Giovedì, 17 Luglio 2014 15:23

domani al festival di santarcangelo

Continua la programmazione di Santarcangelo 14. Due i debutti assoluti domani: Survivre, spettacolo prodotto da S 14, debutta al Teatrino della Collegiata. All’Hangar Bornaccino lo svedese Mårten Spångberg presenta il suo The Nature. Claudio Morganti è allo SpazioSaigi con Mit Lenz. I Motus sono all’Hangar Bornaccino con La tempesta. War Now!  di Valter Silis/Teatro Sotterraneo replica al Lavatoio

Giovedì, 17 Luglio 2014 10:35

giornalaio, 17 luglio 2014

giornalaioFiere e congressi, Cagnoni: la privatizzazione "non s'ha da fare". Halcombe in volo verso Rimini, con scalo a Forlì. Moretti: Camere unite per affrontare i tagli del governo. Milano Finanza sulle Carisp romagnole 

 

Convention bureau nelle mani della Fiera. Entro fine mese la società di gestione del palacongressi di Rimini sarà internalizzata (Corriere).
I numeri: Cb "chiude i primi sei mesi dell’anno in perfetta linea con le previsioni: 4 milioni e 741mila euro di fatturato e un margine operativo lordo di 97mila euro" (Corriere).
Re Lorenzo: No alla privatizzazione. Di traverso, questa è la posizione di Lorenzo Cagnoni, presidente del gruppo RiminiFiera, rispetto all'ipotesi caldeggiata da Mario Ferri e Sergio Gambini (scortati in ciò dall'associazione Dreamini) da un lato, e sindaco e assessore al bilancio del comune di Rimini (ma scarsamente convinti in realtà) di privatizzare il settore (Corriere).
Il rischio. Secondo Cagnoni correre a privatizzare ad ogni costo e nel più breve tempo possibile non è una necessità perché ormai, dice, i conti non lo richiedono, ma soprattutto sarebbe una mossa sbagliata: significherebbe svendere (Corriere).


Aeroporto. L'investitore americano. A colloquio con Robert Halcombe. Per Miramare promette un piano di sviluppo in armonia con gli altri aeroporti regionali (sua l'unica offerta arrivata per il Ridolfi di Forlì), contatti con nove compagnie russe, i soldi di un fondo statunitense da investire per riqualificare servizi e commerciale del Fellini (Carlino, Corriere).


Camere unite. L'ipotesi è al vaglio degli enti camerali romagnoli. L'idea è quella di "unire le forze per non morire" dopo la scelta del governo di tagliare del 50 per cento i diritti camerali, ovvero la tassa versata annualmente dalle imprese iscritte (Nuovo Quotidiano). La confidenza è del nuovo presidente dell'ente riminese, Fabrizio Moretti.
I conti in tasca. "Nel 2013 su 12.084 milioni di euro incassati dalla Camera di commercio riminese 9.869 milioni sono stati di diritti annuali. Ciò significherebbe che in caso di dimezzamento si scenderebbe sotto quota 5 milioni di euro" (NQ).


Casse integrate. Lo dice Milano Finanza. La notizia è che il progetto di fusione delle Casse di risparmio di Rimini e Cesena si stia allargando a quelle di Cento e Ferrara. E sembra che anche Ravenna sia interessata (LaVoce).
Il punto di partenza. Cesena è convinta del passo da compiere, dopo l’incorporazione di Banca di Romagna, Rimini è in preda al dibattito tra banca e fondazione, Ferrara è in attesa, entro la fine del mese, dell’offerta da parte di Banca Popolare di Vicenza (LaVoce).
L'ipotesi. "Prevederebbe in un primo momento la confluenza delle quattro realtà in una maxi-holding, con un’unica struttura federale capace di garantire, almeno nelle fasi iniziali, l’autonomia e l’indipendenza delle singole banche, per poi aumentare sempre di più la collaborazione fino, magari, alla fusione" (LaVoce).

neroRiccione | Spaccio e accattonaggio, un arresto. Ex colonie setacciate dai carabinieri

 

Si è conclusa con l'arresto di un 37enne egiziano l'operazione dei carabinieri di Riccione, con il supporto della municipale, scattata all'alba di stamani. Obiettivi del controllo sono stati i fabbricati delle ex colonie, la “Papa Giovanni XXIII”, la “ex-Enel” la “Perla Verde”, “Savioli”, “Casa del Bimbo”, “Serenella”, “Reggiana” e “Verdemare” oltre ad alcuni parchi pubblici.


