Venerdì, 13 Aprile 2012 09:21

IL GIORNALAIO 16.04.2012

Rubriche

PULINI: RIVOLUZIONE VERDE. BAGNINI: PARLA BIAGINI. MUNICIPALE SORVEGLIATA. AFFITTI IMPOSSIBILI. BLOCCATO CANTIERE CMV


Rimini, rivoluzione verde, almeno sulla carta


Sul Corriere Romagna troviamo l’annuncio del Comune di un ‘rivoluzione verde’ che sta per arrivare sulla città.


“«La scelta è quella di ricoprire le pareti degli edifici con dei giochi di vegetazione, tra fiori, arbusti e cespugli da fare crescere con una piantumazione verticale e particolari sistemi di irrigazione. Punteremo a quelle facciate fatiscenti di palazzi spesso importanti ma lasciati a volte in stato di abbandono». Tutto sulla stregua di progetti analoghi sparsi per l’Europa, tra Copenaghen e Madrid, elaborati da architetti internazionali del settore. A Rimini, la prima “cavia” di una lunga serie potrebbero essere la facciata dell’edificio dell’assessorato ai Servizi sociali in via Ducale”, racconta l’assessore Massimo Pulini.


E i progetti sono ambiziosi come quello che riguarda il Marecchia: «Vorremmo non solo intervenire sulle banchine ma anche fare partire un corso fluviale di dimensioni ridotte che dall’invaso del ponte Tiberio attraversa il parco Marecchia - chiarisce Pulini - un intervento non certo semplice che punta a rivitalizzare lo stesso ponte Tiberio», aggiunge Pulini a pagina 3.


Bagnini, parla Biagini


Sul Nuovo Quotidiano di Rimini l’assessore Roberto Biagini illustra i punti fermi della proposta di sanatoria per i bagnini che porterà questa mattina in Commissione.


“«Sicuramente verranno proposte forfetizzazioni – afferma – per quanto riguarda i pali, le bandiere e le insegne. Per pedane e giochi delle bocce si valuterà una piccola riduzione dei costi, mentre sul verde a forfait è già agli atti una proposta in commissione. Le piccole ‘fiabilandia’ cresciute sull’arenile non sono sanabili. I giochi vanno smontati e poi eventualmente autorizzati». Biagini smentisce ogni genere di cedimento. «La linea cosiddetta morbida – dichiara – è a completa discrezione dell’operatore balneare che se smonta tutto ciò che ha piantato sulla spiaggia illegalmente non paga neanche un euro. Il reato si estingue con il ripristino e ricordo che per questo c’è tempo fino all’ultimo weekend di maggio, poi i lavori sulla spiaggia non saranno più possibili»”, dichiara a Rita Rocchetti a pagina 5.


Polizia sorvegliata di notte


A pagina 3 de il Resto del Carlino la vicenda dell’assenza della polizia municipale di notte, sollevata dalla Lega Nord. Il vigile e segretario della Uil, Raniero Sebastiani, dichiara: «NON ci va di essere additati come lavativi. Non ci stiamo a essere etichettati come nullafacenti. Noi siamo disponibili a discutere di lavoro notturno, ma ci si presenti un progetto, cosa che finora l’amministrazione comunale non ha mai fatto dalla fine del 2007 quando è stato soppresso il turno dall’1 alle 7».


Nella stessa pagina di taglio basso l’assessore Jamil Sadegholvaad risponde a chi accusa il Comune di sprechi per l’utilizzo della Civis per sorvegliare la stazione municipale deserta di notte: «Ci costa solo 160 euro al mese, una cifra irrisoria se pensiamo che se la facessimo fare ad un vigile ci costerebbe il doppio in una sola notte, una sola».


Affitto in centro: impossibile


Rimini sarebbe tra le città più care d’Italia per quanto riguarda gli affitti in centro. Lo scrive il Nuovo Quotidiano a pagina 7.


“Un mercato, quello delle locazioni commerciali, che non ne vuol sapere di adeguarsi ai tempi della crisi e che fa di Rimini una delle piazze più care d’Italia. «Anche più di Milano», afferma Gaetano Callà, presidente di Confcommercio, secondo cui la situazione è davvero drammatica. «Ufficiosamente – dice – tutti i locali del centro storico sono in vendita. Si aspetta solo l’occasione buona per liberarsi di attività non più remunerative. Il crollo dei consumi, il caro-affitti unito ai maxi rincari delle bollette, hanno convinto tanti a gettare la spugna. Oppure si stringono i denti in attesa di un colpo di fortuna, cioè di qualcuno che rilevi l’attività»”.


“Per un bar affacciato sul corso d’Augusto l’affitto mensile parte da 4.500 euro, ma un locale di pregio ed ampia metratura può costare anche 7 mila euro o più al mese. Per trovare prezzi più accessibili bisogna accontentarsi delle posizioni laterali e meno appetibili, di strutture anguste, magari da risistemare”, si legge.


Il Comune blocca la Cmv


Il Comune blocca il cantiere previsto a Viserbella.
“Lo stop al cemento stavolta si abbatte sul piano di riqualificazione dell’ex camping di Viserbella, comprato dalla Cmv per realizzare al suo posto un grande villaggio turistico con residenze, piscine, palestre, centro benessere e altri servizi per la vacanza. Ma nonostante il veto posto da palazzo Garampi, Sauro Nicolini, titolare della Cmv non si arrende”, scrive il Carlino a pagina 2.


“La decisione di opporsi al nuovo villaggio turistico, va detto, è stata condivisa in maggioranza e trova anche sostenitori nella minoranza, riporta Manuel Spadazzi.

