Il Teatro Galli, almeno per alcuni anni, sarà gestito direttamente dal Comune. Lo ha detto in consiglio comunale l’assessore Gianluca Brasini, rispondendo ad una interrogazione del capogruppo della Lega Marzio Pecci.
Il principale motivo è di carattere fiscale. La detraibilità dell’Iva pagata in fase di costruzione presuppone una continuità con l’attività di gestione.
I costi saranno tutti a carico del Comune perché il Galli non potrà attingere ai contributi statali per i teatri di tradizione e nemmeno a quelli per le fondazioni lirico sinfoniche.
Brasini ha aggiunto un altro elemento importante. La programmazione dei primi tre anni dovrà essere di alto livello culturale e artistico. È la condizione per poter successivamente accedere ai contributi del Fondo unico per lo Spettacolo. La qualità, come è noto, ha anche costi elevati.
Si conferma quindi l’ipotesi, o il timore, che per i primi anni la gestione del risorto Teatro Galli provocherà una voragine nei conti del Comune. Ci sono certamente le sponsorizzazioni e gli incassi ma non saranno sufficienti.
Infine Brasini ha aggiunto che anche una eventuale esternalizzazione (che comunque non è all’ordine del giorno) non risolverebbe il problema perché il bilancio dell’ente gestore avrebbe comunque bisogno di un contributo pubblico.
Pecci aveva chiesto lumi anche sulla gestione dal punto di vista culturale e della programmazione, ma Brasini su questo non ha risposto.