Approva gli interventi che i governi, compreso quello italiano, hanno assunto di fronte all’emergenza: sussidi, sostegno alle famiglie e alle imprese. Ma avverte subito che la stagione dei sussidi presto finirà. Per una vera ripresa servono investimenti mirati, innanzitutto sul capitale umano e sui giovani. “Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza”.

Ecco in succinta sintesi il messaggio etico, come lui lo ha definito, che l’ex presidente della Bce Mario Draghi ha lanciato dal palco del Meeting 2020. Prima di leggere il testo preparato ha voluto ringraziare gli organizzatori per averlo chiamato a condividere la testimonianza del Meeting che c’è qualcosa che non è paralizzato dall’incertezza dei tempi che viviamo, ed è appunto l’impegno etico. Del resto, il presidente del Meeting Bernard Scholz, al suo esordio nelle vesti di guida della manifestazione, nel saluto iniziale aveva sottolineato che la pandemia è stata l’occasione per “riscoprire se stessi in profondità, il significato delle nostre relazioni umane e sociali, ed anche nuove strade per l’economia, la politica, la vita sociale”. La Special Edition del Meeting, in parte in presenza, in parte online (130 piazze italiane collegate, 25 paesi nel mondo, nei cinque continenti) vuole essere un contributo alla ripartenza, “mettendoci alla ricerca di ciò che conta veramente nella vita, di ciò che ci permette di sperare, di creare, di intraprendere”.

È stata la seconda volta di Draghi al Meeting di Rimini. La prima volta è stata nel 2009, all’inizio della grave crisi, quando era governatore della Banca d’Italia. È tornato oggi, dopo l’esperienza alla Bce, nel bel pezzo di un’altra grave crisi, che ha provocato la necessità di profondi cambiamenti. E Draghi parte proprio dal tema del cambiamento, citando una preghiera di  Reinhold Niebuhr, teologo protestante americano caro al fondatore di Cl don Luigi Giussani: “Dammi la serenità per accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, e la saggezza di capire la differenza”.

Riferendosi alla situazione creata dalla pandemia, Draghi osserva che “dobbiamo accettare l'inevitabilità del cambiamento con realismo e, almeno finché non sarà trovato un rimedio, dobbiamo adattare i nostri comportamenti e le nostre politiche. Ma non dobbiamo rinnegare i nostri principii. Dalla politica economica ci si aspetta che non aggiunga incertezza a quella provocata dalla pandemia e dal cambiamento. Altrimenti finiremo per essere controllati dall'incertezza invece di esser noi a controllarla. Perderemmo la strada”.

Il secondo passaggio è quello sul debito. Sicuramente avrà attirato l’attenzione dei commentatori politici ed economici. Per rispondere all’emergenza, in deroga alle regole europee sul patto di stabilità, si è creato un maggior debito. “Questo debito, sottoscritto da Paesi, istituzioni, mercati e risparmiatori, sarà sostenibile, continuerà cioè a essere sottoscritto in futuro, se utilizzato a fini produttivi ad esempio investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione, nella ricerca ecc. Se è cioè ‘debito buono’. La sua sostenibilità verrà meno se invece verrà utilizzato per fini improduttivi, se sarà considerato ‘debito cattivo’. I bassi tassi di interesse non sono di per sé una garanzia di sostenibilità: la percezione della qualità del debito contratto è altrettanto importante”.

Terzo passaggio: crescita e investimenti, specialmente nei settori della sanità, dell’ambiente, della digitalizzazione. “Il ritorno alla crescita, una crescita che rispetti l’ambiente e che non umili la persona, è divenuto un imperativo assoluto: perché le politiche economiche oggi perseguite siano sostenibili, per dare sicurezza di reddito specialmente ai più poveri, per rafforzare una coesione sociale resa fragile dall'esperienza della pandemia e dalle difficoltà che l'uscita dalla recessione comporterà nei mesi a venire, per costruire un futuro di cui le nostre società oggi intravedono i contorni”.

Vi è però un settore, - avverte Draghi - essenziale per la crescita e quindi per tutte le trasformazioni, dove la visione di lungo periodo deve sposarsi con l'azione immediata: l'istruzione e, più in generale, l'investimento nei giovani. Qui l’affondo è stato particolarmente efficace: “II debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani. È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre. Per anni una forma di egoismo collettivo ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi. Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza”.

