Elezioni Rimini. La Lista Jamil presenta i suoi 32 candidati
Presentata la Lista Jamil, a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra Jamil Sadegholvaad. Nella conferenza stampa tenutasi all'arena Francesca da Rimini di piazza Malatesta sono intervenuti lo stesso Jamil, il portavoce Kristian Gianfreda, il coordinatore Moreno Maresi e il sindaoc Andre Gnassi.
Ecco la lista di candidati:
Daniela De Leonardis, 59 Artigiana, consigliere Comunale uscente
Daniela Farina, 48 Blogger, professionista settore ambientale
Isabel Fonseca, 52 Dipendente AUSL
Francesca Giovannetti, 44 Avvocato
Lucia Lamarra, 60 Presidente Centro Sociale Anziani Rione Montecavallo
Michela Leardini, 29 Infermiera Reparto Infettivi Ospedale di Rimini
Cristiana Maceroni, 47 Coordinatrice Volontari Protezione Civile, Manager Tour Operator
Sabrina Marchetti, 53 Presidente Associazione Crescere Insieme
Ilaria Messori, 37 Membro associazione Sarà, dipendente Fiera
Daniela Montagnoli, 60 Presidente 5° Peep, imprenditrice
Morena Rocchi, 55 Insegnante Scuole Medie
Giorgia Sarti, 36 Chimica industriale
Serena Soldati, 42 Dipendente Associazione Papa Giovanni XXII
Uliana Juanita Vergoni, 53 Imprenditrice, ambientalista e animalista
Andrea Bellucci, 33 Commercialista, consigliere Comunale uscente
Gabriele Bernardi, 48 Albergatore
Vittorio Brigliadori, 57 Presidente Associazione Rimini San Marino, albergatore
Simone Campolattano, 42 Avvocato, organizzatore Rimini Marathon
Riccardo Fabbri, 76 Imprenditore
Alessandro La Motta, 55 Artista, insegnante
Michele Lari, 28 Imprenditore, presidente Team Bota
Giovanni Marra,44 Avvocato, amministratore di condominio
Vincenzo Mirra, 44 Avvocato, amministratore di condominio
Luca Mondaini, 57 Vicepresidente CAI Rimini
Gilberto Montebelli, 64 Imprenditore, presidente Comitato Turistico Rivazzurra
Mirco Muratori, 45 Libero Professionista, consigliere Comunale uscente
Elio Piersanti Gessaroli, 63 Avvocato CNA
Samuele Ramberti, 27 Imprenditore, educatore
Andrea Rinaldi, 54 Maestro Elementare
Daniele Tosi, 56 Organizzatore Eventi Sportivi
Marco Zamagni, 66 Ex dirigente ARPAE, consigliere Comunale uscente
Giammaria Zanzini, 66 Ex dirigente ARPAE, consigliere Comunale uscente
Dichiarazione di Kristian Gianfreda portavoce della Lista Jamil
Le 32 persone candidate nella lista sono rappresentanti delle parti più vive e più costruttive della città. Questo elenco è una foto bellissima di Rimini. In questi anni anime e culture diverse hanno imparato a lavorare insieme, pubblico e privato: consiglieri comunali, assessori e sindaco insieme ad associazioni, imprenditori, comitati e cooperative.
Abbiamo bisogno di dare risposte alle incognite del futuro insieme a chi vive e lavora, partecipazione e coprogettazione sono il presente ed il futuro di questa amministrazione.
Non vogliamo abbandonare questo percorso, non vogliamo tornare indietro e lasciare la città in mano a chi fino ad oggi ha remato contro questo enorme passo avanti. Vogliamo continuare a lavorare come abbiamo fatto, con la libertà di progettare senza vincoli, con l’unico obiettivo del bene comune.
Il civismo che rappresentiamo è fatto da persone che hanno una storia di impegno nella società, che hanno interpretato e interpretano con questo spirito il loro stesso essere imprenditori, lavoratori, professionisti.
Un civismo che assume il compito di accorciare il rapporto tra il governo della cosa pubblica e i cittadini, tra politica e i cittadini.
I 32 candidati fanno parte del progetto che ha costruito la città come la vediamo oggi.
Rimini è rinata, e non solo da un punto di vista urbanistico e architettonico. Nella lista sono presenti rappresentanti della società che costruisce, guarda avanti e non lascia indietro nessuno. Imprenditori, educatori, professionisti, operatori turistici, cooperanti, commercianti, artisti…
Dichiarazione di Moreno Maresi coordinatore della Lista Jamil
Tutto l’entusiasmo delle persone, tante donne e tanti uomini, che hanno deciso di impegnarsi in prima persona, di metterci la faccia è molto contagioso.
E anch’io quindi sono pieno di entusiasmo.
A me piace in questo caso fare riferimento alla terminologia sportiva, e quindi utilizzo, non a caso, il termine “squadra”.
Questa è veramente una bella squadra composta da tanti campioni del civismo che corrono insieme per la nostra città con competenza e tanta voglia di fare.
Dichiarazione di Andrea Gnassi, sindaco di Rimini
Dopo 10 anni siamo qui, con un processo così forte, vero, vivo, di partecipazione civica. Questo è straordinario. Una lista che non nasce oggi. Questa lista è figlia di un processo. È figlia del fatto che quando abbiamo iniziato ad immaginare una idea di città radicata nel territorio aveva lo sguardo della città europea e avanzata. Siamo partiti dall’idea di una Rimini europea che non perde il suo dialetto.
Una idea di città che abbiamo costruito insieme con la partecipazione, attraverso le assemblee, il piano strategico che ha tessuto relazioni con ventimila persone che hanno partecipato a questo processo. Si sono costruiti legami e relazioni. E questa lista è proprio figlia di questo percorso, di questo processo e non di un cammino solitario. Qui ci sono persone che sono nel commercio, nelle imprese, nella sanità, nello sport, nelle libere professioni, nell’arte, nel volontariato. Persone che sanno cosa significa tenere insieme la comunità. Gente che si impegna ogni giorno, che fa fatica nel lavoro. Qui c’è la Rimini che lavora e che si impegna ogni giorno per lo sviluppo della città.
Dichiarazione di Jamil Sadegholvaad, candidato sindaco di Rimini
Oggi presentiamo la lista civica, la mia lista. Sono molto orgoglioso perché di questi 32 nomi non ne abbiamo sbagliato uno. Ogni donna e uomo rappresenta un mondo. Da quello economico all’associazionismo, dai liberi professionisti al settore sanitario. Abbiamo messo insieme una squadra pazzesca. Dopo 10 anni possiamo dire di lasciare una Rimini migliore di come l’abbiamo trovata, ma è una Rimini proiettata verso il futuro e sono certo che potrà intercettare, prima di tante altre località turistiche italian,e la ripresa post covid. Questo non vuol dire che siamo arrivati, siamo una città in cammino e c’è ancora tantissimo da fare. C’è da dare attenzione a tutta la città di Rimini dal forese al mare. Dobbiamo tenere insieme la nostra comunità, perché una città deve considerare anche le problematiche sociali. E su questo mi sento di impegnarmi. Insieme a voi, per i mondi che rappresentate porteremo avanti il lavoro e consegneremo nel 2026 una Rimini ancora migliore.
Elezioni Rimini. La lista che sostiene il candidato sindaco Mario Erbetta
Il candidato a sindaco Mario Erbetta dichiara di aver raggiunto le firme necessarie per la
presentazione della lista Erbetta Sindaco. "Nonostante rumors creati ad arte che indicavano un suo ritiro per un apparentamento con altre liste e candidati, - si legge in una nota - formalizza la sua discesa in campo autonoma appoggiato dalla sua lista Rinascita Civica, dai Liberalsocialisti per l'Italia e dagli Amici dell'Avanti!
