SCIOPERO DIPENDENTI RIMINI FIERA, CAGNONI: PERSONALMENTE DELUSO
Si dichiara personalmente deluso dalla decisione dei dipendenti di RiminiFiera, domani in sciopero, il presidente Lorenzo Cagnoni. Una decisione “che, mi pare, vada fuori da qualsiasi ambito di ragionevolezza e consapevolezza delle serissime difficoltà in cui versano centinaia di migliaia di lavoratori in questo paese e delle difficoltà che ogni azienda, compresa la nostra, sta affrontando e dovrà affrontare nei prossimi anni”. I dipendenti hanno dichiarato di scioperare per le mancate informazioni sulle strategie aziendali e sullo stato della partecipata così come in merito alle trattative per il rinnovo del contratto integrativo. Trattative che Rimini Fiera “non ha mai interrotto” pur non avendo “mai ricevuto risposta alla disponibilità a proseguirle comunicata per iscritto alle organizzazioni sindacali dopo l’ultima riunione del 7 agosto scorso”.
Secondo Cagnoni “andava piuttosto reso noto che lo stato di agitazione sorge in seguito all’annuncio che tra le strategie per lo sviluppo rientra anche una revisione del contratto integrativo aziendale (scaduto il 31 dicembre scorso) per improntare le dinamiche del costo del lavoro a merito, responsabilità e produttività: l’azienda intende infatti dotarsi di strategie di lungo periodo in grado di convincere i mercati e i clienti e di salvaguardare i livelli occupazionali. Alla luce di questo, e tanto più in un contesto che prevede condizioni contrattuali che permarrebbero molto vantaggiose, mi stupisce il diniego dei dipendenti di fronte ai piccoli sacrifici richiesti, quale, a titolo esempio, quello di passare dalle 36 alle 38 ore di lavoro settimanali (ovvero il minimo previsto dal contratto collettivo di riferimento)”.
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