È un giovane bergamasco che ora dirige una scuola a Kampala, in Uganda, il volto scelto da AVSI di Rimini per raccontare alcune delle innumerevoli storie di persone sostenute dalle ‘Tende di Natale’, la campagna di raccolta fondi promossa ogni anno dalla Fondazione AVSI.
“Nella nostra città le iniziative di sostegno sono moltissime e spontanee, – racconta Leo Capobianco, referente di AVSI per la provincia di Rimini e dintorni – in particolare mi colpisce la cosiddetta ‘cena dei pescatori’, organizzata da ben 25 anni nella parrocchia di San Giuseppe al Porto, che attira centinaia di persone, comprese le autorità cittadine più importanti. Oppure la semplice iniziativa di una persona che ha invitato i propri amici per festeggiare i 50 anni, chiedendo loro di non farle regali ma di fare una donazione alle ‘tende’ AVSI. E poi il concerto che da alcuni anni organizzano i gruppi musicali ‘Ensamble Amarcanto’ ed ‘il Corone’ al Teatro Novelli nel mese di maggio a sostegno degli studi di 13 bambini ugandesi”.
Il frutto della campagna tende per la Provincia di Rimini lo scorso anno è stato di 33.000 euro.
Andrea Nembrini, racconterà la sua esperienza di direttore didattico nella Primary Luigi Giussani School di Kampala, fondata da Rose Busingye, nel corso dell’incontro di giovedì 14 dicembre alle 21 in sala Manzoni (via IV novembre 35, Rimini). L'incontro è promosso da Avsi, centro culturale Il Portico del Vasaio e assciazione Portofranco.
Obiettivo del progetto in Uganda è ridonare speranza ai giovani, rifugiati o figli di migranti, attraverso un percorso educativo appassionante dove possano crescere e scoprire se stessi e le proprie potenzialità.
Il tema della campagna 2017/2018 “La casa dov’è?”, va da Dostoevskij a Jovanotti, con la densità dell’autore russo e il ritmo delle canzoni del cantautore italiano. L’autore di “Delitto e castigo” fa dire a uno dei suoi personaggi che: “Bisognerebbe proprio che ogni uomo avesse almeno un posto dove andare”. E Jovanotti nella canzone “Questa è la mia casa”, si chiede: “la mia casa dov’è?”.
Ognuno di noi ha bisogno di una casa, quella con un tetto e delle mura dove sentirci al sicuro, ma soprattutto il luogo dove siamo accolti quando attraversiamo delle difficoltà o fuggiamo da situazioni di guerra, fame, persecuzione, dove siamo curati nel corpo e nell’anima.
AVSI tenterà di dare alcune risposte attraverso le iniziative che la nuova campagna sostiene.
Il capofila di questi progetti ha il volto di Myriam: la bambina che nel 2014 insieme alla sua famiglia e agli abitanti di Qaraqosh, in Iraq, fu cacciata da casa sua e trovò rifugio in un campo per sfollati a Erbil. In un’intervista video per una tv irachena, colta in un momento di massima spontaneità e sincerità come quelle che si hanno a 9 anni, raccontò la sua esperienza, la nostalgia per la sua vita di prima, per i suoi amici perduti nella fuga, senza un filo di odio né desiderio di vendetta, ma con una fede salda come una roccia e una speranza combattiva. In lei, nel suo sguardo, rivediamo i milioni di bambini innocenti che chiedono solo “un posto dove andare”.
AVSI ha seguito in questi anni le tracce di Myriam nel campo di Erbil e ora intende sostenere il ritorno suo e della sua comunità a casa. Le truppe dello Stato islamico sono state cacciate da Qaraqosh e dalla piana di Ninive, quindi gli sfollati stanno rientrando e hanno bisogno di aiuto. Il progetto che, in particolare, sostiene AVSI è la ricostruzione di un asilo.
Quest’anno, però, tra le iniziative sostenute ce n’è anche una in Italia, si tratta di Portofranco, un’associazione che segue e accompagna migliaia di studenti delle scuole medie superiori, sia italiani che stranieri, aiutandoli nello studio. Negli anni Portofranco è diventato un luogo che favorisce l’integrazione e combatte la dispersione scolastica e la devianza sociale.