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Elezioni, Di Campi (Popolo della famiglia) sulle unioni civili

Giovedì, 12 Maggio 2016

(Rimini) Dovesse diventare lei sindaco di Rimini si avvarrebbe del diritto di obiezione di coscienza e rifiuterebbe di celebrare unioni civili. Lo dichiara Ada Di Campi, candidata dal Popolo della famiglia.
Approvata ieri in parlamento la legge sulle unioni civili, con l’introduzione di unioni tra persone dello stesso sesso, Ada Di Campi “si unisce al coro di proteste che si leva in tutta la nazione, in primo luogo, per le modalità di approvazione del disegno di legge ex Cirinnà, tramite il ricorso alla fiducia posta ad entrambe le camere, in sfregio alla democrazia, impedendo di fatto l’esame in commissione e in aula, il dialogo e la presentazione di emendamenti”.
La legge, spiega Di Campi, “nel testo imposto dall’attuale Governo, viola l’articolo 29 della Costituzione e riduce la famiglia a una formazione sociale qualunque, privandola della tutela privilegiata che le spetta per la sua qualità di nucleo sociale potenzialmente fertile in cui nascono, si educano e si formano le nuove generazioni da cui dipende il futuro della nazione”.
Le coppie omosessuali, sottolinea Di Campi, “non avevano alcuna necessità di un riconoscimento di tale portata, considerato che già potevano iscriversi come famiglie anagrafiche, con tutto ciò che ne consegue in termini di diritti individuali, già ampiamente riconosciuti dalla legge e dalla giurisprudenza praticamente in ogni ambito sociale. Nessuno desidera discriminarle, ma ne va riconosciuta e rispettata la differenza dal matrimonio tra uomo e donna”.
Il Popolo della famiglia, infine, si appella al presidente della Repubblica, perché “rifiuti di promulgare un testo imposto alla nazione in una materia tanto delicata e fondamentale, senza un preventivo, approfondito ed esauriente dialogo politico”.


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