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Summer pride, Popolo della famiglia: Gratitudine per parole Lambiasi

Martedì, 25 Luglio 2017

(Rimini) “Il ‘Rimini summer pride’ non è solo una sorta di folcloristica e colorata esibizione dell’orgoglio gay ma come tutti i ‘gay pride’ anche quello nostrano vuole lanciare un preciso messaggio politico”. Così il ‘Popolo della famiglia’ di Rimini interviene dopo la presa di posizione della diocesi di Rimini, che ieri si è smarcata sia dal Summer pride sia dalla processione promossa dal Comitato Scopelli.
“Il tema con cui si cerca di fare breccia nelle coscienze è sempre quello della discriminazione verso le persone omosessuali e transgender e la carta che si cerca di giocare è in primo luogo quella del vittimismo. Oggi il vittimismo riveste un ruolo importante in politica: si tratta di supporsi innocenti e perseguitati rivendicando il diritto pubblico al risarcimento. Le vittime si moltiplicano insieme ai soggetti che ne devono assicurare la rappresentanza e la difesa. E’ proprio di questi giorni la notizia che in Calabria una coppia gay si è vista rifiutare un contratto di affitto per un appartamento. Titoli a tutta pagina sui giornali, ovviamente. Ma per ogni coppia gay, quante famiglie si vedono rifiutare una casa in affitto perché hanno bambini piccoli o perché straniere? Questi casi non fanno notizia ma sono di gran lunga i più numerosi”.

In realtà, prosegue il Pdf, “la discriminazione basata sull’orientamento sessuale nel nostro paese è irrilevante e il vittimismo gay è funzionale a tutta una serie di rivendicazioni politiche che vanno dal matrimonio omosessuale, con annesso diritto all’adozione dei figli anche attraverso la pratica dell’utero in affitto; all’educazione sessuale nelle scuole che contempli anche l’educazione all’omosessualità, riconosciuta come variante naturale al pari di qualsiasi altra inclinazione; al diritto a definire la propria identità sessuale in modo assolutamente libero e svincolato dal dato corporeo e naturale, obbligando tutti a riconoscerlo per legge”.

Il Popolo della famiglia esprime “gratitudine” per le parole del vescovo Lambiasi che come “pastore accogliente, in sintonia con papa Francesco”, si dice “disponibile all’accompagnamento di omosessuali e trans ma ribadisce con le stesse parole del pontefice il dissenso nei confronti della teoria del gender quale colonizzazione ideologica”.


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Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

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