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SANATORIA SPIAGGE, MORETTI: “BENE LO SCONTO, MA COME LA METTIAMO CON LE PEDANE DI ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE”


“Ci sono ancora passi da compiere, ma sembra che alla fine ci abbiano dato ascolto. Lunedì verificheremo in Commissione”, il Pdl di Rimini, attraverso Giuliana Moretti, accoglie con favore le ultime notizie trapelate in fatto di 'sanatoria spiagge’. I tariffari definiti dalla giunta non sarebbero all’insegna dello sconto selvaggio come richiesto, ma comunque arrivano a dimezzare il prezzo medio a bagnino, da 40 a 20 mila euro per mantenere baracche e burattini (a meno che non ci sia di mezzo l’abusivismo).


“Sembra, infatti, che l’assessore Biagini sia giunto a più miti consigli. Crediamo che vi siano ancora passi da compiere per giungere alla definizione di un regolamento più sostenibile per gli operatori di spiaggia in un momento di crisi come questo”. C’è da dire che, per la verità, sindaco e amministrazione si sono trovati di fronte un Consiglio ben compatto sul tema, e il maggiore oppositore è stato infatti il capogruppo di maggioranza Marco Agosta.


Lunedì nel corso della condivisione della proposta di delibera saranno diverse le cose da chiarire. “Tanto per fare un esempio nel merito: le pedane obbligatorie di collegamento tra lo stabilimento e la battigia e quelle realizzate per l’abbattimento delle barriere architettoniche saranno sanzionate? O saranno ragionevolmente escluse da questa delibera tardiva che giunge a ridosso dell’estate, troppo esosa e frutto di una perizia monocratica già pronta dal 2009?”.

Sabato, 14 Aprile 2012 12:00

torrione di porta S. Pietro

La grande struttura difensiva del torrione di porta S. Pietro fu fondata nel XIV secolo per controllare l’ingresso cittadino, di fronte al Ponte di Tiberio. Nella sua più antica rappresentazione (XV secolo), visibile in un bassorilievo del Tempio Malatestiano, il fortilizio merlato appare alto e possente, in grado di dominare il territorio e, in particolare, il porto sul Marecchia. (da Lontana estate/II)

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Una lontana estate/II. Sotto il tiro delle bombarde papali


La grande struttura difensiva del torrione di porta S. Pietro fu fondata nel XIV secolo per controllare l’ingresso cittadino, di fronte al Ponte di Tiberio. Nella sua più antica rappresentazione (XV secolo), visibile in un bassorilievo del Tempio Malatestiano, il fortilizio merlato appare alto e possente, in grado di dominare il territorio e, in particolare, il porto sul Marecchia. Nelle immagini più recenti tuttavia, sino a quelle di poco precedenti la sua distruzione (XIX secolo), la torre si vede ridotta ad una struttura piuttosto tozza, affiancate da altre che sembrano in cattivo stato.


Tra i più alti edifici della città di epoca medievale, il caso della porta di S. Pietro è comunque solo uno di quelli in cui sono (o furono) evidenti segni di un abbassamento o parziali demolizioni. E’ infatti sufficiente dare un’occhiata al campanile del vicino complesso dei Servi per notare chiari indizi di un capitozzamento e di una successiva ricostruzione.
Anche nella torre del Palazzo Comunale (detto dell’”Arengo”) emergono tracce di vari rifacimenti in altezza e persino nel campanile di S. Agostino, che mostra ancora un massiccio aspetto trecentesco, si intravedono segni di ristrutturazioni all’altezza della cella campanaria.
In realtà, la successione delle torri qui segnalate può essere utile ad evidenziare, in linea di massima, quale fu la traiettoria principale dei tiri sparati dalle “bombarde grosse” - piazzate dall’esercito pontificio nel Borgo S. Giuliano – diretti alle strutture più alte della città, durante l’assedio del 1469.
Così riportava il cronista riminese Baldo Branchi, contemporaneo ai fatti: “...stettero a campo tre mesi; bombardonno la Porta di San Piero, tutta la facciata lungo il fiume...et ruppe le mura della Torre; spianò e guastò molte case, la campana del comune, quella dei Frati de’ Servi, et fenno general guasto di fuori....”.
Per quanto riguarda il campanile di S. Agostino, sappiamo da altre fonti che fu colpito dal primo tiro delle artiglierie e ancora nel 1487 aspettava di essere adeguatamente restaurato.
Sempre i cronisti riminesi parlano di “mille cento ventun colpi sparati dalle bombarde sulla città, senza contare le piccole”.


In realtà, l’assedio riminese, attuato dalle truppe papali per por fine all’ormai precario dominio malatestiano, attirò l’attenzione di informatori e relatori di diversi potentati, impressionati anche dallo sforzo militare messo in campo dai pontifici. Nelle relazioni si trovano commenti stupiti, ad esempio, per il fatto, allora inedito, che i difensori addirittura temessero di sporgersi dalle difese per non essere colpiti da proiettili sparati da armi da fuoco leggere.
Il possente fuoco delle artiglierie era comunque solo parte del piano degli ecclesiastici, i quali seguivano una strategia precisa, suggerita da fuoriusciti che ben conoscevano il luoghi. Essi infatti, passati tre giorni dall’espugnazione del Borgo, guadarono in forze il Marecchia in un punto ed in un momento in cui ciò era consentito dalle marea, spingendosi verso la marina ed impadronendosi dell’antico faro di origine romana che sorgeva all’imboccatura del torrente Ausa. Si tentò inoltre di sfondare il muro cittadino ove esso, nel Borgo Marina, era più debole.
Ciò che tuttavia il Tesoriere del Papa – a capo delle truppe assedianti – non aveva messo in conto fu la violenta reazione di Roberto Malatesta che, seguito dalla “volontà operosa dei cittadini”, si scagliò coi suoi sui nemici e, come spiega il contemporaneo Gaspare Broglio, “...li andò ad assalire in modo che ne ammazzò più di 50 con molti feriti; e alcuni huomini d’arme anque se anegarono; e cacciolli de fora di tutto il Borgo [di Marina] li quali se ridussero di fora della Porta di S. Nicolò; et così stavano racchiuse tucte quelle genti, che non potivano ritornare per la via che avivano facto del fiume”.
Le milizie del Tesoriere, rimaste imbottigliate a mare delle mura cittadine, dovettero aspettare il giorno successivo per guadare nuovamente il Marecchia: aggiunge a tal proposito un altro cronista che “la notte seguente parve mille anni levarsi de lì et le genti d’arme passarono a guazzo al muro a levarsi”.