Draghi, che il gossip politico indica come possibile futuro capo del governo nel caso di una crisi dell’attuale maggioranza giallorossa, ha elencato anche i criteri che dovrebbe sostenere l’azione di chi governa: la conoscenza, per cui le decisioni sono basate sui fatti, non soltanto sulle convinzioni; il coraggio che richiedono le decisioni, specialmente quando non si conoscono con certezza tutte le loro conseguenze, poiché l’inazione ha essa stessa conseguenze e non esonera dalla responsabilità; l’umiltà di capire che il potere che hanno è stato affidato loro non per un uso arbitrario, ma per raggiungere gli obiettivi che il legislatore ha loro assegnato nell’ambito di un preciso mandato. Ed infine la trasparenza: “L’emergenza ha richiesto maggiore discrezionalità nella risposta dei governi, che non nei tempi ordinari: maggiore del solito dovrà allora essere la trasparenza delle loro azioni, la spiegazione della loro coerenza con il mandato che hanno ricevuto e con i principi che lo hanno ispirato”.

“Tutte le emozioni passano, solo lo stupore rimane”. La frase dello scrittore argentino J. L. Borges, citata nel messaggio che papa Francesco tramite il cardinale Parolin ha fatto pervenire al Meeting, ben si attaglia a descrivere l’esperienza di Mikel Azurmendi. La sua si identifica nel percorso di un uomo che non si è fermato alla prima emozione, che ha saputo uscire dalla propria bolla e dalle proprie certezze consolidate, per lasciarsi guidare dallo stupore alla scoperta di una realtà umana fino a quel momento del tutto sconosciuta.

Azurmendi è un uomo di 75 anni che ha alle spalle una prestigiosa carriera accademica alla Sorbona di Parigi e all’Università dei Paesi Baschi. In gioventù è stato fra i fondatori dell’Eta, il movimento indipendentista basco, dal quale si è distaccato non appena ha intrapreso la strada del terrorismo. È antropologo, sociologo, anche un po’ filosofo, un uomo insomma dai vasti interessi culturali. Dal punto di vista dell’esperienza religiosa si definiva agnostico.

La svolta per lui comincia quando, ricoverato in ospedale, ascolta la voce di Fernando che alla radio commenta la foto del giorno pubblicata dai giornali. Rimane colpito perché quella voce documenta un approccio diverso ai fatti della vita. “Da Fernando esce sempre qualche voce umana intrisa di luci, inaspettata come una riva di uccelli”. Fernando è Fernando Haro, il giornalista che domani sera alle 21 lo intervisterà al Meeting in un incontro che ha lo stesso titolo del libro, L’abbraccio. Verso una cultura dell’incontro, in cui Azurmendi racconta la sua indagine intorno a quello strano “villaggio” di cristiani che gli è capitato di incontrare.

Le felici coincidenze della storia hanno voluto che il testo di Azurmendi uscisse in Italia proprio nello stesso periodo in cui è stato ripubblicato con un certo interesse di pubblico il romanzo di Lloyd Douglas, La tunica, uscito nel lontano 1942. È stato anche oggetto di un incontro promosso dal riminese centro culturale Portico del Vasaio. Vi si racconta la storia del tribuno che vinse ai dadi la tunica di Gesù e che, attraverso varie circostanze, si mette in viaggio fra i villaggi della Galilea alla ricerca degli amici di Gesù, di quanti erano stati con lui, avevano udito le sue parole e visto e i suoi miracoli. È stato talmente colpito da quell’uomo innocente che lui ha contribuito a crocifiggere che vuole saperne di più, che letteralmente non ha pace finché non trova risposta alle domande che lo inseguono.

