(Rimini) “Non è un periodo felice per la cultura, le arti e lo spettacolo, fra antiche e più recenti batoste, sono ormai a rischio molte pregevolissime attività culturali e una buona parte del sistema teatrale e musicale. Per la musica di qualità si profila una triste stagione fatta di ridimensionamenti pesanti. Si fa fatica persino a immaginare da dove ripartire per invertire la tendenza e trovare le energie che servono”. Così il direttore di Musica teatro eventi, Luciano Piscaglia, esordisce nell’introdurre la presentazione del progetto Mentore per la diffusione della cultura musicale della Sagra usicale malatestiana, domani alle 18 alla Sala del Giudizio del Museo della Città in Via Tonini. Saranno i ragazzi del Progetto, studenti delle scuole superiori di Rimini (nella foto), a consegna gli abbonamenti alla prossima stagione della Sagra musicale malatestiana. L’invito ai loro coetanei e a tutta la città è quello di aderire alla campagna abbonamenti per godere dei cocnerti della stagione musicale e sostenere la diffusione della cultura tra i giovani riminesi.
Sarà anche “l'occasione per bere qualcosa insieme, ascoltare musica e incontrarsi. La Sagra Musicale Malatestiana si è proposta l'obiettivo di sensibilizzare un pubblico giovane che non ha mai varcato la soglia di una sala da concerto, per fare in modo che agli attuali numerosi appassionati di musica "classica" si aggiungano tanti ragazzi, che saranno il pubblico del futuro. Tutto questo è stato reso possibile dal contributo generoso e affettuoso dei nostri Mentore. Potremmo dire molte cose: parlare di numeri, richieste, presenze e statistiche, ma crediamo che la cosa migliore sia invitarvi a conoscerli”. Sarà presente Giordano Montecchi, critico musicale e storico della musica, che presenterà brevemente il programma dei concerti sinfonici.
Nella difficoltà segnalata, la reazione degli organizzatori della Sagra, quindi, è stata quella di non subire e, anzi,mettersi a ‘costruire’ il pubblico del futuro. “Ci è venuta in soccorso una suggestione che un po’ inaspettatamente, è riuscita, almeno in noi, a mobilitare energie - racconta Piscaglia - e perfino una ragionevole speranza di poter pensare a un futuro per la grande musica che sta fuori dai circuiti commerciali. Siamo ripartiti da quella dimensione della vita che il futuro ce l’ha ancora tutto davanti a sé, bello o disperante che sia ma pur sempre un futuro da spendere. Abbiamo pensato che il bandolo della matassa per ripartire siano proprio i giovani, da loro può venire energia, freschezza, a loro si possono indurre provocazioni e riceverne, loro che sono la speranza per una indispensabile articolazione del pubblico musicale nelle nostre sale da concerto, qualcuno direbbe della necessità di un “ricambio”, orribile terminologia che volentieri lasciamo agli sfasciacarrozze”.