L'enorme successo della Lega alle europee non è stato accompagnato da altrettanti consensi alle amministrative. In provincia di Rimini le sfide più importanti sono state perse.
“No, sono per una lettura diversa. – afferma Jacopo Morrone, segretario romagnolo della Lega e sottosegretario alla giustizia – La Lega ha ottenuto un successo storico in tutta la regione Emilia Romagna e un risultato importante anche in provincia di Rimini. Nei comuni dove si è votato abbiamo conquistato San Leo e confermato a Bellaria l'amico Filippo Giorgetti che potrà così continuare la buona amministrazione di centrodestra. In altre realtà, piccoli Comuni, siamo stati presenti dentro liste civiche, senza simboli di partito. In queste piccole realtà prevalgono altre logiche, personali, locali, legate ai candidati”.
Però avete perso l'importate sfida di Santarcangelo...
“Sì, è vero Santarcangelo è l'unico neo. Evidentemente gli elettori hanno voluto premiare il sindaco Parma per quanto ha realizzato finora. O forse non è piaciuto il nostro progetto politico. Adesso ci aspettano cinque anni di lavoro per costruire l'alternanza”.
Qualcuno ha osservato che la Lega non si è impegnata più di tanto a sostegno di Samorani?
“La Lega si è impegnata, eccome, dalla raccolta delle firme per presentare le liste fino al passaggio in città di alcuni ministri. Nel voto amministrativo c'è anche l'incognita delle liste civiche. Nel nostro caso non hanno portato voti aggiuntivi ma hanno eroso quello dei partiti”.
Il segretario provinciale della Lega, Bruno Galli, ha osservato che alla sconfitta ha contribuito lo stesso Samorani che aveva imbarazzo a dichiarare di essere sostenuto dalla Lega.
“Non è questo il momento di attribuire colpe. Con calma faremo tutte le dovute analisi. Tutti si sono impegnati e per quanto ci riguarda portiamo a casa un risultato straordinario. Non avevamo neanche un consigliere e adesso ne avremo probabilmente quattro. Abbiamo cinque anni di fronte per lavorare per giungere al cambiamento. Di questi risultati sono molto soddisfatto. Dove si è perso sono piccoli Comuni che non hanno peso politico”.
Intanto il segretario provinciale Galli polemizza con il sindaco di Rimini Andrea Gnassi. “Qualcuno che conta nel Pd – scrive - consigli al sindaco Andrea Gnassi di riflettere prima di parlare. Le elezioni europee hanno segnato, a Rimini, la peggiore performance del Pd rispetto a tutti i comuni capoluogo della Romagna. I riminesi hanno inviato un messaggio forte e chiaro. L’amministrazione Gnassi è sotto osservazione e basta poco per staccare la spina”.
“Anche dopo la clamorosa caduta verticale alle europee, dove il Pd raggiunge il 26,85 per cento di consensi, contro una Lega che va oltre il 34 per cento, - prosegue Galli - il sindaco si lascia andare a considerazioni che non stanno né in cielo, né in terra. Cercheremo di fargli capire perché la vittoria di esponenti dem in qualche comune non è un ribaltamento del risultato delle europee, ma frutto della rete di potere del Pd che mantiene ancora, nelle realtà locali, un controllo per così dire ‘militarizzato’ del voto. Altro che buon governo del Pd. Sappiamo tutti benissimo che i comuni del territorio avrebbero la necessità di un sano ricambio, di nuove idee, di concretezza. Purtroppo, localmente, l’elettorato è ancora sotto l’effetto dei richiami della consuetudine, dell’opportunità o, forse, dell’occhiuto controllo del partito. Sempre meno, però. L’invito che rivolgiamo a Gnassi è quindi quello di evitare sguaiate polemiche e di amministrare Rimini cercando di non fare troppi danni in questo scorcio di legislatura. Non vorremmo, nel 2021, quando andremo ad amministrare la città, dover rimediare a troppi suoi errori”.