Il libro di Azurmendi propone oggi la stessa esperienza del tribuno Marcello Gallio. Dopo averlo ascoltato alla radio, l’intellettuale basco parla di Fernando a Javier, un amico prete con cui aveva condiviso iniziative accademiche. Sorpreso, scopre che Javier e Fernando si conoscono, che partecipano dello stesso “villaggio” cristiano. Un “villaggio” che lui stesso incontra la prima volta quando lo invitano a Encuentro Madrid, una sorta di Meeting in terra spagnola. Lì conosce “gente nuova” che non corrisponde all’immagine precostituita che lui aveva di quanti oggi si professano cristiani. Scopre gente lieta, grata, che gratuitamente ha ricevuto e gratuitamente si dona agli altri. Che non confida sulla spada, ma sull’attrattiva che una bellezza disarmata può esercitare sugli altri. Mille domande ribollono nel suo animo e confliggono con quanto ha sempre saputo e pensato, con quello che è stato il suo approccio all’esistenza. Ed allora ritorna all’Encuentro Madrid, va a visitare le scuole che questi cristiani hanno creato e si intrattiene con gli insegnanti, ascolta le loro storie personali, capisce che c’è un modo di educare a lui sconosciuto. Va alla loro caritativa Bocatas, il capitolo più denso e commovente del libro; portano panini e bevande calde a tossicodipendenti e zingari nella bidonville di Madrid, una terra di nessuno dove nemmeno le forze dell’ordine osano inoltrarsi. Lui vuole vedere con i suoi occhi cosa succede. “Perché soccorrere con del cibo chi vuole distruggere la propria vita?”. Non smette di interrogarli, non gli bastano le prime risposte, vuole andare a fondo, fino a che riceve risposte sorprendenti: “L’essere umano è fatto per amare ed essere amato, e io lì lo sono”. Va alle vacanze dei giovani studenti ai Picos de Europa, alle vacanze delle famiglie sui Pirenei. Li guarda, li osserva, si lascia interrogare. Pagina dopo pagina siamo introdotti al mondo di Macario, Belén, Carlos, Pablo, Alberto, Javier, Enrique, Jesus Angel, Jordi, Ferran, e molti altri ancora. Ciò che vede e ciò che gli dicono lo paragona sempre con la sua storia, con ciò che ha studiato, con ciò che hanno detto Durkheim, Wittgeinstein o altri autori. Non si limita all’emozione, mette in moto la ragione. E non parla solo con i capi, si ferma a bere una birra o un caffè con chiunque glielo chieda. Con sua sorpresa gli dicono di ricevere molto da lui. Quando gli chiedono cosa lui ha ricevuto da loro, rimane spiazzato, imbarazzato, non sa cosa dire. Gli viene in aiuto la moglie Irene che semplicemente osserva: “Ogni volta che vi incontriamo, scopriamo di volerci più bene”.

Ecco perché dicevamo all’inizio che l’esperienza di Azurmendi è un segno di contraddizione rispetto alle bolle digitali in cui siamo immersi. E' un'iniezione potente di realtà. Vediamo il percorso di un uomo che non si ferma alle emozioni, anche se queste lo mettono in moto; di fronte ad un fatto o un’affermazione non si limita al “mi piace” o “non mi piace”; non si ferma al sentito dire, non prende per buone le fake news; pur vivendo in una sua bolla accademica e culturale il desiderio di conoscere e capire lo porta a uscire fuori, a inoltrarsi in territori sconosciuti e comunque attraenti. E il cammino progressivamente lo porta a intendere che rapporto hanno con la realtà di oggi parole come salvezza, grazia, carità, fede, bellezza, amore, educazione.

Molto altro si potrà conoscere della sua avventura umana sintonizzandosi domani sera sui canali del Meeting.

Valerio Lessi

L'amministrazione comunale di Rimini ha preso posizione sul decreto di chiusura delle discoteche.

"Il senso del nuovo provvedimento, seppur duro e ancor di più perché in piena estate, - scrive in una nota  - è quello di limitare o evitare il verificarsi di condizioni in cui può aumentare il rischio sanitario (molti casi tra quelli rilevati di Covid continuano ad essere asintomatici). L'obiettivo è non ricadere in una dinamica di crescita incontrollata dei contagi, vanificando così gli sforzi e i sacrifici fatti per magari ritrovarsi, tra qualche settimana, in situazioni ancora di chiusura di molte attività. Il sistema economico non reggerebbe un nuovo lockdown, così come il sistema sanitario e la scuola a cui devono assolutamente tornare i nostri ragazzi.

Le discoteche e altri luoghi non devono essere mai per nessuno il capro espiatorio. Abbiamo chiesto immediatamente che il Governo renda esecutiva l'intenzione annunciata di ristoro economico per mancata attività. Ne va della sopravvivenza delle imprese stesse e di migliaia di lavoratori. Come Comuni e Regione Emilia Romagna chiediamo che il Governo intervenga in maniera robusta a sostegno di un settore come quello dell'entertainment anche notturno già fortemente penalizzato. Servono adeguati indennizzi ai gestori delle discoteche, in particolare a quelle attività ferme da febbraio, e alle migliaia di lavoratori di un settore importante per la nostra economia, ma spesso poco considerato. Troppe imprese rischiano di non sopravvivere se non adeguatamente aiutate in questa fase.

