Si chiamano Pensare Santarcangelo e Santarcangelo la pensano da sinistra. Il loro è un movimento civico che si colloca nella metà campo opposta alla destra. Del resto, fra di loro ci sono anche persone, come Danilo Rinaldi, che hanno fatto parte della giunta di Alice Parma. Gli altri “pensatori” che incontriamo per saperne di più di questa lista civica che si appresta a scendere in campo, sono Patrick Wild, il presidente, avvocato dei senza fissa dimora, Stefano Rasponi e Laura Rocchi. Tutti hanno nel proprio Dna un interesse spiccato per i problemi sociali. Hanno cominciato a incontrarsi ogni settimana da settembre e solo di recente hanno organizzato la prima iniziativa pubblica: un coffee work al quale ha partecipato una cinquantina di persone.
Visto il deciso schieramento a sinistra, senza se e senza ma, perché mai non hanno scelto di militare nel Pd? Risponde per tutti Patrick Wild: “Non crediamo molto in un cambiamento dall’interno di quel partito. Preferiamo essere concentrati su Santarcangelo, a partire da un metodo diverso, con un percorso di partecipazione orizzontale”. Quasi li si potrebbe definire una sorta di grillini, non tanto di sinistra, quanto della sinistra, ma non pare che la definizione li entusiasmi troppo.
Passiamo ai temi. Secondo loro la prossima amministrazione dovrà sciogliere il nodo della partecipazione all’Unione dei comuni della Valmarecchia. Era sorta come Unione di territori omogenei (con Verucchio e Poggio Torriana) ma nel periodo commissariale (dopo il sindaco Morri e prima di Parma) l’esperienza è stata allargata a tutta la valle, fino a piccolissimi comuni come Maiolo e Casteldelci. All’Unione sono state affidate deleghe importanti, come i servizi sociali e la polizia municipale, ma i risultati per Santarcangelo non sono soddisfacenti. La futura lista civica dei “pensatori” ritiene inoltre che si debba rafforzare la macchina comunale del loro Comune. “Ci sono persone di qualità, ma manca la quantità. Non c’è nessuno che si può occupare di intercettare le opportunità offerte dai bandi europei, di avviare progetti che vanno pensati in anticipo, per poi poter concorrere ai finanziamenti”.
Quelli di Pensare Santarcangelo ritengono che nel loro paese tutto sommato si viva bene, anche se “tutto è perfettibile”. “Non saremmo qui – aggiungono – se pensassimo che si deve stravolgere tutto, che finora i risultati sono fallimentari”. C’è da rilanciare il turismo, mettendo la città in rete con l’intera vallata del Marecchia, nell’ambito vasto della Romagna. Va ripensata l’intera accessibilità della città, dall’eliminazione delle barriere architettoniche allo sviluppo delle piste ciclabili, fino ai collegamenti del capoluogo con le numerose frazioni. Anche loro convengono che uno dei temi in agenda nella prossima amministrazione dovrà essere far partire il recupero dell’ex cementificio. Sulla sicurezza prendono atto che c’è diffusa una percezione non corrispondente alla realtà: la risposta è sviluppare un sistema di welfare che faccia sentire tutti più sicuri.
Quelli di Pensare Santarcangelo ritengono che l’ospedale sia invece un falso problema. Nel 2014, con i possibili effetti del decreto Balduzzi, c’era un rischio di ridimensionamento. Adesso non più, anzi per la prima volta nero su bianco è sancita la presenza di una struttura semplice di senologia. Il progetto di ristrutturazione tiene invariato il numero di posti letto. “Nessun pericolo, anche se bisogna tener sempre alta la guardia”.