Venti i soggetti trovati all’interno dei fabbricati, italiani e stranieri, tutti pregiudicati per reati contro il patrimonio e per spaccio di stupefacenti e sul momento anche responsabili del reato di “invasione di terreni o di edifici”, 4 saranno proposti per l’allontanamento dal territorio nazionale.
Il ragazzo egiziano, arrestato, di fatto senza fissa dimora in quanto, è stato trovato in possesso di nove dosi di cocaina (sequestrate), pronte per lo spaccio, e di 2 telefonini rubati nelle notti precedenti presso la zona Marano. Rinvenuti anche diversi borsoni con marci destinate al commercio abusivo.


"Le condizioni di degrado ambientale - ha dichiarato il comandante provinciale dei Carabinieri di Rimini, Luigi Grasso - possono essere prodromiche allo sviluppo di svariati fenomeni di criminalità diffusa, è per questo che i carabinieri del Comando provinciale di Rimini continueranno le attività di controllo, con finalità soprattutto preventive, anche allo scopo di garantire la dovuta assistenza umanitaria a chi si trova a dimorare in condizioni difficili se non proibitive. In quest'ottica sarà indispensabile insistere con azioni congiunte che vedano più istituzioni e più compagini operative impegnate sullo stesso fronte. Ringrazio l'amministrazione comunale di Riccione per il sostegno che ci ha ancora una volta garantito in un contesto di strategie operative condivise".

5bCagnoni detta la linea ai soci pubblici su Fiera e privatizzazioni

 

Privatizzazione? Non c’è alcun stato di necessità che obblighi a questa scelta. Nel primo semestre 2014 i congressi hanno ripreso a marciare, i risultati di Rimini Fiera sono i migliori del sistema italiano. Se i soci pubblici hanno dei problemi, io ho la soluzione alternativa ma non la dico.
È un Lorenzo Cagnoni particolarmente all'attacco quello che si è presentato  ad una conferenza stampa di mezza estate convocata con l’evidente scopo di dire una parola definitiva – la sua – nel dibattito sui debiti del sistema  fieristico-congressuale e sull’esigenza di privatizzare, che si trascina ormai da diversi mesi. Per le quasi due ore di conferenza stampa l’atteggiamento del presidente di Rimini Fiera è stato quello di chi, viste le informazioni diffuse dai soci pubblici e da tutti coloro che sono finora intervenuti nel dibattito, finalmente svela come stanno le cose davvero e dichiara finita la ricreazione.
Ripercorriamo i passaggi del ragionamento e ritorniamo sulla conclusioni.


Cominciano l’amministratore unico Berardi e il direttore Agostini con l’annunciare che per Convention Bureau, che ha chiuso il 2013 con un milione di deficit, è arrivato il momento della riscossa tanto attesa. I primi sei mesi del 2014 si sono chiusi con 4 milioni e 741 mila euro di fatturato, 56 eventi ospitati ed un Mol (margine operativo lordo) di 97 mila euro. Tutto lascia pensare che a fine anno sarà rispettata la previsione di 8 milioni e 600 mila euro.  Un risultato ottenuto in uno scenario altamente competitivo, con le destinazione concorrenti che praticano prezzi al ribasso. Un risultato frutto di una grande sforzo di marketing e del miglioramento di efficienza della struttura.