La nuova ordinanza firmata ieri dal Ministro Speranza prevede oltre, la sospensione delle attività del ballo, l'obbligo di mascherina anche all'aperto dalle 18 alle 6 nei luoghi dove vi è rischio di assembramento. Come Comune metteremo in campo un'adeguata e capillare informazione, non prima però di aver concordato modalità esecutive omogenee. A tale scopo il sindaco Gnassi ha contattato il Prefetto affinché dal Governo possano arrivare circolari esplicative per un'applicazione univoca dell'ordinanza.

Vista anche l'esperienza di questi mesi, l'appello al Governo è che non si lascino soli i prefetti, i Comuni, le imprese nell'applicazione del provvedimento. Si chiariscano modalità di controllo e anche chi e come lo attua. Si usi rigore e buon senso per garantire che non si creino situazioni che possano mettere a rischio il benessere e la sicurezza della comunità e degli ospiti, e al contempo non si ospedalizzi la vita. Non si torni quindi a ordinanze prese al vertice, il cui senso e obiettivo è comprensibile è giusto, ma che scaricano sui territori la gestione. La nostra Regione ha avuto un ruolo fondamentale in questi mesi, abbiamo affrontato situazioni anche molto più complesse, ma deve essere definita insieme una linea comune tra Governo, Regioni, Prefetture. Insieme, e grazie alla responsabilità di ognuno, le nostre comunità, le imprese, le istituzioni, le parti sociali, le forze dell'ordine dovranno e sapranno lavorare e gestire anche questa fase per il bene del Paese".

Nel messaggio fatto pervenire al Meeting tramite il cardinale Parolin, papa Francesco cita Il cardinale Bergoglio. Sono due brani tratti da un intervento di presentazione a Buenos Aires del libro di don Luigi Giussani, Il senso religioso. Sono entrambi citati a commento del titolo del Meeting 2020 che comincia domani al Palacongressi sul tema "Privi di meraviglia, siamo sordi al sublime".

“Non solo il cuore dell’uomo – ecco il primo brano – si presenta come un segno ma anche l’intera realtà. Per interrogarsi di fronte ai segni è necessaria una capacità estremamente umana, al prima che abbiamo come uomini e donne: lo stupore, la capacità di stupirsi, come la chiama Giussani. Solo lo stupore conosce”. E a rafforzare il concetto, viene citata anche una frase dello scrittore argentino Borges: “Tutte le emozioni passano, solo lo stupore rimane”.

La seconda citazione è questa: "L’uomo non può accontentarsi di risposte ridotte o parziali, obbligandosi a censura o dimenticare qualche aspetto della realtà. Dentro di sé egli possiede un anelito di infinito, una tristezza infinita, una nostalgia che si appaga solo con una risposta ugualmente infinita. La vita sarebbe un desiderio assurdo, se questa risposta non esistesse”.

Il papa sottolinea inoltre che il titolo di quest'anno «offre un contributo prezioso e originale in un momento vertiginoso della storia. Nella ricerca dei beni più che del bene, tanti avevano puntato esclusivamente sulle proprie forze, sulla capacità di produrre e guadagnare, rinunciando a quell'atteggiamento che nel bambino costituisce la stoffa dello sguardo sulla realtà: lo stupore». Aggiunge papa Francesco: «è questo stupore che mette e rimette in moto la vita, consentendole di ripartire in qualunque circostanza».

«Nei mesi scorsi abbiamo sperimentato quella dimensione dello stupore che assume la forma della compassione in presenza della sofferenza, della fragilità, della precarietà dell'esistenza. Questo nobile sentimento umano ha spinto dottori e infermieri ad affrontare la grave sfida del Coronavirus con strenua dedizione e ammirevole impegno». Per questo il titolo del Meeting «costituisce un potente richiamo a calarsi nelle profondità del cuore umano attraverso la corda dello stupore», al punto che «è accaduto qualcosa di apparentemente paradossale: invece di spegnerne la sete più profonda, il confinamento ha ridestato in alcuni la capacità di meravigliarsi di fronte a persone e fatti dati prima per scontati».

Qui il testo integrale del messaggio

La possibilità di un accordo programmatico ed elettorale fra Pd - 5 Stelle è una novità di rilievo del panorama politico. Non sorprende che Emma Petitti, presidente dell’assemblea legislativa regionale e leader locale dell’area Pd Orlando-Zingaretti, sostenga con convinzione questa linea. Fa parte della maggioranza interna che ha eletto Zingaretti alla segreteria nazionale e pertanto ne condivide le scelte politiche. Colpisce invece una frase contenuta nel lungo post su Facebook in cui ha voluto tracciare la linea per il Pd locale. Dopo aver spiegato che la nuova alleanza in sede locale non deve ridursi ad un fatto tecnico, ad un escamotage per battere la destra, osserva: “È una realtà complessa, che va sperimentata, territorio per territorio, comune per comune, mettendo anche in discussione scelte politiche e amministrative figlie delle azioni di governo di questi anni”.