Da quel che se ne sa, la sconfitta subita indusse gli ecclesiastici ad evitare nuovi scontri frontali, mentre si ha notizia di altre scaramucce dopo le quali Roberto, “coi pochi soldati da piede e da cavallo che aviva” sempre ritornò onorevolmente in città.
Per inciso, al di là dei toni celebrativi degli antichi cronisti, si rimane comunque impressionati dall’ardore militare (forse è il caso di parlare di “attitudine alla violenza”?) che si ritrova nei componenti della schiatta malatestiana, sino agli ultimi più degeneri, quasi sempre in grado di tenere in scacco i nemici sulla punta della propria spada e di trascinare nell’impeto i compagni.


Quanto alla città, bloccata anche dalla parte del mare da una piccola flotta da guerra, continuò a soffrire sotto i colpi delle bombarde, mentre l’intero borgo S. Ginesio (attuale borgo S. Giovanni) fu dato alle fiamme, nel timore potesse offrire nascondiglio agli assedianti.
In Agosto, quando si era allo stremo delle forze, giunse notizia dell’imminente arrivo delle truppe di Federico da Montefeltro in soccorso ai difensori e finalmente le milizie papali furono costrette a lasciare il borgo S. Giuliano, non senza metterne in atto la piena distruzione: “...fo usata grande disonestà, che nella partita loro abrusarono dicto Borgo; e più ferono gettare gran parte delle mura...”.
Dal punto di vista politico, tuttavia, gli stessi meccanismi che avevano trascinato il padre Sigismondo alla rovina, ora, con il loro procedere, si volgevano a favore del figlio Roberto, quest’ultimo sempre accortissimo ad afferrare le occasioni favorevoli. Federico del Montefeltro, aderente alla lega antipapale appena costituita e vecchio nemico mortale dei Malatesti, aveva invece ora interesse a soccorrerli e si dirigeva con i suoi uomini verso Rimini, per la via che scendeva da San Marino. Gli ecclesiastici avevano così dovuto rinunciare all’assedio per andargli incontro, con il loro notevole potenziale militare, trincerandosi a Vergiano. Lo scontro si stava preparando presso Burgazzano, - di rimpetto a Cerasolo, attuale località Zingarina -, lungo il cammino che collega il Titano a Rimini.


Questo evolversi della situazione condusse anche Roberto a lasciare la città con i suoi, per dar man forte all’alleato.
Le antiche vedute mostrano i rilievi del contado riminese ben coltivati, con campi e filari di vigne, trapuntati da macchie boscose; nella tarda estate del 1469, tra i declivi di quelle dolci colline, al passo degli armigeri che calpestavano strade sterrate, la resa dei conti si avvicinava.


L. Tonini, Storia di Rimini, vol. V, P. I, , Rimini, 1887, pp. 332 e ss.
C. Clementini, Racconto istorico...., vol. II , 1616, p. 499.
A. Turchini, La signoria di Roberto Malatesta detto il Magnifico (1468-1482), Bruno Ghigi Editore, Rimini, 2001.


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CRISI IDRICA, INNOCENTI (ASS. COSCIONI): “NON POSSIAMO PIU’ PERMETTERCI LO SFRUTTAMENTO INDISCRIMINATO DELLE RISORSE DA PARTE DI HERA E ROMAGNA ACQUE”


“La crisi idrica che viviamo è in gran parte dovuta alla ridotta visione che le nostre istituzioni hanno del territorio che gestiscono. E’ causata da spreco e cattivo uso”, questo in sintesi ilpensiero di Ivan Innocenti (associazione Luca Coscioni), in risposta ad alcune dichiarazioni di Tonino Bernabè, vicepresidente di Romagna Acque. L’analisi di Bernabè, di fronte ad una crisi idrica, mira a sostenere che grazie alla natura del sistema locale e alla collaborazione dei cittadini, si riuscirà ad affrontare con successo la pur grave questione.
Secondo Innocenti, invece, è il momento per le istituzioni di cambiare rotta perché “le scelte che vanno a intraprendere ora – sottolinea – serviranno a scongiurare la prospettiva di un futuro di dipendenza da acqua che non ci appartiene, che viene da lontano e di scarsa qualità, che ci sarà venduta a caro prezzo e che probabilmente non ci sarà quando più ci servirà”.


Come vengono gestite attualmente a Rimini le risorse naturali?
“Si continua a scommettere e a investire su un maggiore sfruttamento dell’ambiente, ritenendo che sia inesauribile. Il tutto a spese dei cittadini perché il maggiore costo per reperire le risorse è scaricato sulle bollette degli utenti e producono utile per l’azienda. Hera è un’altra entità sul nostro territorio che dovrebbe avere una visione complessiva delle risorse ma che invece si muove in accordo con Romagna Acque. O viceversa”.