Nella lista sono presenti le varie anime di Rimini: operai, impiegati pubblici e privati,imprenditori sia balneari che della notte, sindacalisti, liberi professionisti, fotografi, veterinari, amministratori di condominio, toilettatrici per animali, operatori sanitari, parrucchiere, casalinghe, studenti, pensionati e diversamente abili.
"I candidati - afferma la nota - rappresentano in pieno la nostra città e l'essere realmente l'unica realtà civica locale nata tre anni fa sotto la bandiera di Rinascita Civica, ben prima delle elezioni, con una visione di
città e di società chiara in cui si realizzi quell'alleanza tra Meriti e Bisogni che possa dare il giusto equilibrio a Rimini.
Questi i candidati della lista Erbetta Sinaco:
COLONNA Gabriele, 47 anni, impiegato
ALUIGI Mauro, 59 anni, bancario esodato
CECCHETTI Stefania, 44 anni, avvocato non iscritto all'albo
BELLI Gianluca, 46 anni, operatore d’esercizio- autista
ERBETTA Clara, 51 anni, impiegata amministrativa
CELLI Renato, 46 anni, ingegnere e imprenditore
OSORIO Hasbleydy Stella, 65 anni, OSS pensionata
SILVESTRI Giuseppe, 62 anni, OSS sanità privata
PEDRINI Giuseppina Ernestina,60 anni, Pensionata di Poste Italiane
ALFIERI Oscar Salvatore, 43 anni, Capo Officina
BERTOZZI Deborah, 52 anni, Casalinga
REINCHART Samuele, 44 anni, operaio
MORRI Riccardo, 65 anni, ex imprenditore della notte titolare del mitico Barcelona Disco
ORLANDI Agnese, 42 anni, responsabile locale del movimento femminile dei
Liberalsocialisti per l’italia
PANZELLA Francesco, 33 anni, imprenditore
VILLA Barbara, 50 anni, Toelettatrice di animali
MARCANTONI Sara, 30 anni, casalinga
BAIARDINI Salvatore, 39 anni, collaboratore scolastico
ANGELINI Fiorenzo, 53 anni, geometra di cantiere
SARTI Elga, 52 anni, parrucchiera
DALL’ASTA Sante, 74 anni, Dirigente aziendale e imprenditore balneare
ANGELINI Nicola, 19 anni, studente
LUCCARELLI Angela, 61 anni, libera professionista
RIZZO Marco, 39 anni, OSS Ospedaliero
GRILLO Francesco Vito, 48 anni, Fotografo
PARI Matteo, 48 anni, impiegato
ANGELINI Eros, 62 anni, amministratore di condominio
D’AGUÌ Francesco,21 anni, Segretario nazionale dei Liberasocialisti per L’italia
SAVU Andrei Daniel, 25 anni, Presidente Xplore A.S.D. & Ambasciatore Italiaano Parkour
SALVATORI Cinzia, 67 anni, Casalinga
PALMA Emilia, 61 anni, Assistente Amministrativa Scolastica
GIORDANO Emanuele, 47 anni, Veterinario
“Sono molto onorato dell'appoggio alla mia candidatura di questi amici e compagni che come mehanno deciso di metterci la faccia in questa avventura che abbiamo definito la Terza Via Riformista
e Autonomista alternativa a destra e sinistra. Una sfida non facile ma pur non avendo grandi sponsoreconomici abbiamo un grande cuore e tante braccia. Faremo una campagna elettorale all'antica: casa per casa, famiglia per famiglia, persona per persona perchè riteniamo che la politica debba tornare in mezzo alla gente per ascoltare e comprendere i problemi quotidiani dei nostri cittadini” dichiara Mario Erbetta.
Chiude il Meeting, il prossimo anno il tema sarà "Una passione per l'uomo"
La 42° edizione del Meeting di Rimini ha aperto l'orizzonte di una ripartenza possibile e sostenibile, incoraggiando un'assunzione di responsabilità personale di fronte alle sfide del nostro tempo. Il titolo "Il coraggio di dire «io»" ha sollecitato la riflessione sull'iniziativa del singolo come origine di una socialità più solidale e l'urgenza delle domande esistenziali come fonte di relazioni più vere e di dialoghi più aperti ad un arricchimento reciproco. Con gratitudine è stato accolto l'invito del Santo Padre al dialogo e alla testimonianza e nei dibattiti è stato ripreso il richiamo del Presidente della Repubblica al legame fra libertà e responsabilità per il bene comune pronunciato durante l'evento inaugurale. La tragedia dell'Afghanistan è stata al centro di numerosi incontri, evidenziando come la libertà e la democrazia siano tutt'alto che scontate e che la loro difesa dipende da un lato dall'educazione e dal coraggio civile di un popolo e dall'altro da un contesto geopolitico capace di contenere le minacce più violente rispettando le identità culturali e religiose.
Come già nel Meeting del 2020 - che si è svolto come "edizione speciale" prevalentemente in streaming - anche quest'anno più di 70 incontri sono stati trasmessi in forma digitale e televisiva con traduzione diretta in inglese e spagnolo. In più di 20 Paesi si sono realizzati incontri collegati al Meeting di Rimini.
Passando alle mostre, "Vivere senza paura nell'età dell'incertezza" è il titolo di una delle mostre più frequentate e di uno degli incontri più partecipati del Meeting. Entrambi hanno messo al centro il dialogo tra il filosofo Charles Taylor, il teologo anglicano Rowan Williams e il presidente di Comunione e Liberazione Julián Carrón. In un percorso multimediale la mostra presenta diversi aspetti della cultura postmoderna facendo emergere che la secolarizzazione è per i cristiani una "vocazione", un "invito", un'"opportunità" per riscoprire e far crescere l'esperienza di una fede autentica. Altre mostre hanno messo in evidenza l'attualità dell'opera di Pasolini, l'impatto delle serie tv sulla vita personale e sociale, esempi virtuosi di donne che hanno avuto il coraggio di creare in mezzo a mille difficoltà un lavoro e relazioni di amicizia.
Edith Bruck, Elisa Fuksas, Susanna Tamaro, Eraldo Affinati, Carmen Pellegrino, Gian Mario Villalta, Andrea Benanti, Pupi Avati, Fabio Volo, Luca Doninelli, Alessandro Baricco, Sergio Givone, Jean-Paul Fitoussi sono solo alcuni protagonisti del mondo della cultura che hanno portato al Meeting le loro testimonianze attraverso videointerviste o interventi diretti.
Come sempre poi la scienza ha segnato una dimensione originale del Meeting. L'io umano è stato colto come "oggetto" di indagine scientifica nei suoi livelli più costitutivi e misteriosi (il linguaggio e la coscienza) e come soggetto di uno sguardo all'intero universo, coinvolgendo personalità del calibro di Andrea Moro, Marcello Massimini, Juan José Gómez Cadenas e sul tema dei buchi neri supermassivi del premio Nobel per la Fisica 2020 Reinhard Genzel.
In diversi incontri e mostre l'educazione e la formazione professionale sono state evidenziate come strade per la ripresa e la creazione di un lavoro dignitoso. A questi temi è stato dedicato il talk quotidiano "Il lavoro che verrà", a cura della Fondazione per la Sussidiarietà. Sempre in una prospettiva orientata alle future generazioni sono state messe a tema la sostenibilità ambientale e sociale dell'economia, il Pnrr e la riforma dei sistemi sanitari, le nuove tecnologie, la mobilità e le nuove fonte di energia. Numerosi ministri, presidenti di regione, imprenditori, operatori sociali e sindacalisti hanno discusso di questi temi.
