Start Romagna. Quando una società più grande non serve. E a Rimini il costo dei trasporti aumenta ancora
Sapete quanto ci costano gli autobus che girano a Rimini e provincia? Nel 2011 qualcosa come 3,66 euro a chilometro. Beh, non è una granchè, si potrà dire. Allora spariamo un’altra cifra: circa 28 milioni di euro all’anno. Suona un po’ diverso, vero? Ma per valutare un costo bisogna compararlo; facendo questo lavoro si scopre che nel 2010 il trasporto pubblico locale costava 3,11 euro a Rimini, 2,78 a Forlì-Cesena, 2,57 a Reggio Emilia, a Pesaro 2,228 e a Salerno addirittura 2,10. Da questo confronto emergono due notizie: che da un anno all’altro il trasporto pubblico è cresciuto a Rimini di circa il 20 per cento (da 3,11 a 3,66 euro) e che Rimini detiene questo poco invidiabile primato rispetto a città di uguale importanza in regione, fuori regione e addirittura nel sud.
È evidente che qualcosa non quadra. Il contratto di servizio in vigore è del 2004, stipulato fra l’Agenzia mobilità e l’allora Tram Servizi (che nel 2010 è confluita in Start Romagna guidata dall’ex sindacalista CGIL Sergio Amadori). Di per sé sarebbe scaduto, ma in questi anni è stato sempre prorogato perché la Regione non dava indicazioni sulla ri-emissione dei bandi. L'ultima proroga è fino al 31 dicembre 2013 e quindi nel 2013 si dovrà rifare il bando, al quale si sta già lavorando.
Rispetto all’importo base iniziale (14 milioni e mezzo), il costo è sempre aumentato o per il conguaglio del prezzo del carburante o per gli adeguamenti dei contratti del personale o per altri costi di gestione che lievitavano, fino a raggiungere un disavanzo totale di 4,8 milioni di euro. Per pagare questo deficit si è anche pensato di mettere in vendita la palazzina ex Atam di via Dalla Chiesa (guarda caso valutata circa 5 milioni) ma finora l’asta è sempre andata deserta.
Quel che appare evidente è un lievitare di costi che non ha riscontro in altre città. In Tram Servizi e poi in Start Romagna la spesa per il personale è aumentata del 35 per cento. C’è stato molto “movimento” tra i dipendenti: promozioni, nuovi dirigenti, nuove assunzioni; mentre per esempio all’Agenzia mobilità tutto è rimasto immobile. Viene da chiedersi, visti i dati, se in questo modo si stia seguendo una gestione seriamente manageriale della società.
Tram Servizi prima e Start Romagna oggi si permettono anche di praticare concorrenza ai privati nel trasporto pubblico a noleggio con tariffe così basse che non sono certo remunerative. È una pratica che da almeno una decina d’anni solleva le proteste di Cna e Confartigianato: l’ultima è di qualche settimana fa. In una nota congiunta hanno sollevato alcune domande che aiutano a comprendere dove stia il problema: «In un bilancio aggregato come quello di Start Romagna come si può distinguere l’utilizzo del carburante dedicato al TPL che notoriamente costa almeno il 20% in meno se utilizzato per il trasporto turistico? Inoltre con che contratti e a che condizioni vengono distaccati gli autisti assunti per il TPL al trasporto Bus turistico?»
Ma se i noleggiatori di bus turistici sollevano giustamente il tema della concorrenza sleale, nessuno apre un bel dibattito sull’aumento smisurato dei costi del trasporto pubblico locale. Non lo fanno neppure i Comuni che pure sono i soggetti chiamati a ripianare il deficit che Start produce. In questi ultimi anni non si è mai sentito Palazzo Garampi fare la voce grossa per chiedere spiegazioni.
Nel 2013 si dovrà fare la nuova gara per assegnare il servizio. «E’ una buona opportunità – sostiene Angelo Paone, consigliere d’amministrazione dell’Agenzia Mobilità – per cercare di ridurre i costi. Fino ad oggi i bandi sono stati fatti per lotti sempre più grandi, fino ad arrivare agli attuali 7 milioni e mezzo di chilometri. Adesso con Start Romagna bisognerà farli di dimensione addirittura inter-provinciale. Se invece si facessero i bandi per lotti più piccoli – per esempio da 1,5 a due milioni di chilometri – ci sarebbero molte più aziende in grado di partecipare, ci sarebbe una concorrenza effettiva e certamente si avrebbe un risparmio sul costo del servizio».
Sarebbe il passaggio da una virtuale ad una reale apertura al mercato. L’apertura resta virtuale se l’unico soggetto in grado di competere è la gigantesca azienda pubblica (Start Romagna) che è stata costruita. L’andamento del trasporto pubblico locale sembra confermare che l’ingigantimento delle società di gestione non porta vantaggi all’utente finale, cioè ai cittadini.