Con che risultati?
“L’impressione che si ricava è che l’obiettivo sia quello di farci pagare a caro prezzo quanto invece è già disponibile pressoché gratuitamente. Con inoltre l’aggravio dello smaltimento”.


Il ciclo attuale delle acque per uso umano per quanto riguarda il territorio riminese prevede il prelievo dall’ambiente (falde del Marecchia, diga di Ridracoli, acque di superficie, fiumi e laghi) e si chiude con la depurazione e lo scarico nell’ultimo tratto fluviale e da lì in mare: funziona?
“Si tratta di un processo aperto che grava sull’ambiente sia dal punto di vista del prelievo che dal punto di vista dello smaltimento dei reflui. Per come è strutturato compromette pesantemente il nostro ambiente”.


Cosa accade nello specifico?
“Il prelievo da pozzi causa impoverimento delle falde sotterranee esponendoci a gravi fenomeni di subsidenza e alla infiltrazione delle acque salate dal mare. Il prelievo dai fiumi causa la morte biologica dei medesimi in quanto si compromette il minimo flusso vitale previsto dalla legge. Lo scaricare acqua depurata in prossimità del mare causa il fenomeno della stratificazione e la conseguente anossia oltre a essere causa delle fioriture delle alghe tossiche”.


Fatto che si ripercuote anche su altri settori economici…
“L’effetto è la compromissione delle acque di balneazione costiere. Ricordo che il nostro solo depuratore riminese produce in estate una quantità di acqua paragonabile a quella che scorre nel fiume Po in tempo di secca. E’ come se il fiume Po in tempo di siccità passasse tutto per il nostro depuratore”.


Quali le alternative?
“Iniziare a ragionare in termini diversi. Questo oltre a risolvere i gravi problemi ambientali sopra citati renderebbe disponibile una grande quantità di acqua gratuitamente per uso umano. E’ necessario che il ciclo integrato delle acque da aperto divenga chiuso. Cioè che le acque che arrivano al depuratore non siano più scaricate in mare ma che rientrino o nell’uso civile industriale, o nei terreni, fossi e fiumi e da lì in falda”.


Quindi la proposta è quella del riutilizzo delle acque depurate: quali sono i costi?
“Il riuso dell’acqua depurata è ormai pratica consolidata da lungo tempo in molte realtà. Invece ancora oggi si spendono oltre 20 milioni di euro per il depuratore di Santa Giustina fallendo l’obiettivo in quanto le acque prodotte non saranno riutilizzabili. Si dovrebbe poi riflettere sulla opportunità di realizzare il potabilizzatore da 70 milioni. Sarà utile in caso di siccità e dovrà usare le acque del Po quando queste saranno scarse o asseti. Per ottenere acqua in quantità, oltre a tutti gli altri benefici, si deve investire in impianti terziari di trattamento e rendere l’acqua poi disponibile per i diversi usi. Progetti sono proposti ormai da oltre 40 anni e mai realizzati”.


Quali sono i vantaggi di un investimento in tal senso?
“Questi impianti hanno molti pregi per l’ambiente e la sua tutela ma soprattutto sono economici nella realizzazione e nella gestione. Con pochi milioni di euro e in tempi rapidi sono realizzabili. Il risultato sarà di avere i nostri campi coltivati ricchi, i nostri fossi e fiumi lussureggiati e vivi, il nostro mare limpido e gradevole oltre a tanta acqua gratuita per i più disparati usi umani”.


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RIMINI, SEMPRE PIU’ POVERI: NEL 2011 IN 7MILA AIUTATI DALLA CARITAS ANCHE PER PAGARE L’AFFITTO


«I numeri mettono in luce una situazione drammatica», è il commento del vescovo di Rimini Francesco Lambiasi ai dati dell’Osservatorio sulla povertà della Caritas Diocesana. «Come anche dicono le sacre scritture, noi abbiamo bisogno di colui che “sveglia la città”, è per questo che ringraziamo la Caritas per la sua presenza».


Senza lavoro, senza casa, senza diritti, aumentano infatti i poveri sul territorio riminese. Nel corso del 2011, sono state quasi 7 mila le persone che hanno chiesto aiuto alle Caritas diocesana e parrocchiali. Di queste, oltre 2 mila per problemi legati alla casa. I prestiti alle famiglie in difficoltà erogati dall’associazione ‘Famiglie insieme’ sono passati dai 430 mila euro distribuiti nel 2010 ai 540 mila euro del 2011, i tre quarti sono serviti per far fronte ad affitti, bollette, mensilità necessarie per firmare un contratto di locazione.


Nessuno ha mancato all’appuntamento annuale con la presentazione del Rapporto sulla povertà nella sede della Madonna della Scala al porto canale. Alla fila sulla gradinata degli indigenti accolti dal punto di ascolto della Caritas ha fatto da contraltare la parata istituzionale dalla porticina lì accanto. Dagli assessori regionale Teresa Marzocchi e provinciale Mario Galasso al delegato Caritas per l’Emilia Romagna Gian Marco Marzocchini, dal presidente della Provincia Stefano Vitali al sindaco Andrea Gnassi. Del resto, i dati elaborati da Elisabetta Mancino, responsabile dell’Osservatorio della Caritas, interrogano tutti.


A crescere, secondo Vitali, è sempre più lo squilibrio sociale con «una decina di persone, a Rimini, ha un patrimonio che cresce sempre di più, a fronte di una maggioranza sempre più difficoltà». L’inghippo è nel sistema economico, un esempio sono i 16 mila appartamenti sfitti «una situazione che non può andare avanti». Ed è per questo che più tardi Galasso annuncerà per ottobre il lancio di una nuova iniziativa che coinvolgerà anche «l’impresa locale, per promuovere equità e sviluppo, anche perché il taglio ai fondi dal 2008 è del 92 per cento».