Il russo Damir Mukhetdinov, segretario esecutivo del Forum Internazionale Musulmano, David Rosen, Direttore internazionale degli affari interreligiosi del Comitato Ebraico Americano, il cardinale Louis Raphaël I Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei e il cardinale Matteo Maria Zuppi hanno discusso sull'enciclica Fratres Omnes evidenziandone la centralità in questo tornante della storia del mondo.
Varie iniziative di cooperazione internazionale dell'Italia o con base operativa in Italia sono state esposte in un padiglione dedicato. In un incontro sullo sviluppo della cooperazione il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha chiarito la posizione italiana ed europea di fronte alla tragedia dell'Afghanistan, indicando il G20 come luogo multilaterale più adatto e necessario per discutere sulle nuove politiche internazionali.
Uno dei temi centrali è stato il futuro della democrazia, che ha visto fra gli altri interventi del presidente Luciano Violante, dei professori Joseph Weiler e Sabino Cassese. In questo contesto tematico si è collocato un incontro fra i leader dei partiti presenti in Parlamento: Giuseppe Conte, Enrico Letta, Maurizio Lupi, Giorgia Meloni, Ettore Rosato, Matteo Salvini, Antonio Tajani.
Il Meeting Music contest con il finale all'Arena Lido di Rimini ha visto al partecipazione di 137 giovani musicisti e band. Nelle piazze del centro storico di Rimini sono stati presentati importanti spettacoli serali: il concerto inaugurale con il maestro Uto Ughi, un concerto con il giovane violinista e compositore Federico Mecozzi, spettacoli teatrali su Dante con Marco Martinelli, sulla figura di san Giuseppe con Maurizio Donadoni e infine "La Sagra Famiglia" di Cevoli.
Infine qualche numero: oltre 250mila persone hanno seguito gli incontri del Meeting in diretta e sui nostri canali digitali. A questi numeri vanno aggiunte le 74mila visualizzazioni giornaliere solo per il Talk "Il lavoro che verrà" e le 66 dirette relative a 36 eventi Meeting su tv nazionali e le web tv dei principali quotidiani italiani. Circa 80mila persone sono entrate in Fiera durante la manifestazione seguendo scrupolosamente il protocollo anticontagio, essendo in possesso del green pass o sottoponendosi al tampone rapido.
Infine i 1.700 volontari più i 250 del pre-Meeting hanno dato testimonianza del titolo del Meeting costruendo e mettendo in opera questo evento con una professionalità che è prima di tutto espressione di gratuità, di attenzione e di cura.
Il 43mo Meeting per l'amicizia fra i popoli si terrà nella Fiera di Rimini dal 20 al 25 agosto 2022 e avrà il titolo "Una passione per l'uomo".
Paesaneide. Come il patron del Coconuts oscura Ceccarelli: un problema per il centrodestra
A destra, è la campagna elettorale del Coconuts e del suo patron Lucio Paesani. Enzo Ceccarelli, l’ex sindaco di Bellaria imposto per sfinimento agli alleati riottosi dal leghista Jacopo Morrone, è ridotto a poco più di una comparsa di pregio nel gran circo allestito dall’imprenditore. Del resto, di allestimenti a tema, l’uomo ha esperienza da vendere, come quando pavesava il suo locale con i colori rainbow in occasione del Gay Pride o, nella stessa manifestazione, mandava il carro del Coconuts con a bordo le drag queen Troya provenienti da Ibiza. Tutto poteva essere ridotto a leggere e divertenti note di colore: il passaggio del locale di Marina Centro dai valori LGBT a quelli degli alleati del Popolo della Famiglia; o, meglio ancora, al fatto che, al pari di Milano Marittima anche Rimini ha ora il suo Papeete dove si stringono accordi elettorali e dove si ospitano cene e intemperanze di Salvini nei suoi tour estivi.
Non è invece una questione di colore perché il protagonismo sfrenato di Paesani più che tirare la volata a Ceccarelli lo oscura, lo relega ad un ruolo secondario, sebbene lui sia ancora il candidato sindaco. I simboli hanno la funzione di riassumere in un segno grafico un discorso che impegnerebbe molto più tempo. E il logo della lista Noi amiamo Rimini parla chiaro, con il nome di Paesani ben più grande e visibile di quello di Ceccarelli. Il logo sembra dire: sei una mia creatura, poiché tutto si è sbloccato quando io per primo ho detto sì alla tua candidatura. Non bastasse il segno grafico, conta il resto della comunicazione. I post elettorali di Paesani, dopo la designazione di Ceccarelli quale candidato unico del centrodestra, si sono inaspriti: gli attacchi a Jamil Sadegolvaaad più che a un avversario politico sembrano rivolti ad un amante dal quale si è rimasti delusi. E si sa come si esprimono gli amanti delusi, non brillano certo di moderazione e argomentazioni pacate. Sovrastato dalla debordante comunicazione estremista di Paesani, il buon Ceccarelli da Bellaria non può sperare di imporsi all’attenzione degli elettori per le qualità che sono sue. Rimini, in profondità, è per lui una città sconosciuta, al massimo conosce, per averla frequentata da sindaco, la nomenclatura di destra e di sinistra. Ed ora, ad accompagnarlo nelle passeggiate (altro genere in voga in questa campagna elettorale, non solo a destra) è sempre lui, il Lucio Paesani del Coconuts, che più che un mediatore o facilitatore, appare come il gran regista che scrive sceneggiatura e assegna le parti.
All’immagine e alla comunicazione elettorale di Ceccarelli non è certo giovato che la prima importante manifestazione elettorale sia stata una cena al Coconuts, presente Matteo Salvini, come se l’ex sindaco di Bellaria fosse solo il candidato dell’uno (il patron del Coconuts) e, per interposto Morrone, dell’altro. Non è l’unico segnale che va in questa direzione. La campagna elettorale è cominciata e finora non si è vista una iniziativa, una presa di posizione tematica, dei due principali partiti della coalizione, Lega e Fratelli d’Italia. Il silenzio della Lega potrebbe essere giustificato dal fatto che, espresso il candidato sindaco, già ha fatto parecchio (anche se abbiamo visto quali problemi ha il candidato). Ma Fratelli d’Italia? A parte le pubblicità di alcuni candidati al consiglio comunale non si è visto e sentito nulla. Sorge la domanda se non sia la spia di una sostanziale freddezza, con l’obiettivo strategico di limitarsi a fare un nutrito gruppo consigliare.
Quando poi i singoli esponenti prendono posizione su un tema, lo fanno in maniera platealmente divergente. Il tema del giorno è il Fellini Museum e la nuova Piazza Malatesta. Carlo Rufo Spina, ex Forza Italia diventato Fratello d’Italia, promette a destra e a manca di smantellare il Museo, trasferendolo altrove, e di liberare la piazza dalla cosiddetta fontana e da gnassate varie. L’alleato Marzio Pecci, della Lega ricorda l’approvazione di Sgarbi come segno del valore dell’opera e afferma che il prossimo sindaco dovrà partire da questo risultato.
