(Rimini) “Bisogna lentamente dismettere e privatizzare i poltronifici delle partecipate locali”. Carlo Rufo Spina, condidato a consiglio comunale per Forza Italia, interviene nel dibattito elettorale partendo “dal capitolo tasse, partecipate, spesa improduttiva e clientelare. O meglio, improduttiva proprio perché clientelare”.
Dismetterle, per Rufo Spina, “non vuol dire licenziare il personale. Vuol dire smettere di finanziare con soldi pubblici quelli che tecnicamente sono Enti non pubblici, ma in quanto controllati/partecipati dal socio pubblico diventano un covo di clientele, erogazioni finanziarie, nomine politiche, vertici pagati in modo spropositato pur senza competenze specifiche. Questi enti svolgono i compiti più vari: dall'imprenditoria, ai servizi, alla gestione di grandi eventi, fino al volontariato. Le alchimie giuridiche sono infinite: si nascondono dietro Spa, Srl, Società cooperative, associazioni, ecc. Tutto finanziato con sonanti milioni dal Comune. O meglio da noi con le tasse. Basta! Il volontariato o è gratuito o non è. Il concetto del volontariato a pagamento tanto caro alla sinistra deve trovare un fisiologico fine-vita. Non è più tollerabile e concepibile. Noi proponiamo la dismissione e/o privatizzazione di questi Enti per diminuire le uscite e quindi, a cascata, diminuire Imu, Tasi, Tari, Iscop e imposta di soggiorno”.
Le entrate della tasse poi andrebbero destinate “a scopi più nobili e produttivi. Noi vogliamo destinare per qualche anno le entrate di una diminuita imposta di soggiorno per riqualificare le periferie abbandonate. Basta dire, come ha fatto Gnassi, che non ci sono i soldi. I soldi ci sono eccome! Basta spenderli bene e non nei poltronifici”.
Fa notare Rufo Spina che “solo tra imposta di soggiorno e multe il comune ha incassato l'anno scorso oltre 18 milioni (7 + 11). Se noi abbassiamo entrambe le voci per portarle a 13 milioni e destiniamo per 1 anno quei soldi per la riqualificazione di Viserba, Santa Giustina, Miramare e il forese, secondo le indicazione e le giuste richieste dei rispettivi comitati di quartiere, in un solo anno di pianificazione la città complessivamente cambia volto”.
Forza Italia guarda alle amministrazioni di centro destra di Bellaria e Riccione che “per tutelare seriamente e nei fatti il commercio regolare e dire basta alla piaga dell'abusivismo sulle spiagge, per i marciapiedi e – molto più subdolo – in quegli pseudo negozi ed esercizi dove impera la contraffazione e l'evasione contributiva e fiscale. I controlli devono essere settimanali: a chi sta nell'illegalità viene revocata la licenza. Poi pattugliamenti più frequenti e tolleranza zero con i reati di piccola criminalità (furti, scippi, rapine, taccheggi): alla polizia municipale è demandato il controllo del territorio cittadino, non solo le multe per fare cassa”.
In fatto di turismo “dobbiamo poi sviluppare un nuovo modello turistico stabile di tipo culturale e collegato con l'entroterra. Noi non siamo Ibiza o Mikonos. O meglio, siamo anche quello ma ormai su quel campo loro ci battono. Accanto quindi al modello storico, sviluppatosi dagli anni '60 e per il quale continuiamo ad essere attrezzati, dobbiamo impiantare un nuovo modello improntato su turismo balneare familiare e turismo culturale, valorizzando l'immenso patrimonio storico, artistico e archeologico che noi abbiamo e che non ha Ibiza e Mikonos. Rimini deve quindi diventare in tal senso città d'arte come Firenze, Roma, Venezia: in più ha il mare”.
Urbanistica. “Rimini dal dopoguerra ad oggi è stata brutalizzata e barbarizzata dalle giunte cementificatorie e sovietiche che ancora ci governano. Tutte le amministrazioni hanno contribuito all'uccisione della nostra città ed alla creazione di una viabilità insostenibile ed inadeguata (le migliaia di strade senza uscita che abbiamo dislocate in giro per Rimini danno la prova tangibile del fallimento di amministrazioni che non hanno mai pianificato niente e hanno lasciato costruire "a caso" dove e come capitava). Acquarena, che sorgerà in un'area che potrebbe essere adibita a parco pubblico con parcheggi interrati, è solo l'ultimo esempio. Noi proponiamo che i lungomari si sviluppino in altezza come a Dubai con ampi corridoi verdi laterali, recupero di superfici utili e quindi creazione di nuova viabilità a servizio per collegare rapidamente mare-centro-statale, la riqualificazione dell'area ex Fs a monte della stazione con parchi, strutture ricreative e sportive sul modello americano, percorsi archeologici e turistici, strutture educative ed ovviamente parcheggi interrati. Prenderemo interi isolati e zone degradate come ad esempio la piazza di Santa Rita (con case dirute e fatiscenti) per apprestare soluzioni partecipate con i cittadini proprietari e con investitori che sappiano dare un volto nuovo, riqualificato e moderno alle strutture ivi presenti, per avere palazzi di almeno 3 o 4 piani come in tutte le grandi città d'Italia. Per fare questo apriremo ai finanziamenti privati, modellando gli strumenti urbanistici comunali nel senso più favorevole al cittadino, all'investimento ed alle esigenze tecniche di "ridisegnazione". Il Comune dovrà solo garantire il decoro estetico generale ed approvare volta per volta e ad hoc i progetti che gli stessi cittadini ed investitori gli proporranno. La ridisegnazione urbana deve poter superare l'esistente per ridisegnarlo meglio, più bello, più efficiente, con sviluppo verticale senza mangiare nuovo territorio, anzi, possibilmente diminuendo il territorio occupato attraverso spostamento (verso l'alto) di cubatura. Con questi mezzi hanno già risposto le grandi città europee. Dove vogliamo stare noi?”.