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Via Islanda, Gianfreda positivo su chiusura campo nomadi: superare visioni miopi

Venerdì, 08 Giugno 2018

(Rimini) Sul tema della chiusura del campo nomadi di via Islanda interviene il consigliere comunale di Rimini Attiva Kristian Gianfreda. “Idibattiti e le dichiarazioni della politica sono concentrati sul tema dei luoghi, delle aree”, fa notare. “Elemento sicuramente importante, ma credo ci sia un argomento sottovalutato nel programma approvato dalla giunta di Rimini: il cosidetto 'contratto' tra Ente pubblico e le 6 famiglie riminesi di etnia sinti. L'inclusione, l'integrazione ha sì a che fare con la sistemazione fisica di queste 32 persone in 5 spazi all'interno della città, ma sono fondamentali per la riuscita di questo progetto le regole, gli accordi e le conseguenze concrete a cui i contraenti si impegnano. Via Islanda, così come fino al 2001 via Portogallo, era un non luogo per Rimini. Uno spazio verso il quale non ci si rivolgeva o si chiudevano letteralmente i due occhi. In mancanza di una decisione della politica su spazi dedicati, si tollerava una situazione intollerabile dal punto di vista sociale e sanitario. I pregiudizi erano il condimento a questo stato di fatto. E non parlo solo dei pregiudizi verso le famiglie Sinti, ma anche di queste stesse verso gli altri riminesi. Valorizzare e tutelare la propria identità è un valore fondamentale e non negoziabile; ma questo prende vita, forza, vigore se si apre agli altri, e non si chiude in se stesso creando enclave, tribù. Di errori ne sono stati fatti tanti, da entrambe le parti. Sono intervenute leggi- quella europea, quella regionale- ma di fondo il programma del Comune di Rimini apre la porta a un'idea rivoluzionaria: guardarsi in faccia e costruire un confronto alla pari, rispettando un corpus di doveri, salvaguardo una serie di diritti, non prevaricando una cultura sull'altra ma dialogando nel quotidiano. Il contratto è la chiave di questa rivoluzione: dall'obbligo di frequenza della scuola, al pagamento di un canone d'affitto, alla pulizia dela microarea, si stabilisce una relazione inedita per queste famiglie, finora 'invisibili' e che per certi aspetti esse stesse volevano rimabere 'invisibili'. Violare le regole porterà a delle conseguenze, questo è il fondamento della convivenza sociale, a cui tutti devono sottostare, senza eccezioni. Questa credo sia l'unica strada perché in futuro si evitini la vergogna delle mille vie islanda d'Italia e d'Europa, basate su pregiudizi bilaterali e visioni politiche facili ma miopi”.


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