Si dirà che sono sbavature in attesa che esca il programma ufficiale del centrodestra, non solo sul Museo Fellini e su Piazza Malatesta, ma sull’universo mondo di Rimini. Già, perché a fare ombra a Ceccarelli e a far emergere solo l’incontinente estremismo di Paesani è anche il fatto che ad oggi, 25 agosto, a poco più di un mese delle elezioni, non c’è ancora una pagina di programma. Si dirà che è tutto in ritardo perché il candidato è arrivato tardi, ecc, ecc; sì, è tutto giustificabile ma tale resta il menu che il centrodestra offre ai suoi potenziali elettori desiderosi di un’alternativa allo storico predominio della sinistra.
L’altra assenza è quella dei moderati, coloro coi quali un tempo amava identificarsi l’alleanza di centrodestra. A dire il vero qualcosa è rimasto, l’hanno chiamata “casa dei moderati”, e andrebbe anche bene se fosse una villa o un attico con vista mare. In realtà dà l’impressione di un ripostiglio dove finiscono le carabattole che non servono più, anche se fra questa e quella, c’è finito anche un marchio pesante e glorioso come quello di Forza Italia. Fa tenerezza vedere il simbolino del partito di Berlusconi accanto a quello di Città metropolitana o quello di Cambiamo di Toti (che peraltro adesso ha un altro nome, ma si vede che a Rimini non lo sanno). Peraltro chiamando così quella lista, la casa dei moderati, lanciano l’implicito messaggio che tutti gli altri della compagnia moderati non sono, e non è un messaggio rassicurante. Enrico Letta, alla Vecchia Pescheria, ha arringato i suoi battendo sul tasto della nostalgia di Berlusconi: “Ah, quando c’era lui, caro lei, che bel centrodestra avevamo…”. La sinistra si accorge dei propri errori sempre con almeno trent’anni di ritardo, anche perché forse non è esagerato affermare che la casa dei moderati ridotta a un ripostiglio insignificante è anche il frutto dell’antiberlusconismo militante della sinistra, che ha scosso l’albero, facendo raccogliere i frutti a Salvini e alla Meloni.
Anche l'imprenditore di destra Mariotti fra i 144 candidati di Gloria Lisi
C'è anch l'imprenditore Bonfiglio Mariotti, che si era proposto come candidatoi sindaco per il centrodestra, fra i candidati delle liste civiche che sostengono Gloria Lisi nelal corsa per diventare sindaco. Mariotti, che è anche il principale finanziatore dlla campagna elettorale, è candidato nella lista degli imprednitori. Nella lista politica a sostegno di Lisi anche l'eitore Mario Guaraldi.
Le liste al momento sono cinque, a cui poi c'è da aggiungere quella del Movimento 5 Stelle. In tutto fanno 144 candidatoi, il 41 per cento dei quali donne.
Lista per Gloria Lisi Sindaca
Agresta Andrea | |||
Amantino Annalisa | 43 | Laureata in lettere | |
Andreucci Francesca | 46 | Psicoterapeuta | |
Aulizio Claudio | 44 | Imprenditore | |
Baiocchi Chiara | 42 | Avvocato | |
Bottega Orfeo | 71 | Pensionato | |
Bronzetti Alessandro | 45 | Responsabile Marketing | |
Brunori Murano Stefano Antonio | |||
Camerini Sara | 43 | Imprenditrice | |
Canevaro Andrea | |||
De Martino Simona | 40 | Pedagogista | |
Fabbri Benedetta | 40 | Insegnante | |
Facondini Ester | |||
Forucci Ester | 50 | Casalinga | |
Gengotti Francesca | 42 | Psicologa/ins. sostegno | |
Geniola Sara | 50 | Insegnante | |
Giulietti Antonella | 48 | Imprenditrice | |
Gorza Nicolò | 23 | Studente | |
Guaraldi Mario | 79 | Editore | |
Musetti Adriano | 34 | Elettricista | |
Nicoletti Andrea | |||
Paci Cristiano | 54 | Pubblica amministrazione | |
Papaleo Maria Grazia | 71 | Pensionata | |
Romagnoli Roberto | 61 | Consulente | |
Romersa Giorgio | 74 | Pensionato | |
Urbinati Giovanni detto Giò | 75 | Artista | |
Ventimiglia Giuseppe | 43 | Tecnico audio | |
Zamponi Marina | 52 | Casalinga /attivista |
Lista Civica Ben-Essere
Ancora Gina | 57 | Medico |
Bartolini Licia | 67 | Pensionata |
Bezzi Alessandra | 57 | Medico |
Boccaforno Nunzia | 63 | Medico |
Brancaleoni Alessandra | 49 | Medico |
Ceccarini Roberta | 57 | Imprenditrice |
Cherubini Giovanni | 67 | Medico |
Ciavatta Claudio | 63 | Prof. Universitario |
Corinto Giorgio | 49 | Coordinatore Infermieristico |
Corso Vittorio | 48 | Chirurgo |
D’Erasmo Domenico | 48 | Dirigente Ausl |
Di Spirito Anna | 49 | |
Facondini Federica | 45 | Coach Sportivo |
Flavio Chiusolo | 44 | Psicologo |
Fontanelli Antonello | 56 | Agente di Commercio |
Gabellini Fiammetta | 31 | Personal Trainer |
Giangaspero Ljuba | 40 | Maestra di scherma |
Gianni Grazia | 51 | Sales manager |
Gori Massimo | 60 | Allenatore/preparatore atletico |
Hyseni Bardha | 52 | Oss |
Mazza Massimiliano | 44 | Ricercatore oncologico |
Palumbo Piccionello Giuseppe | 42 | Sportivo |
Pinto Stefano | 34 | Dentista |
Raggi Simone | 42 | Atleta Pallavolo |
Ravaglioli Luca | 58 | Commerciante |
Righi Federica | 43 | Barista |
Simeone Natascia | 51 | Infermiera |
Tiraferri Eros | 65 | Medico |
Trentavizi Manuela | 53 | Impiegata |
Zamprogno Enrico | 59 | Analista Dirigente (informatico) |
Zani Pietro | 20 | Studente |
Zecca Elisabetta |
Lista Un Futuro verde per Rimini
Baldacci Paola | 52 | giornalista | |
Bordoni Gianluca | 58 | imprenditore | |
Cambrisi Paolo | 55 | Libero professionista | |
Censuales Fabio | 43 | Libero professionista | |
Cesari Pierluigi | 56 | Agente di commercio | |
Clementi Federico | 55 | Imprenditore | |
De Girolamo Ivonne | Impiegata | ||
Di Napoli Patrizia | 50 | Disoccupata | |
Fabbri Andrea | 49 | Commerciante | |
Fabbri Caterina | 25 | Studentessa | |
Fabbri Ermanno | 51 | Libero Professionista | |
Fabbri Rachele | 20 | Studentessa | |
Grossi Giancarlo | 55 | Libero Professionista | |
Grossi Raffaella | 47 | Insegnante | |
Mazzoni Marco | 55 | Impiegato Pubblico | |
Nobili Catia | 45 | Imprenditrice | |
Rastelli Marco | 52 | Libero professionista | |
Ricci Fabio | 48 | Libero professionista | |
Ricci Marco | 46 | libero professionista | |
Semprini Serena | 53 | Casalinga | |
Silvagni Cristina | 53 | Libero professionista | |
Tomassini Eros | 59 | Imprenditore | |
Vincenzi Paola | 55 | Impiegata |
Lista A Politica Party
Wendy | Ormerod | 14/08/1992 | Imprenditrice |
Giada | Pasini | 27/03/1990 | Assistente alla poltrona |
Silvia Benedetta | Brocchini | 03/08/1989 | Libera Professionista |
Martina | Giannini | 10/09/2002 | Impiegata |
Giulia | Vivian | 30/04/1999 | Impiegata |
Allegra | Mariotti | 19/09/1997 | Studentessa |
Andrea Celeste | Cantoni | 06/11/1993 | Impiegata |
Giulia | Galli | 24/12/1994 | Impiegata |
Sara | Decarli | 24/05/2000 | Cuoca |
Maya | Sivocci | 17/07/1999 | Cameriera |
