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Acqua Arena, fra fallimenti, indagini e sospetti

Giovedì, 19 Aprile 2018

Se si vanno a rileggere le cronache del tempo (siamo nel 2014), si ha l’impressione che le forze di opposizione di allora abbiano avuto il dono della facile profezia. Si avventuravano ad affermare che in realtà all’amministrazione non interessava nulla della piscina (Acqua Arena) e che l’unico scopo della variante in discussione era far costruire alla Conad il supermercato e le palazzine. Tuonavano: centro commerciale e condomini saranno costruiti subito, la piscina resterà al palo. Da alcuni giorni il Conad ha aperto, le palazzine sono quasi ultimate, della piscina non sono mai cominciati i lavori. Non sappiamo quale sarà l’ultima parola, ma stando a ciò che è accaduto fino a questo momento le forze di minoranza ci avevano preso.

Sulla piscina di fronte al Palacongressi si incrociano adesso due vicende: la prima riguarda il fallimento della società Axia che aveva vinto l’appalto della costruzione, la seconda riguarda invece l’indagine che due procure, Rimini e Bologna, hanno avviato su due importanti opere pubbliche, Acqua Arena, appunto, e Tecnopolo. Le vicende sono distinte e corrono lungo binari diversi, anche se suscita molti interrogativi il fatto che a vincere l’appalto sia stata un’impresa che dopo pochi mesi si è vista costretta a dichiarare fallimento. In un contesto – si badi bene – in cui altre imprese si erano chiamate fuori perché, sostenevano, le condizioni poste dal Comune non erano vantaggiose.

Comunque, i tempi sono destinati ad allungarsi ulteriormente. Prima il Comune deve riuscire ad ottenere la risoluzione del contratto con la ditta fallita, e solo dopo procedere all’indizione di una nuova gara. Vedremo come andrà a finire.

Invece nei giorni scorsi è arrivata un’importante svolta nelle indagini giudiziarie. Il pubblico ministero ha comunicato l’avviso di conclusione delle indagini a diciotto indagati, fra i quali figurano tre funzionari comunali, fra i quali il dirigente Massimo Totti, ed alcuni tecnici progettisti di aziende private.

Al centro dell’indagine delle due procure c’è un personaggio emiliano che, stando all’esposto presentato in procura dall’ex assessore Roberto Biagini, girava per gli uffici comunali presentandosi a nome di un importante funzionario e come referente di questa o quell’azienda che aveva in corso un appalto comunale. Scuola 1 Maggio, Tecnopolo, Acqua Arena, sembrava non ci fosse rilevante opera pubblica che non vedesse coinvolto il personaggio indicato. Un deus ex machina sempre presente e con voce in capitolo su tutto.

La segnalazione a Biagini pare fosse arrivata dal dirigente di un consorzio di artigiani vicino alla Cna, probabilmente la stessa persona che recentemente è stata interrogata a Bologna.

Quindi il famoso esposto dell’ex assessore non riguardava fatti specifici riguardanti Acqua Arena e Tecnopolo, ma la presenza anomala di questo personaggio che i dipendenti comunali mal sopportavano, ma accettavano perché faceva capire di essere incaricato da qualcuno di importante in seno all’Amministrazione. Era semplicemente un facilitatore di rapporti fra pubblica amministrazione e imprese, o andava oltre questo legittimo ruolo? È l’interrogativo dal quale sono partiti Procura e Guardia di Finanza incaricata delle indagini. Oggi si capisce che partendo da quella generica segnalazione dell’ex assessore, il focus delle indagini si è poi concentrato su Acqua Arena e Tecnopolo. Su Acqua Arena l’attenzione degli inquirenti è stata attirata dal bando per l’appalto della piscina ed il ruolo giocato dal misterioso personaggio. Riguardo al Tecnopolo di via Dario Campana gli inquirenti hanno voluto vederci chiaro sul finanziamento regionale di 2,8 milioni e sui ritardi accumulati nel completamento e nella consegna dell’opera. Ai funzionari comunali è contestato il falso in atto pubblico e a Totti anche la truffa, per altri indagati si parla di turbativa d’asta. Per tutti potrebbe presto arrivare la richiesta di rinvio a giudizio.


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