Le magnifiche sorti del Palas
Cagnoni si incarica poi di spiegare a chi non l’ha capito che rispetto al business plan 2011-2016 (l’unico che conta, a suo giudizio) tutto è andato secondo le previsioni, con la sola eccezione del secondo semestre 2013.  Il futuro, secondo il presidente di Rimini Fiera, non può quindi che essere positivo. Aggiunge anche il carico da novanta: “Se non avessimo costruito il nuovo Palacongressi, che per caratteristiche architettoniche e capacità gestionali ha saputo tener fronte a questo complesso scenario, saremmo usciti dal mercato. Ed è invece proprio il nostro posizionamento ad assicurarci competitività”.
“Vorrei anche ricordare il formidabile rapporto costo/qualità del Palas, realizzato con 102 milioni di euro. A Roma, il nuovo centro congressi Italia, al quale si sta lavorando da oltre dieci anni, identico al nostro per caratteristiche ricettive, ne costerà 400”. Con poche battute Cagnoni liquida tutte le polemiche sui business plan faraonici, poi smentiti dalla realtà, che sono serviti a costruire la struttura. “Sono polemiche alimentate da strumentalità”, aggiunge.


Le magnifiche sorti della Fiera
Anche la Fera naviga in acque tranquille, secondo quanto previsto dal piano 2014-2016 che – si rammarica Cagnoni – ha suscitato in città un dibattito debole.  Rimini Fiera passerà dal volume d’affari di 63 milioni del 2013 agli 85,7 del 2016. Anche la redditività è forte: l’Ebitda del Gruppo salirà nel 2014 a 11.563.013 euro, nel 2015 a 12.987.913 e nel 2016 a 17.569.955 euro.  L’utile finale sarà di 2 milioni e 400 mila nel 2014, 3 milioni e 500 mila nel 2015, 8 milioni e 600 mila nel 2016.  “Nessuno riesce a fare questi risultati”. Aggiunge Cagnoni: “Posso dire che il primo semestre 2014 è in linea con queste previsioni ed è ragionevole pensare che lo saranno anche i prossimi risultati. Siamo la Fiera con il più alto rendimento a livello nazionale”.
E i debiti? Cagnoni ripete che nel 2016 si estinguerà il debito contratto per il nuovo quartiere fieristico. Anche la liquidità troverà respiro perché entro agosto sarà conclusa la vendita dell’area in via della Fiera, quella per cui il Comune ha approvato la variante Acquarena. Dovrebbero così rientrare i 14 milioni di euro che Rimini Fiera aveva prestato alla Società del Palazzo. Dal 2017 Rimini Fiera distribuirà ai soci pubblici 3 milioni di dividendi.


“Rischio Default? E’ ridicolo”
A questo punto Cagnoni parte lancia in resta e dichiara che con questi numeri parlare di rischio default per la Fiera è ridicolo. Non c’è alcun stato di necessità che obblighi ad una privatizzazione che per modalità e circostanze si potrebbe tradurre in una vera e propria svendita.
La Fiera paga i suoi debiti, ha pagato i 240 milioni per il nuovo quartiere, la storia della Fiera è una storia di debiti pagati.
“Non sono uno che sostiene la necessaria conduzione pubblica della Fiera. Io avevo già proposto di prevedere nello statuto la possibilità della maggioranza a privati, io ho avviato la prima privatizzazione con la vendita di azioni a imprese e associazioni. Il punto è il presupposto da cui si parte: non si deve dire che c’è uno stato di necessità”.


“Ho la soluzione ma non la dico”
Chiediamo allora a Cagnoni come mai i soci pubblici hanno avviato un processo amministrativo che porta alla privatizzazione: hanno un altro quadro della situazione? Hanno informazioni sbagliate? Risponde Cagnoni: “Beh, la Regione, che è un socio pubblico, non dice questo. Comunque la mia rappresentazione è assolutamente quella giusta. Non dico che non ci siano difficoltà, ma queste sono nei bilanci dei soci pubblici. Non si faccia confusione. Certo, se non hanno i soldi per pagare le rate dei prossimi tre anni è un problema. Si tratta di 10,8 milioni e non sono pochi, me ne rendo conto. Ma non esistono altre soluzioni? Io per privatizzazione intendo l’alleanza con un partner industriale, non un operazione di rapina”.
Non soddisfatti, insistiamo. Prima Cagnoni risponde che in una conferenza stampa non si fanno chiacchiere da bar, poi dice che lui ha soluzioni alternative per consentire ai soci pubblici di pagare le rate. “Non siamo al bar e quindi non le dico”, replica piccato. Cagnoni ha, en passant, parlato di possibili alleanze. Con chi? Con Bologna? “Non solo – risponde – e quando lo si vedrà si capirà la mia reticenza”.