Alessia | Zavattini | 24/06/2001 | Impiegata |
Marco | Giannini | 01/06/1996 | Bartender |
Lorenzo | Mastellari | 09/03/1993 | Bartender |
Luca | Rossi | 04/02/1995 | Impiegata |
Mattia | Bucci | 07/09/1995 | Impiegata |
Lorenzo | Urbinati | 14/12/1992 | Bartender |
Mattia | Contarini | 31/07/1999 | Cameriere |
Riccardo | Santini | 18/06/1986 | Assicuratore |
Filippo | Lappi | 16/11/1993 | Imprenditore |
Giacomo | Torsani | 14/09/1994 | Impiegato |
Mattia | Mazzoli | 03/05/1990 | Impiegato |
Emilio | Fabbri | 18/07/1987 | Impiegato |
Daniele | Botto | 08/08/1990 | Barista |
Gabriel | osco Padilla | 18/06/1990 | Impiegato |
Christian | Nosel | 26/04/1990 | Fotografo |
Davide | Sciroli | 29/12/1999 | Barista |
Daniele | Grano | 08/01/1976 | Impiegato |
Daniele | Prisco | 14/08/1995 | Cameriere |
Alessio | Rocchi | 27/09/1996 | Barista |
Enea | Picci | 12/07/1996 | Cameriere |
Andrea | Larocca | 31/05/1998 | Cameriere |
Francesco | Gotti | 23/11/1997 | Barista |
Lista Rimini per le Imprese
Baldini Ilaria | Impenditrice | |
Biagi Matteo | 37 | Imprenitore |
Bissoni Gabriella | 56 | Libera professionista consulente |
Carnevale Rosanna | 59 | Ragioniera |
Casadei Massimo | 45 | Imprenditore agricolo |
Cesaretti Andrea | 61 | Commercialista/imprenditore |
Cimmino Luciano | 51 | Imprenditore |
Da Rugna Paolo | 46 | Imprenditore |
De Bonis Stefano | 52 | Impiegato |
Fabbri Giorgio | 72 | Imprernditore |
Facondini Franco | 50 | Dipendente provincia |
Farneti Federico | 53 | Commercialista/imprenditore |
Forchino Davide | 45 | Imprenditore |
Francesconi Fabio | 44 | Imprenditore |
Hsia Matteo | 35 | Impiegato |
Magrini Rita | 37 | Mediatore immobiliare |
Marchese Alessandro Cosimo Giuseppe | 41 | Imprenditore |
Marco Semprini | 43 | Lavoratore autonomo |
Mariotti Bonfiglio Secondo | 65 | Imprenditore |
Martinini Marco | 48 | Artigiano |
Monti Sabina | 61 | Interior desiner |
Ormerod Steven | 34 | Imprenditore |
Rattini Angelo | Imprenditore | |
Romagnoli Nicola | Imprenditore | |
Romagnoli Roberta | 54 | Impiegata |
Saccomanni Sabrina | Libera professionista | |
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Meeting, Il coraggio di dire io. La lezione del professor Javier Prades
Con l’intervento magistrale di Javier Prades, teologo e rettore della Università San Damaso di Madrid, il Meeting è pienamente entrato nella trattazione del suo tema “Il coraggio di dire io”, un’espressione che si ritrova negli scritti del filosofo danese Soren Kierkegaard.
Prades ha voluto documentare la pertinenza della frase per comprendere la nostra contemporaneità post moderna, avvalendosi anche dei giudizi di don Luigi Giussani e don Jullian Carron su ciò che fa nascere un io consapevole, responsabile e maturo.
Con tre quadri ed un epilogo ha condotto gli ascoltatori lungo un percorso arduo ma interessante. Nel primo quadro, avvalendosi di citazioni da Pirandello (Uno, nessuno, centomila), dai testi delle canzoni dei Queem, dalla serie Tv Euforia, dal pluripremiato film Nomadland, ha documentato la condizione dell’io contemporaneo, che oscilla fra pretese assolutiste e drammatiche solitudini esistenziali.
Il secondo quadro è stato dedicato alla nascita dell’io con Abrano. Ed al centro del terzo quadro c’è stato una farse del sociologo tedesco Ulrich BecK che Prades ha letto come l’esigenza che ci siano luoghi umani perché l’io possa rinascere e svilupparsi.nsomma, ci vuole un popolo, quello che nasce dal sì di Pietro a Cristo. L'epilogo è stato invece dedicato alal responsabilità personale, alla libertà che può sbagliare ma può essere abbracciata dalla misericordia.
Ma ecco il filmato completo:
Gnassi lancia la Lista Jamil per vincere anche il secondo tempo con il nuovo bomber
L’assessore dal cognome strano, Sadegholvaad, è definitivamente scomparso, ed è rimasto solo Jamil, candidato sindaco del Pd e del centrosinistra. Tutta la comunicazione elettorale è senza cognome. Ed ecco che a sostenerlo arriva la Lista Jamil – Rimini rinata, che ha come principale deus ex machina il sindaco uscente Andrea Gnassi. La narrazione retorica vuole che la Lista Jamil sia “lo strumento trasversale della società riminese per vincere anche il secondo tempo della partita”. Dopo il primo tempo durato dieci anni in cui è andato in goal Gnassi, adesso a fare il bomber è chiamato il fido Jamil, “che è più bravo di me, che conosce luoghi e cantieri meglio di me”, si è spinto a dire Gnassi in un attacco inconsueto di umiltà.
Nella pratica la Lista Jamil è l’ombrello che riesce a tenere insieme molti pezzi diversi fra loro: i superstiti di Rimini Attiva, dopo il “tradimento” di Gloria Lisi, e infatti il portavoce è Kristian Gianfreda; quanti, nel conflitto fra Jamil e Petitti, avevano sperato nel terzo uomo Moreno Maresi, che è il coordinatore della lista; la realtà dell’associazione Sarà, con Greta Ioli e Patrizia Lanzetti; ciò che è rimasto della vincente impresa del 2016, ovvero il Patto Civico inventato da Sergio Pizzolante. Nel comitato promotore, che non è la lista, per il momento non comunicata, figurano anche due assessori uscenti, Brasini e Montini, l’ex presidente della provincia Stefano Vitali, il presidente dell’Amir Alessandro Rapone, una vecchia conoscenza della politica locale come Maurizio Nanni, il consigliere comunale eletto con Obiettivo Civico nel 2016 Andrea Bellucci.
Gianfreda, nella presentazione avvenuta nella piazzetta San Martino, quella del rinoceronte, uno dei nuovi simboli della Rimini gnassiana, ha sostenuto che il primo risultato del gruppo di lavoro fra alcuni consiglieri comunali uscenti è stato appunto la candidatura di Jamil. Il secondo tempo che si apre sarà caratterizzato dalla partecipazione e dal protagonismo dei cittadini. Quindi finora non è stato così? Ecco, a volere guardarci di fino, su questo tasto si sono ascoltate musiche diverse. Rodolfo Cicchetti, per Patto Civico, al pari di Gianfreda è intervenuto per dire che auspica che il secondo tempo della partita sia segnato da un migliore rapporto fra pubblica amministrazione e cittadini e imprese. Il sindaco da parte sua ha battuto sui tasti che gli sono cari in questi giorni: lui ha solo realizzato il piano strategico, che è il frutto della partecipazione di 20 mila persone fisiche e non di un click. La sintesi è stata affidata a Jamil che, rivolto a Cicchetti, lo ha assicurato che il Comune da lui guidato sarà un alleato e non una controparte dei cittadini e delle imprese. Insomma Gnassi tiene insieme i suoi fans e Jamil cerca di includervi anche i critici.