Fa appello alle «ingenti quantità di denaro scudate a San Marino», il sindaco Gnassi che, da parte sua, ricorda «ha introdotto la necessità dell’isee anche per l’iscrizione degli asili. La risposta è stata il calo delle domande».


La sintesi del rapporto


I dati 2011 raccolti dai 33 Centri di Ascolto presenti in tutta la diocesi mostrano una situazione di disagio in forte crescita:


- sono aumentate le persone che si sono rivolte alle Caritas: da 6.130 nel 2010 a 6.947 nel 2011;


- la povertà colpisce con maggiore frequenza le famiglie: nel 2010 il 33% degli individui che si erano rivolti alle Caritas viveva con la propria famiglia, nel 2011 questa percentuale è salita al 40%, se facessimo una media di 3 componenti per famiglia, il numero delle persone in stato di disagio nel 2011 raggiungerebbe le 15.250 unità. Tra questi molti sono minori: solo la Caritas diocesana ne ha contati 420, appartenenti alle famiglie in stato di disagio;


- la classe di età maggiormente rappresentata è quella tra i 35 e i 44 anni con 1.893 individui, ma aumenta la presenza dei pensionati in difficoltà che, seppur abbiano spesso casa in proprietà, non riescono comunque a sopperire alle spese ordinarie. Siamo passati da 210 over 65 nel 2010, a 281 nel 2011;


- cresce del 3% la presenza degli italiani passati da 1.237 nel 2010 a 1.622 nel 2011. Il 53% ha residenza a Rimini. Il 57% sono uomini, prevalentemente soli: celibi, separati o divorziati. Le donne italiane sono invece in gran parte coniugate. Il 61% degli italiani è disoccupato, il 12% è pensionato e il 9% ha un’occupazione che non gli permette di sostenere le spese ordinarie;


- la presenza maggiore di persone in difficoltà è comunque caratterizzata dagli immigrati: nel 2010 erano 4.603, mentre nel 2011 sono 5.295, provenienti da ben 86 nazioni differenti.


Prevalgono:
- romeni (1.122): spesso sono giovani che tornano almeno una volta l’anno in patria, single oppure giovani coppie venute alla ricerca del lavoro;
- marocchini (853): per la maggior parte si tratta di nuclei familiari, residenti in Italia già da molti anni.
- ucraini (853): si tratta prevalentemente di donne in Italia da almeno 5 anni, nel 2011 è cresciuta però la presenza maschile raggiungendo le ottanta unità, spesso figli o mariti, venuti in Italia per cercare un lavoro e ricongiungersi ai familiari;
- albanesi (358): prevalentemente sono famiglie allargate, in Italia da circa vent’anni, in forte difficoltà causa la crisi occupazionale, infatti la presenza degli albanesi presso le Caritas è iniziata ad aumentare dal 2009 (251 persone) ed è andata sempre più in crescendo;
- tunisini (306): in gran parte sono giovani immigrati in Italia in concomitanza all’Emergenza Nord Africa scoppiata nel marzo 2011, privi di casa, lavoro e spesso in difficoltà per la lingua.


Cresce il numero delle persone che si sono rivolte alle Caritas pur essendo in possesso di un’abitazione: nel 2010 erano 2.858, nel 2011 sono 3.912 (192 in proprietà, 3.477 in affitto da privato e 243 in affitto da ente pubblico), ma aumenta il numero degli sfratti passati da 32 nel 2010 a 74 nel 2011.


Resta comunque elevato il numero di coloro vivono per strada: 811 nel 2010 e 1.018 nel 2011 di cui 80 con residenza nella provincia di Rimini.


Tra le problematiche emerse dalle persone in ascolto prevalgono bisogni occupazionali e abitativi, crescono anche tutte le altre tipologie di bisogni: il 20% ha segnalato disagi a livello familiare (separazioni, divorzi, conflitti tra parenti, necessità di assistenza di un familiare malato…), l’8% ha problematiche a livello d’istruzione (da segnalare la presenza di 67 persone analfabete), il 7% soffre di solitudine, depressione, esaurimento…, il 6% ha problematiche di tipo sanitario (in aumento problemi cardiaci e tumori), il 3% è in condizione di handicap, il 3% soffre o ha sofferto di dipendenze (alcol, droghe e gioco) e il 2% ha problemi con la giustizia (ex detenuti o persone agli arresti domiciliari).


La Caritas diocesana nel 2011 ha incontrato 2.503 persone, di cui 1.350 si sono rivolte alla Caritas per la prima volta nel 2011, mentre 1.153 erano già state assistite anche gli anni precedenti (“ritorni”). La percentuale dei “ritorni” è cresciuta del 2,5%, segno che chi si trova in una situazione di povertà, difficilmente riesce a uscirne.


Anche in Caritas diocesana è aumentata la presenza degli italiani: passati da 543 nel 2008 a 659 nel 2011. Gli italiani con residenza a Rimini sono 221, di questi 24 sono privi di abitazione, 29 hanno un domicilio di fortuna, 28 vivono in appartamenti residenziali pubblici, 105 sono in affitto da privato e 17 hanno casa in proprietà. 127 sono disoccupati, 37 pensionati e 24 occupati.


La presenza più elevata è rappresentata dai cittadini stranieri (1.839 persone), così come nelle Caritas presenti in tutta la diocesi, anche la Caritas diocesana ha incontrato in prevalenza romeni, ucraini, marocchini e tunisini.