Messaggio ai soci pubblici
E’ evidente che Cagnoni più che ai giornalisti parlava ai soci pubblici, Comune, Provincia e Camera di Commercio. Il messaggio è stato chiaro: finiamola con questa storia della privatizzazione, venite da me che vi spiego come uscire dall’impasse. La Fiera sta bene, è in buone mani, capaci di traghettarla verso il futuro. Smettetela di giocare al gioco delle privatizzazioni. Si spiegano così molte cose. Si spiega perché Cagnoni ha trattato con sufficienza la delibera approvata dalla Provincia, dando in qualche modo indiretta ragione a chi l’ha criticata per ragioni opposte, perché non chiara e determinata. Si spiega perché il Comune di Rimini, dopo i passaggi in commissione della scorsa settimana, non ha ancora convocato il consiglio comunale. Si spiega una dichiarazione di Gnassi del 12 luglio scorso che a grandi linee ricalca l’intervento di Cagnoni di oggi. Forse il consiglio comunale è stato messo in stand by perché doveva parlare Cagnoni. E Cagnoni ha parlato.

 

2Rimini | Contrasto al gioco d'azzardo, 3.200 le firme raccolte a Rimini per il marchio di qualità

 

All'ordine del giorno dell'incontro odierno del Coordinamento regionale contro il gioco d'azzardo a Bologna c'à stata la creazione di un marchio, 'free slot' per contrastare il gioco d'azzardo e valorizzare i locali che non ospitano al proprio interno apparecchi per il gioco. Per il Comune di Rimini ha partecipato il vice sindaco e assessore ai servizi sociali del Comune di Rimini, Gloria Lisi, che ha portato sul tavolo le 3.200 firme raccolte a Rimini e Riccione da parte del Comitato riminese, composto dalle associazioni che si occupano meritoriamente dell’affermazione di una cultura della legalità e del contrasto alla criminalità.


A Rimini il monito contro la diffusione del gioco d'azzardo è stato lanciato dal vescovo Francesco Lambiasi in occasione del suo discorso 'politico' del Corpus Domini. La capitale della riviera è al dodicesimo posto in Italia per spesa pro capite al gioco, 1.873 euro all'anno, praticamente più di uno stipendio va in fumo per giocare d'azzardo. Cresce anche chi del gioco ne ha fatto non tanto una passione, ma una vera e propria malattia; nel 2013 sono stati 46 i casi seguiti dai servizi dell'Ausl nell'ambito riminese, ma quasi altrettanti ne stanno arrivando nel 2014, toccando livelli di richiesta mai visti negli anni precedenti. Sono almeno 18 le sale gioco presenti nel solo Comune di Rimini e, in ambito provinciale, superano abbondantemente quota 300 gli esercizi con locali da gioco, per un totale di “macchinette” che supera quota 1.900.


"Quello del marchio “free slot” – commenta Gloria Lisi, assessore ai servizi sociali del Comune di Rimini – rappresenta un primo atto concreto che segue la grande mobilitazione che anche a Rimini abbiamo avuto sul tema del gioco d'azzardo, attraverso la raccolta di più di tremila firme da parte del mondo dell'associazionismo e del volontariato. Sul tema del gioco mi preme richiamare le parole forti del nostro vescovo Lambiasi durante l'ultimo Corpus Domini, ovvero che si tratta di una logica immorale che si basa sull'adescamento dei soggetti più deboli. Oltre a queste dinamiche sociali, tanto più pericolose in questo periodo di crisi, vanno evidenziate anche quelle legate alla relazione tra gioco d'azzardo e criminalità organizzata, con i correlati come il riciclo di denaro sporco, l'usura e quelle forme criminali che trovano in questo ciclo perverso terreno fertile". Il marchio free slot aiuterà i cittadini a scegliere autonomamente "di usufruire di una attività libera dal gioco, partecipando con la propria scelta al circolo virtuoso della legalità", conclude Lisi.