Il candidato sindaco ha anche assicurato che sarà prestata la dovuta attenzione alla zona sud, da Marebello a Miramare, e a quella parte di città che sta a monte della statale 16.
Il sindaco, oltre che a tessere l’elogio di Jamil, non ha risparmiato battute polemiche sul centrodestra (“si è squagliato”) e agli avversari interni nel Pd. Ha spiegato che quanti si ritrovano nella Lista Jamil sono i cittadini che hanno deciso di partecipare al processo di innovazione da lui innescato. “Partecipare ad un processo è diverso che guardare a una città come a un territorio di conquista” Ed infine: “Il problema non è innovazione o continuità. La vera sfida è essere all’altezza di questi anni, è avere conoscenza e competenza per dare risposte”.
Mattarella al Meeting: il coraggio di dire io vuol dire sviluppo integrale della persona
"Il coraggio dell'io ha a che fare con il coraggio della società di tenere sempre aperte, di non chiudere mai, le strade di uno sviluppo integrale della persona, di ogni persona."
"Nel mondo globalizzato il ruolo dei corpi sociali e delle formazioni intermedie diviene più impegnativo, forse più difficile, perché la persona rischia di trovarsi sola davanti a centri di influenza sempre più pervasivi e lontani, che incidono sul suo effettivo esercizio di libertà senza che possa esserne arbitra. Ma il loro significato, il loro valore non sono affievoliti e vanno preservati e, se possibile, accresciuti".
Sono alcuni significativi passaggi, inerebti al tema dell'anno "Il ciraggio di dire io" dell'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in collegamento video durante la manifestazione inaugurale del Meeting.
Il presidente ha poi molto parlato di Europa sostenendo che "La sovranità comunitaria è un atto di responsabilità verso i cittadini e di fronte a un mondo globale che ha bisogno della civiltà dell'Europa e del suo ruolo di cooperazione e di pace".
MA ECCO DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE
Ringrazio la comunità degli organizzatori - la Fondazione Meeting, la Fondazione per la Sussidiarietà, la Fraternità di Comunione e Liberazione - per aver portato ancor più avanti, per un nuovo tratto di strada, il testimone che hanno ricevuto: credo che aver realizzata l'edizione di quest'anno non sia stato semplice, a fronte delle necessarie limitazioni legate alla pandemia.
È, dunque, motivo di soddisfazione aver riaffermato la tradizione del Meeting ed essere riusciti a offrire questa rinnovata occasione di incontro.
Il titolo scelto per questa edizione riprende un'espressione di Kierkegaard: "Il coraggio di dire io". Nel 2016 ho avuto la gradita opportunità di prendere la parola al Meeting quando nel tema proposto l'accento cadeva sul "tu": "Tu sei un bene per me". Ho colto subito l'evidente collegamento tra l'indicazione di allora e quella di oggi. Sono trascorsi cinque anni intensi. Nel tempo che viviamo i cambiamenti si fanno sempre più accelerati, e sono sempre più interdipendenti.
Il mondo "globale" viene percepito, e diviene, sempre più piccolo, le distanze si accorciano, comunichiamo on line, con immediatezza, non solo parole e immagini, ma speranze e paure, modelli di vita e comportamenti sociali.
Un virus temibile e sconosciuto ha propagato rapidamente i suoi effetti sull'uomo, sulle società, sulle economie, diffondendo morte e provocando una crisi ancor più pesante delle altre di questo primo scorcio di millennio. Ci siamo scoperti più fragili di quanto credevamo. Abbiamo compreso con maggiore chiarezza di aver bisogno del sostegno degli altri. Abbiamo fatto esperienza del dolore, della paura, della solitudine. Ma nella comunità abbiamo trovato risorse preziose, decisive per far sì che le nostre speranze, le nostre aspirazioni non venissero sradicate e potessero ancora trovare conferma e sviluppo.
Avere il coraggio di dire io richiama la necessità di rivolgersi ad altri, a uno o a tanti tu. Si tratta, anche per i credenti, della chiave del rapporto con Dio. L'io ha bisogno di avvertire la propria responsabilità e di riconoscere gli altri per comporre il noi della comunità.
L'io consapevole della propria responsabilità esclude l'egoismo che conduce al conflitto con altri; che illude della propria forza e rischia in realtà di precipitare nell'impotenza, nel rifiuto in definitiva anche di se stessi. Il futuro può essere costruito soltanto insieme.
È l'io che riconosce il valore della diversità, del trovarsi e ritrovarsi insieme; l'io che desidera la compagnia - per usare un termine a voi caro - per diventare costruttore, di esperienze, di senso, di vita. Il richiamo all'io mette in evidenza il compito - o, per esprimerlo con maggiore intensità, la missione - verso i tanti tu che incontriamo.
Per tutto questo, per scegliere il proprio destino, è necessario che la persona conquisti piena coscienza del proprio valore, del proprio essere originale e irripetibile. Così da comprendere di doversi mettere in gioco.
Il coraggio di dire io è indispensabile per dare concretezza, realtà umana, a principi che altrimenti resterebbero inerti, o peggio verrebbero traditi dalla rinuncia o dal nascondimento.
Occorre, dunque, il coraggio della responsabilità. La pandemia ci ha dimostrato quanto ci sia bisogno di responsabilità. Nell'opera dei medici e del personale sanitario. Nel lavoro di chi svolge mansioni sociali. Nell'impegno di chi opera nel tessuto economico. Nell'azione dei governi e degli organismi internazionali. Ma anche nei comportamenti di ciascuno di noi.
La responsabilità comincia da noi. Vaccinarsi - tra i tanti esempi - è un dovere non in obbedienza a un principio astratto, ma perché nasce dalla realtà concreta che dimostra che il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli e i più esposti a gravi pericoli. Un atto di amore nei loro confronti, come ha detto pochi giorni fa Papa Francesco.
Il coraggio dell'io ci rende liberi. Parliamo della libertà autentica, capace di piantare solide radici, soltanto se coltiva la vocazione all'incontro e al rispetto e che è iscritta nell'animo di ogni persona. La libertà, per essere tale, deve misurarsi con la libertà degli altri. Non perché la libertà degli altri rappresenti un limite alla nostra ma perché - al contrario - la libertà di ciascuno si accresce e si consolida con quella degli altri, si realizza insieme a quella degli altri.
La libertà cresce nella coscienza personale di ciascuno e vive insieme a quella di chi ci sta vicino, nella costruzione della coscienza comune. L'io responsabile e solidale, l'io che riconosce il comune destino degli esseri umani, si fa pietra angolare della convivenza. E, nella società civile, della società democratica.
La storia ci insegna costantemente quante minacce vi siano alla libertà e quanti sacrifici sono richiesti per conquistarla. Ci indica anche che si tratta di un bene indivisibile tra le donne e gli uomini di ogni Continente. Ci rendiamo conto di quanto la mancanza di libertà o la perdita di essa in altri luoghi del mondo colpisca la nostra coscienza e incida sulla comune convivenza nella sempre più integrata comunità mondiale.