Petitti afferma quindi che sull’altare dell’alleanza con i grillini può essere sacrificata anche l’esperienza amministrativa del sindaco Andrea Gnassi. Il messaggio lanciato sembra essere questo: se per raggiungere un accordo per il Comune di Rimini serve mettere in discussione qualche scelta della giunta uscente, siamo pronti ad aprire il confronto. È noto come i grillini, per quanto assenti dal consiglio comunale in questo mandato perché nel 2016 le divisioni interne impedirono loro di presentare una lista e un candidato sindaco, siano sempre stati critici con la gestione Gnassi. Certamente nel periodo 2011-2016 in cui erano all’opposizione, ma anche negli ultimi anni con le prese di posizione pubblicate sui loro social.

In un accordo fra chi fino a ieri si è combattuto occorre che qualcuno rinunci a qualche propria bandiera per dare soddisfazione all’ex avversario, oggi alleato. Petitti con generosità fa il primo passo e offre su un piatto d’argento la discontinuità con l’attuale amministrazione.

La proposta di Petitti è una spia molto luminosa dello stato dei rapporti interni nel Partito democratico. La prospettiva dell’alleanza con i 5 Stelle viene colta come la provvidenziale opportunità per spingere sull’acceleratore di una scelta che è preventiva, come del resto era anche emerso nell’ultima direzione provinciale dove più di qualcuno aveva pigiato il tasto della discontinuità.

Ma la posizione espressa dall’autorevole esponente coincide con quella ufficiale del partito? Quando al segretario provinciale Filippo Sacchetti gli si legge la frase prima citata, scatta una risposta diplomatica: “Non so cosa voglia dire, non sono un translator. Bisognerebbe chiedere a lei cosa intende. Da quel che ho letto sui giornali mi pare che anche lei inviti ad un confronto programmatico che dovrà essere declinato nei territori. Una cosa è Rimini, dove noi governiamo, un’altra Cattolica dove noi siamo all’apposizione di una giunta 5 Stelle”.

La presidente dell’Assemblea legislativa nel suo intervento ha aggiunto un altro elemento di significativa discontinuità. Petitti sostiene che il campo largo del centrosinistra va costruito anche con le “vere forze civiche che nascono sui territori e con i movimenti che in Emilia-Romagna ci hanno aiutato a creare il clima per vincere le elezioni regionali, come il movimento delle Sardine e i ragazzi di Friday for Future per la transizione ecologica”. Nemmeno troppo fra le righe si legge una definitiva liquidazione di esperienze come quella di Patto Civico. Non solo come impossibile riproposizione del passato (del resto adesso il gruppo in consiglio comunale si chiama Patto Civico - Italia Viva), ma anche come eventuale futura formazione di liste di natura centrista. Petitti privilegia le Sardine (di cui è lecito domandarsi quale radicamento territoriale abbiano a Rimini) e i giovanissimi di Friday for Future (dei quali ci si può chiedere di quanti voti dispongano). Del resto va considerato che la distanza non di una parte con l’altra: come possono elettori e forze moderate inserirsi in un’alleanza a forte caratterizzazione populista? Se si chiede a Sacchetti di commentare anche questo passaggio, ripete che “Non sono un translator che commenta le posizioni di un autorevole esponente”.

Resta sempre l’interrogativo su quanto le posizioni di Petitti siano condivise fino in fondo nel partito. In queste ultime settimane si è notato molto attivismo dell’area di cui sono massimi esponenti lei e l’ex assessore regionale Maurizio Melucci. Viceversa, non si intravede nessuna corrente organizzata gnassiana (usiamo l’espressione per capirci) e nessun esponente che pubblicamente, a nome del partito, sostenga le iniziative e le proposte del sindaco. L’aver sistematicamente ignorato, quando non sfidato, il proprio partito ha reso forte il sindaco nell’opinione pubblica ma debole in ciò che resta delle liturgie interne di costruzione del consenso. Per completezza, va registrata anche l’ipotesi che in realtà l’agitarsi di Petitti sia solo finalizzato a costruire una rete di protezione per il proprio gruppo e non a voler forzare la mano con una candidatura discontinua rispetto a Gnassi.