Rispetto al problema abitativo la Caritas diocesana ha realizzato un’indagine su un campione di 83 persone che hanno dichiarato di avere un domicilio. Il 64% ha un regolare contratto d’affitto anche se, non sempre, il canone 2011 corrisponde a quanto scritto nel contratto perché una parte viene versata, ma non dichiarata. Il 15% è completamente in nero, il 10% vive in residence solo nel periodo invernale, mentre il 6% vive in appartamenti pubblici. La maggior parte paga un canone d’affitto tra i 500 e i 690 euro, ma c’è chi arriva a pagare tra i 700 e gli 850 euro. Solo il 58% ha dichiarato di riuscire ad essere regolare nel pagamento dell’affitto, tutti gli altri sono in forte difficoltà, alcuni sono morosi da mesi, altri sono rimasti indietro di una sola mensilità. Particolare la situazione dei lavoratori stagionali che, al termine della stagione estiva pagano spesso gli arretrati e gli anticipi degli affitti, ma, nell’attesa di un nuovo contratto di lavoro, non sanno come retribuire i propri proprietari.


Oltre alla casa resta gravissimo il problema del lavoro, sempre più difficile da trovare, ma anche da mantenere, perché i contratti sono brevi e non offrono garanzie di lunga durata, quindi vanno anche ad incidere sulla progettualità della persona, nel poter gestire la propria quotidianità ed il futuro.


Le difficoltà abitative sono state registrate anche dall’Associazione Famiglie Insieme che nel 2011 ha aiutato 413 famiglie, per un totale di prestiti pari a 540 mila euro di cui: 325 mila euro per affitti e utenze, 70 mila per spese sanitarie, 71 mila per il pagamento di automezzi (assicurazioni, bolli…),18 mila per le spese scolastiche e i rimanenti per gli arredi e i ricongiungimenti familiari.


La Mensa dei Frati Cappuccini dell’Opera Sant’Antonio nel 2011 ha incontrato 1.883 persone, mentre nel 2010 erano 1.692. In prevalenza sono romeni, italiani e ucraini.
Nel 2011 ha riscontrato un aumento di famiglie in difficoltà che hanno richiesto il pacco viveri: 1.753 persone contro le 1.054 nel 2010. Il servizio dei pacchi viveri nel 2008 contava appena 125 persone, era una distribuzione che veniva svolta solo in casi “straordinari”, negli ultimi anni questa richiesta è invece diventata sempre più costante. Anche in questo caso si tratta quindi di povertà presente all’interno delle mura domestiche. In forte aumento anche la richiesta di medicinali, passata da 1.190 nel 2009 a 1.379 nel 2011. Segno che tra le persone in difficoltà economica diverse presentano problemi di salute. In aumento anche il servizio doccia: 882 nel 2009, 1.277 nel 2011, mentre diminuisce il numero dei pasti serviti in mensa, passati da 48.011 nel 2010 a 45.986 nel 2011.


La Capanna di Betlemme dell’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, nel 2011 ha dato ospitalità a 960 persone, di cui 818 uomini e 142 donne, per un totale di 15.605 notti. Un aumento notevole rispetto al 2010 anno in cui le persone ospitate erano state 896 al pari dello stesso numero di notti.
La Capanna svolge un servizio specifico per le persone in povertà estrema, per coloro che sono senza fissa dimora, l’aumento di persone accolte è quindi un segnale della crescita di persone in grave difficoltà presenti sul nostro territorio. Tra gli uomini 164 sono italiani, 112 romeni, 69 marocchini e 43 tunisini, seguono altre nazionalità. Diminuisce l’età media dei senza dimora, passando dai 39 anni nel 2010 ai 36 nel 2011.


L’Ass. Banco di Solidarietà Onlus opera attraverso la consegna a domicilio di pacchi alimentari a famiglie in difficoltà. Si tratta quindi di persone che hanno tutte un domicilio. Molte abitano in case popolari ma, anche se la sistemazione abitativa è agevolata, questa non risolve il problema economico causa la mancanza del lavoro. Diverse sono le situazioni di nuclei familiari con un componente affetto da problemi fisici o psichici che necessita di assistenza continua che, nella maggior parte dei casi, viene svolta da un familiare che rinuncia al lavoro. Complesse anche quelle situazioni dove il genitore vive da solo con i figli.


I Centri di Aiuto alla Vita presenti a Rimini, Riccione, Cattolica, Bellaria e come servizio delle Caritas parrocchiali di San Mauro Pascoli, Coriano e Morciano, nel 2011 hanno aiutato complessivamente 569 mamme in difficoltà. Altissima la percentuale di mamme che hanno dichiarato di non essere in grado di sostenere le spese degli affitti e delle utenze, diversi anche i casi di sfratto, nonostante in famiglia siano presenti bimbi al di sotto dei due anni.


Lo Sportello Sociale del Comune di Rimini nel 2011 ha incontrato 1.312 persone, tra queste 272 hanno fatto richiesta di contributo economico, 118 hanno segnalato di avere problemi con la casa, 105 con il lavoro e 20 hanno ricevuto lo sfratto. Lo Sportello sociale, in quanto tale, ha fornito informazioni e inviato agli uffici comunali di competenza.


Gli Sportelli Sociali di Riccione e Misano hanno incontrato 352 persone. La maggior parte dei colloqui, circa il 90%, verte all’unisono sulle problematiche del: lavoro (spesso perso da entrambi i coniugi), sfratto (minacciato, imminente o agli atti); richiesta di contributo economico.
Il contributo economico che, fino a qualche anno fa era una risorsa per famiglie in difficoltà transitoria, oggi diventa tampone per “vivere” in tranquillità almeno un paio di mesi e poi ricadere nella situazione di criticità precedente. Il rischio più alto è quello che, questi “nuovi poveri”, non avendo prospettive di lavoro concrete, arrivino all’assenza di dimora, andando ad incrementare il numero dei senzatetto.