Nuove sfide si pongono, quindi, continuamente davanti a noi. Vi sono tanti aspetti che la società globale propone. Accanto a straordinarie opportunità, incrementate dallo sviluppo delle tecno-scienze, emergono anche nuovi rischi di omologazione, di esclusione, di smarrimento, di sfiducia. Anche di un io che si annulla nell'omologazione dell'uso improprio di quella grande risorsa positiva che offerta dal web.
Libertà e democrazia richiedono, per rafforzarsi, un retroterra vivo di partecipazione, autonomia di organizzazione sociale, conoscenze diffuse in modo da alimentare una cultura ricca di creatività, trama di coesione, rispettosa delle reciproche differenze.
Il primo dei presupposti della libertà sta proprio nella coscienza della persona. E nella possibilità di un suo sviluppo integrale. Il coraggio dell'io ha a che fare con il coraggio della società di tenere sempre aperte, di non chiudere mai, le strade di uno sviluppo integrale della persona, di ogni persona. A questo dovere ci richiama la nostra Costituzione la cui impronta è, appunto, "personalista". È una sfida, uno spazio che sta diventando ogni giorno sempre più ampio.
La comunità è sempre più larga e il compito di presidiare e assicurare a tutti questo spazio diventa sempre più impegnativo e affascinante. Nuove prospettive sono davanti a noi. Riguardano l'equilibrio tra umanità e natura, tra tecnologia e umanità, tra consumo delle risorse ambientali e futuro da consegnare ai nostri figli. Lo sviluppo integrale della persona si è arricchito di ulteriori implicazioni e coerenze, connesse anche all'irrinunciabile principio di pari dignità e uguaglianza.
Se non fossimo conseguenti sarebbe un cedimento a quella cultura dello "scarto", da cui ci mette in guardia Papa Francesco, un rischio che si nutre altresì di pratiche consolidate e di alcune regole economiche che talvolta hanno la pretesa di apparire indiscutibili.
La scienza ci è di ausilio con i suoi enormi costanti progressi ma, al tempo stesso, le tecniche che operano a cavallo delle frontiere della vita umana ci richiedono spirito critico nel progettare il futuro. Il coraggio dell'io ha davanti a sé il grande tema di rinnovare l'idea di personalismo, all'altezza dei nostri tempi. La persona è più dell'individuo: è un io pienamente realizzato. Vive nel "noi", cerca il "noi". Della comunità è partecipe e, al tempo stesso, edificatrice e protagonista.
Come indica l'art. 2 della Costituzione, la persona, con le formazioni cui concorre a dar vita, preesiste per sua natura alle stesse istituzioni e agli ordinamenti. Nel mondo globalizzato il ruolo dei corpi sociali e delle formazioni intermedie diviene più impegnativo, forse più difficile, perché la persona rischia di trovarsi sola davanti a centri di influenza sempre più pervasivi e lontani, che incidono sul suo effettivo esercizio di libertà senza che possa esserne arbitra. Ma il loro significato, il loro valore non sono affievoliti e vanno preservati e, se possibile, accresciuti.
Libertà e democrazia dipendono in buona misura dalla vivacità, dalla ricchezza di articolazione dei gruppi sociali, dalla autonomia loro riconosciuta. L'economia, la società, la cultura non possono farne a meno. Tutto questo è alla prova dei temi posti dalla globalizzazione. Un processo che deve essere, contemporaneamente, di generale diffusione dei diritti, di effettivo raggiungimento del rispetto della dignità della persona in ogni angolo del mondo.
Se il destino dell'umanità è comune, il futuro che dobbiamo comporre insieme non può più essere a somma zero. In cui, cioè, a un progresso in un'area debba corrispondere, a compensazione algebrica, un arretramento in un'altra. La formula vincente che dobbiamo applicare è esattamente quella cosiddetta win-win. Si vince insieme, si perde insieme.
La crisi del virus lo conferma. Dovremo ancora combattere la pandemia. Ma nostra responsabilità è immaginare il domani. Sentiamo che cresce la voglia di ripartire: il motore è la fiducia che sapremo migliorarci, che riusciremo a condurre in avanti il nostro Paese. L'Unione europea si fa motore di un nuovo sviluppo dei nostri Paesi, uno sviluppo più equilibrato e sostenibile.
È un'occasione storica che dobbiamo saper cogliere e trasformare in un nuovo, migliore e stabile equilibrio. C'è un io, un tu e un noi anche per l'Europa e per le sue responsabilità, contro ogni grettezza, contro mortificanti ottusità miste a ipocrisia - che si manifestano anche in questi giorni - che sono frutto di arroccamenti antistorici e, in realtà, autolesionisti.
Il coraggio dell'io, oggi, chiede una svolta capace di contribuire a far sì che i cittadini, le persone, siano protagonisti anche nel nuovo contesto di interlocutori globali che trascendono gli Stati e tendono a rendere, di conseguenza, debole ogni influenza e controllo democratico. Anche da qui nasce l'esigenza di potenziare e rendere non illusorie la sovranità comunitaria che sola può integrare e rendere non illusorie le sovranità nazionali.
La sovranità comunitaria è un atto di responsabilità verso i cittadini e di fronte a un mondo globale che ha bisogno della civiltà dell'Europa e del suo ruolo di cooperazione e di pace. Le risposte emergenziali, come lo stesso piano Next Generation EU, debbono tradursi in un nuovo cammino di forte responsabilità comune. Lo consente la riflessione in atto sul futuro dell'Europa. La Conferenza in corso di svolgimento deve essere occasione di ampia visione storica e non di scialba ordinaria gestione del contingente.
Possiamo farcela. Dipende anche da noi. Ciascuno viene - e deve sentirsi - interpellato: il coraggio dipende dalla capacità di ciascuno di essere responsabilmente se stesso. Del resto, è questa la condizione dell'esercizio della libertà.
Buon lavoro al Meeting. Buone giornate ai giovani, ai volontari, a quanti animeranno gli incontri e i dialoghi. Il vostro contributo all'impresa in corso per il rinnovamento della società italiana ed europea sarà prezioso.
Elezioni Cattolica, Lega e Fratelli d'Italia sostengono Gessaroli
Dopo aver flirtato con il sindaco grillino Mariano Gennari ed aver invitato Massimiliano Gessaroli a stringere un accordo con lui, ora Jacopo Morrone, segretario della Lega, annuncia che il suo partito sosterrà Gessaroli.
“L’attività, la competenza e la passione con cui Massimiliano Gessaroli si sta impegnando per Cattolica ci hanno pienamente convinto a sia parlamentari Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, che Elena Raffaelli, responsabile provinciale di Rimini del Carroccio.
“Cattolica sta affrontando purtroppo un lento ma inesorabile declino. L’ultimo quinquennio ha dato il colpo di grazia a una località che avrebbe tutti i numeri per contendere il primato ad altri centri turistici della riviera romagnola. Serve un atto rivoluzionario, un cambiamento vero che traduca in realtà promesse realizzabili. Gessaroli non promette la luna, ma un’azione complessiva mirata a promuovere il ‘brand Cattolica’ per recuperare turisti e ampliare la stagione con eventi di richiamo. Un obiettivo che non può essere disgiunto da una riqualificazione del decoro urbano, dall’efficientamento della viabilità e, non ultimo, da azioni contro il degrado che, inevitabilmente, porta a situazioni di insicurezza. L’approfondito confronto che abbiamo intrattenuto con l’amico Massimiliano ci ha fatto riflettere anche sul suo stretto legame con la comunità cattolichina e sull’impegno profuso per il bene della città. Un elemento vincente: quello di essere un candidato della gente e tra la gente, affidabile, competente, trasparente e partecipe”.