Sull’alleanza Pd – grillini molti altri interrogativi restano aperti. Innanzitutto non si capisce chi siano gli interlocutori del messaggio lanciato dalla consigliera regionale. Chi a Rimini può parlare e impegnarsi a nome dei 5 Stelle? Non esiste una rappresentanza in consiglio comunale. Non esiste un presidente di meet-up che possa essere la voce ufficiale. Ci sono i parlamentari: una, Giulia Sarti, è da tempo sparita dai radar; l’altro, Marco Croatti non ha alcun mandato, è semplicemente, come dicono loro, un portavoce in Senato.

L’alleanza è pensata per poter battere la destra. Ma sono sicuri i democratici che presentandosi organicamente insieme ai pentastellati si amplierà automaticamente l’area del consenso? Molti elettori democratici sono già indignati perché nell’esperienza di governo il Pd di Zingaretti è apparso remissivo oltre ogni limite alle pretese grilline e non ha saputo tenere il punto su alcun tema programmatico. Se l’alleanza per il governo centrale poteva essere tollerata per tenere fuori Salvini e la sua pretesa di pieni poteri, sono sicuri che gli elettori lo seguiranno in questo definitivo abbraccio al populismo statalista? E sull’altra sponda, si è sicuri che tutti gli elettori grillini condivideranno la scelta di andare con cui è sempre stato presentato come il nemico da sconfiggere?

Domani al Palacongressi di Rimini prende il via la Special Edition del Meeting. Alla vigilia, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Bernhard Scholz, il seguente messaggio:

«Questa quarantunesima edizione del Meeting si svolge mentre la terribile pandemia semina sofferenze e morte a ogni latitudine, facendo irruzione nella nostra storia e costringendoci a un rallentamento, purtroppo con pesanti conseguenze economiche e sociali.

Siamo ora chiamati a ripartire con maggiore qualità, con più forte coscienza di comunità, con un nuovo sviluppo che rispetti la natura e superi le discriminazioni sociali.

Gli organizzatori del Meeting ne hanno manifestato consapevolezza nel confermare il programma di iniziative. Queste, ancora una volta, accresceranno il patrimonio culturale e le occasioni di confronto nel Paese, e rappresenteranno per le tante comunità di riferimento un momento importante di fraternità e di crescita.

Ai promotori, ai volontari, ai relatori, agli ospiti rivolgo l’augurio più sincero.

Il tema di quest’anno – “Privi di meraviglia restiamo sordi al sublime” – è stato scelto prima che comparisse il virus e tuttavia costituisce uno stimolo, quanto mai appropriato, per riflettere su quanto avvenuto e per avviare l’opera di ricostruzione. Questa non può attendere e ha bisogno, al tempo stesso, di profonda idealità, di ampia visione, di grande concretezza.

Nei passaggi storici più importanti pesano, ovviamente, le condizioni materiali. Ma il rilancio è possibile se, accanto al legittimo gioco degli interessi, si manifesta capacità progettuale, tendenza allo sviluppo integrale della persona, impegno per la crescita di umanità che sconfiggano spinte alla chiusura, al risentimento, all’avversione, che condurrebbero invece al fallimento.

Il Meeting, fin dalle sue origini, ha guardato l’orizzonte europeo come tratto decisivo del nostro futuro. Cogliere il cambiamento, di cui l’Unione europea è stata capace nella risposta alla pandemia e nel progettare la ripartenza, è oggi la premessa di un rilancio dell’Italia. Il nostro Paese ha dato prova, ancora una volta, delle sue energie morali e civili e soltanto nell’integrazione e nella solidarietà europea può costruire un domani adeguato per i suoi figli.

All’impegno economico, sociale, culturale che ne deriva tutti possiamo e dobbiamo contribuire. Le istituzioni anzitutto e l’intera società, con le sue forze economiche e le sue preziose autonomie sociali. Questo è il percorso per colmare i ritardi e rendere più saldi l’Italia e l’avvenire delle sue giovani generazioni».

Dura reazione di Gianni Indino, presidente del SILB dell’Emilia Romagna, all'ordinanza regionale che obbliga le discoteche al 50 per cento della capienza e ad imporre la mascherina anche quando si balla all'aperto.