tortora-scuroRimini | Delfinario, senatrici Pd e Sel scrivono al ministro Galletti: la licenza concessa dal Comune è un pasticcio giuridico

 

Le senatrici Silvana Amati, Monica Cirinnà, Manuela Granaiola, Daniela Valentini (Pd) e Loredana De Petris (SeL) hanno chiesto al ministro dell'Ambiente, l'onorevole Gian Luca Galletti, di intervenire sulla questione del delfinario di Rimini. Era stato qualche mese fa lo stesso ministero ad emanare il decreto di chiusura della struttura. Lo annuncia l'Enpa, ente nazionale per la protezione degli animali, critico rispetto alla riapertura della struttura la scorsa settimana grazie, sostengono da Enpa, "ad una forzatura del Comune che ha concesso l'autorizzazione in qualità di spettacolo viaggiante". La struttura, bisogna ricordarlo, ospita attualmente leoni marini e non più delfini.


Obiettivo della missiva è "ripristinare una corretta attuazione delle norme sui giardini zoologici e per tutelare gli animali, tra cui anche i delfini, da una cattività degradante". Secondo le senatrici la licenza concessa come spettacolo viaggiante costituirebbe "un'evidente alterazione dei dati di fatto e un mero strumento per aggirare la mancanza della licenza ministeriale di giardino zoologico".
Sono due le questioni che apre la disponibilità del Comune di Rimini rispetto al delfinario. Da un lato si ledono "i diritti degli esseri senzienti", dall'altro si crea un "pasticcio giuridico poiché l'atto amministrativo del Comune è in aperto contrasto con la normativa italiana di riferimento (il decreto legislativo 73,/2005) e con quella europea".

1Rimini | Eolico offshore, Arlotti interroga Renzi

 

Eolico offshore, quello al largo delle coste riminesi, ma non solo, è al palo: "Sul tema un palleggiamento tra ministeri", spiega il deputato del Pd Tiziano Arlotti che ha interrogato il presidente del consiglio, Matteo Renzi. "Paradossale - aggiunge Arlotti - che vi sia un sistema di Soprintendenze che dà parere negativo a prescindere, anche in contrasto alla volontà delle comunità locali".


La provincia di Rimini ha avviato da tempo una sperimentazione per valutare la fattibilità economica ed ambientale di un parco eolico offshore. Arlotti ha già precedentemente interrogato il ministero dell'Ambiente sull'eccessiva durata, fino a quattro anni, dell'iter amministrativo per l'approvazione di questi progetti. Tant'è che ad oggi nessun parco è stato realizzato.


"Il viceministro dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti ha risposto ieri alla mia prima interrogazione riconoscendo i problemi che riguardano i procedimenti per l'autorizzazione degli impianti eolici offshore - spiega il parlamentare - e affermando che le cause vanno ricercate nelle criticità ambientali e paesaggistiche che spesso sono legate a tali installazioni. Di fatto accade che, nonostante le linee guida emanate nel 2012 per la semplificazione delle procedure autorizzative di impianti offshore di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ancora oggi il Mibac risulta avere dato sempre parere negativo a tutte le domande presentate ed esaminate in sede di via (valutazione d'impatto ambientale), parere spesso fondato sull'impatto degli impianti sulle visuali paesaggistiche".


L'Adriatico, fa notare tra l'altro Arlotti, con le sue piattaforme metanifere, non è certamente un mare 'vergine'.

mattoneRimini | Aeroporto: piper fuoripista al Fellini, passeggeri incolumi. Petitti sul bando

 

E' accaduto qualche istante prima dell'una oggi a Miramare. Un piccolo piper è andato fuoripista, probabilmente a causa dell'esplosione di una ruota. Incolumi i quattro passeggeri: il comandante ovvero una donna svizzera di 40 anni, suo marito e due cugini, tutti più o meno coetanei. Il velivolo è finito sull'erba grazie al controllo della donna che successivamente è riuscita a condurre il mezzo a bordo pista. Fino alle 16,30 la pista del Fellini sarà chiusa al traffico aereo per consentire la rimozione del velivolo.


