(Rimini) Torna domani l’appuntamento con la giornata nazionale della Colletta alimentare, appuntamento con la solidarietà promosso sin dal 1997 dal Banco alimentare. A Rimini e provincia sono circa 85 i punti vendita aderenti (12 a San Marino), “vanno dai piccoli negozi di vicinato ai grandi centri commerciali, anche quelli di recente apertura, passando per i classici supermercati”, spiega il volontario della colletta per Rimini, Pasquale Fattibene.
In ognuno dei punti vendita aderenti chi vorrà potrà donare la spesa alle persone bisognose. Ci saranno dei volontari all’ingresso che daranno indicazioni su come cogliere l’opportunità, altri all’uscita del negozio a cui lasciare la spesa acquistata da offrire come dono alle persone più povere. In totale, in tutta la provincia sono oltre il migliaio le eprsone che hanno dato la disponibilità come volontari della colletta, ma il numero è destinato ad aumentare perché, come spiega Fattibene, “c’è sempre qualcuno che si unisce in corso d’opera, anche durante la stessa giornata della colletta”. I volontari non operano solo nei supermercati. C’è chi guida i furgoncini che tutto il giorno fanno da sopola tra i negozi e il magazzino del Banco alimentare, c’è chi nel magazzino aiuta a scaricare e a mettere in ordine le derrate alimentari.
Sono 32 gli enti di solidarietà locali che durante l’anno usufruiscono della raccolta data dalla colletta e dal Banco alimetare attraverso altri canali. Alcuni di questi sosterranno domani la colletta fornendo i mezzi di trasporto con cui i pacchi di pasta, riso, olio, pomodoro, tonno, legumi, alimenti per bambini e chi più ne ha ne metta, arriveranno al magazzino. Tra essi anche la Papa Giovanni, la Centofiori, San Patrignano.
“L’invito è quello di andare a fare la spesa per i poveri tantando di condividere la loro condizione”, sottolinea Fattibene facendo riferimento alla frase di Papa Francesco che quest’anno i volontari hanno deciso di usare per lanciare l’iniziative. “Che cosa esprime - dice il messaggio del pontefice nella giornata mondiale del poveri - il grido del povero se non la sua sofferenza e solitudine, la sua delusione e speranza? la risposta è una partecipazione piena d’amore alla condizione del povero. Probabilmente, è come una goccia d’acqua nel deserto della povertà; e tuttavia può essere un segno di condivisione per quanti sono nel bisogno, per sentire la presenza attiva di un fratello o di una sorella. Non è un atto di delega ciò di cui i poveri hanno bisogno, ma il coinvolgimento personale di quanti ascoltano il loro grido. Il grido del povero è anche un grido di speranza con cui manifesta la certezza di essere liberato”.
Domani colletta alimentare, provincia mobilitata per i più bisognosi
Venerdì, 23 Novembre 2018
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