“Adesso basta, non ci stiamo più! Non possiamo essere sempre noi la vittima sacrificale. Serviva uno scalpo da esporre all’opinione pubblica – tuona Gianni Indino, presidente del SILB dell’Emilia Romagna -, serviva una vittima sacrificale da consegnare ai benpensanti? Ecco, adesso l’avete. Ma non ci stiamo più: ci siamo stancati di essere considerati la causa di tutti i mali.

Non nascondo il profondo dispiacere per l’Ordinanza della Regione Emilia Romagna che da domani 15 agosto imporrà di fare entrare nei locali da ballo del nostro territorio il 50% delle persone rispetto alla capienza, con chiusura immediata del locale in caso di inosservanza e mascherine obbligatorie anche all’aperto. Sono molto dispiaciuto e allo stesso tempo molto preoccupato, per una decisione che arriva a poche ore dalla sua entrata in vigore e che metterà in seria difficoltà non solo i gestori dei locali, ma l’intero territorio.

I ragazzi sulla Riviera ci sono già e sono tanti. I biglietti per i locali da ballo per la serata di Ferragosto sono già stati acquistati in prevendita on-line. Forse la politica pensa che con questa Ordinanza i ragazzi torneranno a casa ordinatamente domani mattina? Invece si presenteranno comunque in discoteca sperando di essere i fortunati ad essere ammessi alle feste. Come faremo a gestire queste situazioni? Come faremo a fare entrare solo la metà delle persone senza creare il caos? E poi, i ragazzi che resteranno fuori, dove andranno a passare la nottata? Nei parchi, in spiaggia, nelle piazze, alle feste abusive? E chi li controllerà? Le forze dell’ordine dovranno anche presidiare il resto territorio per scovare i delinquenti veri. Magari si chiamerà l’esercito, così daremo una bella immagine del territorio.

Sono settimane che l’opinione pubblica cerca un capro espiatorio, il posto dove si annidano tutti i mali. Ed ecco la discoteca, come sempre pronta all’uso: se i ragazzi si drogano è perché sono andati in discoteca, se bevono è perché sono andati in discoteca, se sono maleducati è perché frequentano la discoteca. Ci mancava solo di essere tacciati di essere degli untori, ancora una volta senza motivi reali. A Rimini, per esempio, negli ultimi giorni i nuovi contagi sono sempre stati a una cifra, quasi tutti da screening programmati e nessuno, dati alla mano, è stato contagiato in discoteca. Ma questo a chi importa? Pare non importare a nessuno."

Il sindaco di Bellaria Filippo Giorgetti ha diffuso un auguriodi buon Feragosto a tuisti e operatori economici, sottolineando come questo sia il ferragosto di un'estate vera, non quella dimezzata temuta per il coronavirus.

“Non troppo tempo fa, guardavamo a questa ricorrenza, nel cuore dell’estate, così lontana ma anche così vicina, così simbolica e significativa per chi vive di turismo, con tutta la preoccupazione che ha accompagnato, nel nostro Paese come in gran parte del mondo, la fine della primavera e l’inizio dell’estate”, le parole pronunciate dal Sindaco. “Non sapevamo”, continua, “quali scenari ci avrebbero aspettato, anche da un punto di vista sanitario. Non sapevamo se e quanti ci avrebbero scelto, quest’anno, quale meta delle proprie vacanze. Ma pur nell’incertezza, eravamo consapevoli che, come sempre, la nostra terra, le sue famiglie ed i suoi operatori sarebbero rimasti in piedi, si sarebbero rimboccati le maniche e avrebbero affrontato la stagione estiva 2020 rispettando le regole del gioco. Così come d’altra parte”, sottolinea “la nostra comunità ha saputo fare durante le settimane durissime del lockdown. Oggi, è bello poter dire che non ci eravamo sbagliati. Che è estate vera e che ci accingiamo a vivere un Ferragosto vero. Il resto lo hanno fatto la bellezza del nostro territorio e del nostro mare, la qualità della nostra offerta turistica, la dimensione umana che lega coloro che vengono a Bellaria Igea Marina e chi li accoglie. Per questo, per dare un senso ai nostri sacrifici e valorizzare ciò che ci siamo guadagnati, settimana dopo settimana, giorno dopo giorno, è importante non abbassare la guardia e rispettare le ormai note prescrizioni che contengono il rischio di contagi. Dalla mascherina al distanziamento sociale, che continuiamo a incentivare con progetti specifici come le Arene Safety all’aperto o la Safety Beach sulla spiaggia libera di Igea Marina, ma anche privilegiando eventi itineranti che evitano assembramenti prolungati e concentrati in singoli luoghi. A tutti voi”, conclude, “l’invito a vivere questi giorni di festa con gioia e nel rispetto di poche, semplici regole. Buon Ferragosto.”