Tornando al bando Enac per la gestione, chiusosi lunedì con l'arrivo di quattro offerte, il deputato del Pd Emma Petitti ribadisce la necessità di coerenza tra le aspettative, le aspirazioni e le specificità del tessuto economico e sociale riminese e dell'intera riviera e le decisioni che arriveranno dall'ente dell'aviazione. "Auspico che Enac, al momento della valutazione delle offerte pervenute e del loro core business, tenga conto di questi aspetti. Non sarebbe infatti comprensibile una scelta che tradisca la vocazione turistica del Fellini a favore di ipotesi speculative". Petitti ha quindi chiesto di "fare bene" e "anche presto" affinché si possa sfondare il limite dell'esercizio provvisorio fissato dal curatore fallimentare a fine ottobre e per il bene dei lavoratori "i quali andando deserto il bando sugli asset vivono una condizione di incertezza".

tortora-scuroRimini | Occupazione, Uil: Rimini tra le province più sofferenti

 

Nell'indicatore della 'sofferenza occupazionale' dalla Uil nove regioni si pongono con un indice al di sopra della media nazionale: sono le 8 regioni del Mezzogiorno più le Marche. A guidare questa poco lusuinghiera classifica c'è la Calabria, seguita da Campania e Puglia; meno malessere in Lombardia, nella Provincia Autonoma di Bolzano e in Veneto. L'indice - i cui dati sono contenuti nel rapporto 'No Pil? No Jobs' - è stato elaborato su tre indicatori (mercato del lavoro, ammortizzatori sociali e reddito medio) a loro volta articolati in 9 parametri. Il Sud si colloca 31,6 punti percentuali al di sopra della media nazionale, mentre nel Centro-Nord tutti e 3 gli indicatori fanno segnare indici al di sotto della media. Tutti i singoli parametri fanno registrare un malessere occupazionale più accentuato al Sud, con la sola eccezione della cassa integrazione che, in tale macro area, è al di sotto della media nazionale e il Centro-Nord al di sopra. Nel dettaglio, per quanto riguarda l'indice di sofferenza del mercato del lavoro, al Sud si registra uno 'spread' di 37,3 punti percentuali sopra la media nazionale; per l'utilizzo degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e Aspi) di 21,1 punti percentuali sopra la media; di 18,1 punti percentuali al di sopra della media nazionale per quanto attiene all'indice del reddito medio dal lavoro dipendente e assimilato.Sono 46 le Province che presentano, nel 2013, un indice di disagio occupazionale al di sopra della media nazionale, quasi tutte collocate nel Sud con l'eccezione di 10 province collocate nel Centro-Nord, tra cui Rimini, Latina e Ascoli Piceno.Al primo posto troviamo Vibo Valentia, seguita da Crotone, Benevento, Foggia e Napoli; mentre il minor disagio si registra a Milano, Prato, Parma, Reggio Emilia e Lodi. Questi dati, spiega Guglielmo Loy, Segretario Confederale Uil, "confermano la necessità vitale del saper costruire sistemi di promozione al lavoro aderente a ciò che esprime il mercato del lavoro locale". "La Uil - aggiunge - crede fortemente che un 'buon cambiamento' non possa prescindere da due fattori fondamentali: il lavoro e l'inclusione sociale. Lavoro per il maggior numero di persone, lavoro di qualità e che garantisca certezza di reddito e inclusione sociale, come condizione per evitare - conclude Loy - che il cambiamento ''lasci per strada'' i più deboli" (AdnKronos).

1Rimini | Rapina in orologeria, i ladri fanno esplodere la vetrina

 

Qualche orologio arraffato in fretta è il bottino della rapina di questa mattina alla Luxury Watches di via Garibaldi a Rimini. I malviventi si sono fatti strada alle 4 circa facendo esplodere una carica che ha mandato in frantumi la vetrina. il botto è stato udito dai residenti del centro storico e anche dagli agenti della questura che in pochi minuti hanno raggiunto il luogo della rapina. I ladri quindi sono subito fuggiti in moto. Il tentativo di inseguirli della polizia è stato osteggiato dall'auto rubata che i ladri hanno lasciato di traverso in mezzo alla strada. Forse i malviventi immaginavano già da quale direzione sarebbe arrivata la pattuglia.