Il candidato di Alleanza Civica per Cattolica Massimiliano Gessaroli, commenta la notizia ufficiale dell'appoggio da parte della Lega Romagna, alla sua candidatura a Sindaco di Cattolica: «È con grande piacere e stima che accolgo il comunicato della Lega, nella figura del Segretario della Lega Romagna Segretario Jacopo Morrone, e la responsabile Provinciale di Rimini Elena Raffaelli, in cui si appoggia la mia candidatura a Sindaco di Cattolica. Credo che sia molto importante che continui questa collaborazione con la Lega che, peraltro, ho sempre portato avanti in questi 5 anni, a livello locale, con il consigliere Cecchini, sui tanti temi irrisolti di questa città. Inoltre, mi permetterà di rendere ancora più incisiva la mia proposta su alcuni argomenti specifici e per me particolarmente rilevanti come, ad esempio, l'aiuto alle attività economiche, la promozione turistica e, soprattutto, una vera attenzione alle persone con disabilità, vista l'attiva presenza nelle sue fila dei Ministri competenti – conclude Gessaroli -.Sono certo che avremo una proficua collaborazione in questa fase pre-elettorale e, insieme riusciremo a far tornare Cattolica la vera Regina dell'Adriatico».
Anche Fratelli d’Italia ha annunciato che sosterrà Massimiliano Gessaroli.
Il Museo Fellini non sceglie, sospeso fra struttura tecnologica ed evocazione poetica
Era stato annunciato come una full immersion multimediale nel mondo onirico, immaginifico, poetico, suggestivo del maestro riminese. Il Fellini Museum inaugurato oggi (almeno la parte realizzata a Castel Sismondo) non sembra rispondere pienamente a queste attese. L’esperienza che il visitatore vi compie è sospesa tra struttura tecnologica (in realtà molto light, nessuno stupore da effetti speciali) ed evocazione poetica, senza deviare decisamente verso uno e l’altro corno della forbice. Qualche esempio per capire. A Castel Sismondo sono state realizzate sedici sale tematiche. Quella dedicata a Giulietta Masina propone a destra e a sinistra due gallerie di video dove l’attrice e moglie del regista appare nelle sue diverse interpretazioni. In fondo, un moto-furgone che richiama il mezzo di Zampanò ne La strada. La stanza di Mastroianni? Video con scene dell’attore e un dolly, il carrello per le riprese cinematografiche in altezza. Nella stanza dedicata alla Ekberg, l’Anitona è proposta come una gigantesca bambolona addormentata, e a lato i soliti video che scorrono. Fellini e il mare: maxi schermi con le immagini dei film dove c’è il mare e a terra delle botole dove compaiono filmini amatoriali del passato legati al mare e alla città.
Tutte le sale rivelano certamente uno sforzo per creare un’ambientazione suggestiva, ma il risultato non è tale da impressionare, da emozionare nel profondo. Viene in mente ciò che aveva dichiarato a BuongiornoRimini il professor Paolo Fabbri, che peraltro aveva partecipato alla progettazione iniziale del Museo. Un museo deve avere una base scientifica, deve essere un luogo dove esperti e studiosi approfondiscono la conoscenza dell’artista a cui è dedicato. “Poi capisco – aggiungeva - che siamo a Rimini e il museo deve portare anche turisti…” . Insomma, doveva pur esserci una parte popolare e spettacolare del museo, che facesse uso delle più moderne tecnologie di lavorazione dell’immagine, che portasse anche i profani a scoprire o riscoprire Fellini. A questo obiettivo si è risposto senza fare uso di effetti speciali, puntando unicamente sul potere evocativo delle immagini. Il risultato che si vede a Castel Sismondo è un allestimento che non sembra avere la forza per durare nel tempo. Probabilmente ottimo per un’esposizione temporanea, non per resistere ai decenni. Ma quale sarà la risposta del pubblico, lo vi vedrà dalla prossima settimana quando, finiti i festeggiamenti e gli ingressi gratuiti, si comincerà a pagare il biglietto. Peraltro l’enfasi posta sull’allestimento di Castel Sismondo e sulla nuova piazza Malatesta, hanno posto completamente in ombra ciò che si potrà fare e vedere al Fulgor, di cui non c’è traccia nella comunicazione istituzionale di questi giorni. In verità l’allestimento non è ancora completo, il pubblico potrà accedervi nei prossimi tre giorni, poi sarà richiuso per terminare i lavori. Nel palazzo settecentesco dovrebbe essere sviluppata la parte culturale e scientifica, ma il come lo scopriremo più avanti. Per il momento si sa che ci saranno spazi con moviole per studi e ricerche, armadi tematici e tre grandi installazioni: la stanza delle parole, il cinemino e la casa del mago.
Per completare il quadro, va pure detto che al castello alcune sale sono di maggior impatto di altre. Nella stanza sul libro dei sogni, soffiando su una piuma, si attiva uno schermo dove scorrono alcune pagine coi disegni che riproducono sogni e incubi del regista. La biblioteca di Fellini: da uno scaffale si estrae una lastra, la si applica a un lettore, ed ecco Rosita Copioli che legge qualche brano. La stessa tecnologia è riproposta nella sala della documentazione fotografica: dall’archivio si estrae una lastra, la si infila nel lettore-macchina fotografica, e sullo schermo scorrono le immagini dei vari set cinematografici. Sono gli unici tre casi dove al visitatore è chiesto di interagire. Un’altra interessante soluzione tecnologica, ma non interattiva, è stata adottata nella sala dove si propone il confronto fra l’attualità del tempo e i film di Fellini, per suggerire che il regista non era solo sogno e immaginazione ma un osservatore che prendeva spunto anche dalla realtà. Su quattro maxi schermi che pendono dall’alto e oscillano come altalene (citazione dallo Sceicco bianco) scorrono le immagini di firmati Luce e opere del regista. Più che soluzione tecnologica appare invece una chiave di lettura la scelta dei confessionali, aprendo le cui grate, si ha la possibilità di vedere e ascoltare personaggi che parlano di Fellini.
L’anteprima guidata per i giornalisti è stata preceduta dall’intervento del sindaco Andrea Gnassi che, probabilmente spinto dalle contestazioni (stasera manifestazione all’Arco contro l’inaugurazione della piazza) ha premuto sui tasti dell’enfasi e dell’iperbole. Secondo Gnassi Castel Sismondo era un luogo abbandonato, al pari del teatro distrutto dalla guerra. Era un luogo per mostre di abiti da sposa. Sembra ignorare volutamente la stagione di gestione della Fondazione Carim e le grandi mostre (del Meeting e Marco Goldin) che vi sono state realizzate.
La sua amministrazione ha restituito ai riminesi, - afferma - il diritto alla bellezza. Anche lui nei suoi dieci anni a Palazzo Garampi ha compiuto un viaggio immaginifico. E ai critici assicura che c’è stata cura e profondità nella realizzazione del progetto. “Vadano a leggersi tutta la documentazione e vedranno che sotto terra dell’antico fossato non c’è nulla, sono lacerti e laterizi”. Si spinge anche a dire che in questi giorni “decine di migliaia di persone” sono accorse a vedere la nuova piazza con l’acqua e, conclude, quel che più conta è che alla fine “hanno vinto i bambini” (quelli che sguazzano felici nel simil-fossato).