ‘storia degli effetti’ generati da questa presenza in ambito sociale, assistenziale, politico e culturale, rivolgendo attenzione anche alle diverse forme dell’arte (pittura, architettura, musica, letteratura, poesia ecc.)”.
Ma l’intento di fondo “che ha caratterizzato l’intero progetto non è stato soltanto la ricostruzione organica e sistematica dei diversi frammenti sparsi della storia antica, medievale, moderna e contemporanea, condotta secondo rigorosi criteri metodologici e scientifici, bensì la premura, condivisa da tutti gli studiosi coinvolti, di custodire la memoria e con essa la bellezza dell’identità culturale e spirituale di un territorio. Non si può pensare il futuro senza questo legame con le proprie radici, con la memoria, che è la materia stessa del nostro orizzonte originario di senso”.
L’opera “si propone pertanto come punto di riferimento di lunga durata, come insostituibile strumento per orientarsi nel tempo presente e futuro da parte della comunità cristiana e come contributo alla vita della città, nelle sue più diverse componenti”.


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