L'assessore al turismo di Riccione Caldari  ha rivolto un augurio di buon Ferragosto agli oepratori economici, sottolineando alcuni dati che mettono in evidneza come la stagione 2020, annuncia come catastrofica, stia in realtà andando molto bene.

"Vorrei augurare a tutti Voi, a tutti gli operatori economici di Riccione, a tutte le categorie di imprenditori e di lavoratori, a tutte le componenti della nostra città, Buon Ferragosto 2020. Una festività che corona un'estate che non ci aspettavamo, ma che ci siamo guadagnati con caparbietà e lavoro sodo e che, stando ai primi indicatori economici, ci ha premiato. Qualcuno potrebbe obiettare che è presto per cantare vittoria! Forse è vero, ma è vero anche che lo spirito di squadra di questa Amministrazione che ha lottato con tutti Voi per questa città e affinché nessuno rimanesse indietro, i risultati li ha portati a casa. Siamo stati una comunità reattiva, prudente quando serviva essere prudente, coraggiosa quando c'era bisogno di dare coraggio e sostenere una comunità economica che, solo 4 mesi fa, temeva di dover rinunciare completamente all'estate e al lavoro a causa di chiusure e misure drastiche. Abbiamo alzato la voce e i numeri oggi premiano. Uno dei primi dati disponibili, uno dei primi indicatori che può dare il polso della situazione estiva, parla di un successo inatteso e inaspettato se confrontato allo scorso anno. 

La raccolta dei parcometri nel mese di luglio del 2019 era stata di 299 mila euro. Nel mese di luglio 2020, è di 298 mila euro. Una tenuta totale del nostro brand che in agosto vola perché se i primi giorni di agosto 2019 la raccolta era stata di 98mila euro, quest'anno è di 102 mila euro. Abbiamo superato il 2019. E c'è un altro dato fondamentale, se nel 2019 i pagamenti per la maggior parte erano stati cash e con le carte di credito solo per 4 mila euro, quest'anno i pagamenti con le carte sono già di 40 mila euro. Un particolare che indica come il turista che sceglie Riccione sia un turista con carta di credito abituato ad usarla. Un turista che spende e ha un potere di acquisto importante. 

Un successo quello del brand Riccione che noi tutti dobbiamo a Voi operatori che avete saputo adeguare, migliorare e perfezionare sempre di più i vostri prodotti. A Riccione possiamo vantare eccellenze a livello nazionale e internazionale in ogni segmento economico e turistico. Questo vedete è gioco di squadra! 

Buon Ferragosto 2020"

Dopo Misano Adriatico, Cervia, Cattolica, Riccione e Bellaria Igea Marina, fa tappa in piazzale Fellini a Rimini il progetto "Riviera sicura", l'attività di screening mirata alla prevenzione della trasmissione del Covid-19 promossa dalla Regione e dall'Ausl Romagna. Da lunedì 17 a lunedì 24 agosto (domenica esclusa) sarà possibile rivolgersi alla clinica mobile che sarà posizionata in piazzale Fellini per sottoporsi al test sierologico rapido, esame che evidenzia se si sono avuti contatti col coronavirus. In caso di risulto positivo, gli utenti potranno effettuare direttamente il tampone per sapere se la malattia è in corso.

L'esame sierologico rapido, effettuato dal personale sanitario, avviene attraverso il prelievo di una goccia di sangue con pungidito. Il test è in grado di stabilire se un soggetto ha prodotto anticorpi (IgM e IgG) ed è quindi è entrato in contatto con il virus. Il referto sarà consegnato immediatamente e, in caso di positività, sarà subito effettuato il tampone naso faringeo. Per il test sierologico sarà richiesto all'utente un contributo di 10 euro mentre l'eventuale tampone naso-faringeo sarà a carico dell'Azienda USL.

Un'opportunità non solo per i turisti che avranno l'occasione di godersi con ancor maggior spensieratezza il soggiorno a Rimini, ma anche per i dipendenti delle attività turistiche e ricettive che, per gli orari di lavoro, hanno maggiore difficoltà a recarsi nelle strutture aziendali che effettuano i test. 

La clinica mobile sarà attiva lunedì 17 agosto dalle 11 alle 13; da martedì 18 a sabato 22 agosto e lunedì 24 agosto dalle ore 9 alle 13. 

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