Lo Sportello Sociale di Cattolica nel 2011 ha incontrato 250 persone. Molto spesso gli utenti interessati sono persone che non riescono più ad avere regolarità nel pagamento del canone di locazione e nelle spese connesse, arrivando in molti casi ad accumulare debiti tali da comportare l’attivazione della procedura di sfratto. Di frequente le persone coinvolte cercano ospitalità presso parenti o, in alternativa, una soluzione temporanea nei residence della zona. La caratteristica che contraddistingue i nuclei coinvolti è la scarsità ed instabilità del reddito, che molto spesso riguarda nuclei monogenitoriali con minori a carico.


Lo Sportello Sociale di Verucchio nel 2011 ha incontrato 222 persone. Le maggiori richieste sono state: contributi economici, ausilio/compilazione di documenti, sostegno nella ricerca del lavoro, aiuto per la domanda di invalidità, permessi per disagio lavorativo, pagamenti di affitto.


Nel 2011 lo Sportello Sociale di Bellaria Igea Marina ha incontrato 526 persone di cui 87 sono nuovi casi. 17 persone si sono rivolte per problematiche inerenti a sfratti già in fase esecutiva o in fase di notifica. Le richieste di maggior rilevanza sono quelle di natura prevalentemente economica e riguardano il pagamento di bollette anche se non mancano le richieste di aiuto per il reperimento di un lavoro.

Giovedì, 12 Aprile 2012 08:10

IL GIORNALAIO 14.04.2012

Rubriche

CARIM SENZA INDUSTRIALI, IL GALLI NEL 2015, IL PREFETTO VUOLE LA QUESTURA, PER LA SANATORIA SPIAGGE SCONTI MODERATI, FREDDO RECORD


Freddo record


Temperature minime degne di un buon febbraio e i comuni vanno ai ripari. “L’hanno già deciso, ad esempio, Misano e Santarcangelo. Visto il perdurare del maltempo, il sindaco misanese Stefano Giannini ha deciso di prorogare il riscaldamento fino a 24 aprile”, il Resto del Carlino a pagina 2.


Tuttavia va meglio per la crisi idrica. “«Rientra l’emergenza, ma non il problema — mette subito le mani avanti Massimo Venturelli, dirigente provinciale della Protezione civile — Dobbiamo continuare a sperare in un po’ di pioggia anche nei prossimi mesi, altrimenti ci ritroveremo nel pieno della stagione estiva con l’allarme siccità»”.


Il nuovo prefetto


Claudio Palomba presenta il suo programma di lotta a evasione e prostituzione e s’impegna a sbloccare la nuova questura.


“Nell’immobile da 23mila metri quadrati potrebbero trovare spazio non solo gli uffici della questura, condizione che oltre tutto risulterebbe sovradimensionata rispetto alle reali necessità ma anche gli uffici di altri organi comunali o provinciali” su La Voce di Romagna a pagina 15.


Carim, ci sono non buone novità


Si scioglie la cordata degli industriali” titola in prima La Voce che a pagina 11 con Paolo Facciotto approfondisce.
“La fumata nera è ormai definitiva: il gruppo di imprenditori “volonterosi” in pista per la ricapitalizzazione della Banca Carim non ha trovato l’accordo con gli interlocutori della Fondazione pertanto non parteciperà, salvo miracoli dell’ultima ora”.


La pietra dello scandalo? “In pratica il punto di scontro è stato quello del management. La direzione generale? E’ possibile, sta di fatto che la decisione su chi avrà in mano il timone di Carim 2 è già stata presa di comune accordo fra Bankitalia e Fondazione e non è negoziabile”.


Teatro Galli


Dubbi del Corriere Romagna a pagina 3 sui tempi di realizzazione dettati in seconda Commissione. “Siamo alle solite. Per l’ennesima volta siamo qui a promettere che nel tal anno il Galli è pronto. Nel 2015. La data viene spesa ieri in Commissione”.


“Succede questo. I lavori al foyer sono in corso, la conclusione è prevista in ottobre, quindi gli spazi (a partire dalla Sala Ressi) potrebbero essere utilizzati già con l’anno nuovo. Per il Galli vero e proprio, l’obiettivo è settembre. Una volta consegnato il cantiere, il bando impone tempi precisi: 30 mesi. Quindi inaugurazione nel 2015. Tre sono i soggetti appaltatori: teatro da ricostruire (20 milioni), macchine di scena e decorazioni”.


Intervista a Massimo Totti, dirigente del Comune che firma l'ultima modifica al progetto, su la Voce a pagina 12.


Tariffario spiagge


“SANATORIA di spiaggia: niente elmetto ma neanche brache calate. Confermata la linea demi-soft: non più cifre stellari nel ‘prezzario’ degli abusi, ma chi sperava di cavarsela con poche migliaia di euro può rassegnarsi. Si viaggerà sui 25-30mila euro al centro e sud; 10-15mila a nord (meno strutturata e innovata)”. Mario Gradara a pagina 7 del Carlino.


Vitali fermo contro gli evasori


Chi evade ruba. Non ci sono attenuanti. Non c’è crisi che tenga. Le tasse si pagano e basta. La posizione (netta) è del presidente della Provincia, Stefano Vitali (Pd). E’ tutto racchiuso in una lettera di ringraziamento indirizzata alla Finanza. Perché? Troppe voci tendono a giustificare chi fa il furbo per mestiere”, il Corriere a pagina 7.


Mattone ‘fai da te’


Per la salute delle tasche di chi lavora e di chi acquista.
“La storia di Ariacoop inizia nel marzo del 2003 quando 19 persone mettono in piedi la cooperativa con un capitale sociale di appena 4680 euro, ovvero 260 a socio. Il sogno è quello di realizzare case con l’autocostruzione. Ma solo quattro anni più tardi Ariacoop vince il suo primo bando per un’area edificabile a San Giovanni. E qui inizia l’avventura”, il Carlino a pagina 4.


“E senza spendere una fortuna. «In pratica abbiamo dimezzato i costi — spiega il presidente Bonomi — Ogni villetta, 170 mq più il garage esterno, è costata 1100 euro al metro quadro invece di 2200”. Adesso però le materie prime costano troppo e allora per i nuovi soci i tempi di attesa sono più lunghi.


E sul Corriere a pagina 11 il comitato dei genitori chiede un censimento della sicurezza nelle scuole.

2

LA NUOVA LEGA: PINI TRA I “FEDELISSIMI” DI MARONI


Si apprende leggendo Giovanni Cerruti su la Stampa.


“Bobo la mattinata l’aveva passata a Roma, e poi in volo per Milano Linate con tre fedelissimi, il mantovano Gianni Fava, il romagnolo Gianluca Pini, il trentino Maurizio Fugatti. Prender nota di questi tre nomi, se Maroni concluderà la scalata della «Lega delle Scope», se al congresso di giugno diventerà segretario, saranno famosi. Ai tre il compito di intervenire in Consiglio Federale, per chiedere l’espulsione di Rosi che non si vuol dimettere dalla vice presidenza del Senato, di Rosi che respinge le richieste di tutta la Lega. A Maroni la mossa finale e a sorpresa, quella delle sue dimissioni”.

1

PREFETTO PALOMBA: QUESTURA PRIORITA’ ACCANTO A RINFORZI ESTIVI, LOTTA AD ABUSIVISMO E PROSTITUZIONE


Vuole essere l’uomo della svolta nella vicenda della nuova questura di Rimini, Claudio Palomba, il nuovo prefetto che ha ‘preso servizio’ appena quattro giorni fa. Nel presentarsi alla città questa mattina Palomba ha infatti annunciato tra i suoi obiettivi primari proprio quello di impegnarsi nello ‘sblocco’ della dalla struttura di via Ugo Bassi (bella e pronta ma abbandonata a sé stessa per una mancanza d’accordo tra proprietà e Ministero) e ha detto che cercherà un accordo con il proprietario, Gianfranco Damerini, e che nel corso della prossima settimana incontrerà il questore ed effettuerà sopralluoghi in via Bassi.


Tra le priorità del nuovo prefetto anche il problema dei rinforzi estivi e la lotta all’abusivismo commerciale e alla prostituzione. Particolare attenzione anche ai rapporti con San Marino e alla black list.


Rispetto in particolare ai rinforzi estivi, Palomba assicura di essersi “già interessato” e di augurarsi “che ci possa essere una buona presenza, attendo una risposta per la prossima settimana” e intanto pensa alla revisione del piano di controllo del territorio insieme alle forze dell’ordine.

3

IL GALLI IN COMMISSIONE, TOTTI: “FINE LAVORI NEL 2015. COSTO 25 MILIONI”. DAL 2013 UTILIZZABILI FOYER E SALA RESSI


Ha tenuto banco per tutta la settimana il teatro Galli, tema “travagliato e sospirato” oggetto della Commissione controllo e garanzia riunita questa mattina. Come tutte le occasioni attese anche qui non è mancata una grande assente: la giunta. Sembra infatti che né sindaco né assessore alcuno abbia fatto capolino in sala.


Polemiche a parte (e ci sono state) sembra ci sia qualche certezza nella vicenda nebulosa del Galli. E’ stato Massimo Totti, dirigente del Comune di Rimini, a illustrare il nuovo progetto di cui è responsabile, frutto di alcuni aggiustamenti che ha definito “migliorativi” rispetto al Cervellati-Garzillo. A pagare dovrebbe essere il Ministero per i beni e le attività culturali attraverso la Soprintendenza. Il costo si aggira attorno ai 25 milioni. I lavori potrebbero arrivare a termine entro il 2015.


Totti ha prospettato la possibilità di prevedere un’apertura sul retro del teatro che si affacci sul castello, in modo che nel periodo estivo la platea possa stare all'aperto sotto il cielo stellato.


“Un’ipotesi interessante – commenta Giuliana Moretti – da verificare. Poter utilizzare il teatro in estate per eventi di diverso tipo ne renderebbe sostenibile la gestione, questione non proprio secondaria. Un teatro non basta costruirlo bisogna poi essere in grado di tenerlo aperto e sostenerne i costi”.


Al segretario comunale, Laura Chiodarelli, il compito di illustrare l’excursus storico del cantiere, dal 1990 a oggi, anche attraverso immagini d’epoca che hanno aiutato i commissari a farsi un’idea di come fosse in origine il teatro. Due i progetti modificati: gli anni ‘90 —‘99 sono quelli del progetto Natalini, quelli dal 2002-2004 invece sono stati scanditi dal progetto Cervellati- Garzillo.
Nel 2005 con la chiusura del rapporto con lo studio Natalini si sono quantificati 1,89 milioni di compensi (e in realtà il rapporto rimane aperto per la realizzazione del foyer, sembra fruibile insieme alla sala Ressi dal gennaio 2013).


Tra i costi della vicenda anche i 5 milioni per la costituzione della Spa Teatro “di cui è gravemente responsabile chi ha abbracciato per anni un progetto violento e invasivo”.

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