Ed ora che l’ambizioso traguardo è stato raggiunto, avanti tutta con gli investimenti. Il giorno dopo il debutto in Borsa, i vertici di IEG, il presidente Lorenzo Cagnoni e l’amministratore delegato Ugo Ravanelli, fanno il punto sulle prossime sfide della società. Ai festeggiamenti, sulla terrazza del Club Nautico, si è aggiunto anche il sindaco Andrea Gnassi, al quale è piaciuto rimarcare che il risultato di ieri è il frutto di una comunità che nel dopoguerra ha cominciato a fare manifestazioni al Grand Hotel, poi al Castello e nella “palestra” del teatro, per arrivare a costruire i primi padiglioni di via della Fiera nel 1972, fino a costruire il nuovo quartiere fieristico e il palacongressi, e a costruire con Vicenza il polo fieristico del nord est.
Il prossimo ambizioso traguardo sarà il cosiddetto cupolone, come è stato ribattezzato il mega padiglione che sorgerà a est degli attuali. Un edificio circolare, diametro 121 metri, altezza 36, capace di 15.500 posti a sedere, la più grande struttura del genere esistente in Europa, assicura il presidente Cagnoni. Sarà un investimento di 45 milioni che, se tutte le lungaggini burocratiche e amministrative lo consentiranno, sarà inaugurato nel gennaio 2023 in occasione del Sigep. È proprio per rispondere alle esigenze di crescita di alcune manifestazioni (Sigep ma anche Ecomondo, TTG) che si è imposta la necessità di allargare gli spazi. La nuova struttura sarà però polifunzionale, ospiterà le fiere ma anche concerti, spettacoli, grandi raduni. Il programma degli investimenti per Rimini prevede anche 4,2 milioni per ampliare i parcheggi. A Vicenza, invece, per il momento si faranno solo interventi per migliorare la qualità e la funzionalità degli spazi esistenti, anche se Cagnoni,che deve tenere buono il socio vicentino, non ha escluso che in futuro, a fronte di una maggiore necessità delle fiere orafe, si possa procedere ad ampliamenti.
Quanto all’eterno e sempre attuale tema delle aggregazioni, se il sindaco Gnassi è stato spavaldo affermando che si faranno quelle che convengono, il presidente Cagnoni ha osservato che quella di Rimini con Vicenza di fatto è stata l’unica realizzata in Italia. Per ulteriori aggregazioni non c’è molto da scegliere, certamente – ha rimarcato – dopo il felice debutto in Borsa è stato fatto un importante passo in avanti.
All’amministratore delegato Ravanelli il compito di delineare i passaggi che hanno portato IEG, dopo il fallimentare tentativo di dicembre, a centrare oggi lo storico obiettivo. A fine gennaio è stato riconvocato il team che aveva lavorato in precedenza. Le condizioni di mercato erano favorevoli, anche se proprio qualche settimana prima della quotazione c’era stato un ribasso. È stato comunque deciso di proseguire per tre motivi. I risultati societari del 2018 sono stati migliori rispetto al 2017 e alle stesse previsioni; questo andamento favorevole è stato ampiamente confermato dal primo trimestre del 2019; è stato revisionato il piano industriale. La scommessa dei vertici di IEG è stata premiata, delle cinque società che si erano ritirate nel semestre scorso, quella della fiera è stata l’unica a ritentare e tagliare il traguardo. Fra aprile e maggio sono stati contattati circa 70 investitori istituzionali che avevano manifestato la disponibilità ad acquistare azioni per circa 20 milioni di euro. È stato deciso di procedere esclusivamente con la vendita delle azioni (da parte di Rimini Congressi e Impregilo), senza il contemporaneo aumento di capitale, come era nell’ipotesi di dicembre. Al momento del collocamento, le richieste di azioni sono salite da 20 a 36 milioni, l’80 per cento in più rispetto all’offerta iniziale, così che gli acquirenti, una trentina di fondi, sono stati soddisfatti solo al 60 per cento delle loro richieste.
Il titolo di IEG ha debuttato subito al rialzo rispetto al valore (3,99 contro 3,7) perché alcuni hanno comprato direttamente sul mercato. Poi c’è stato un ribasso dovuto a qualche azionista (probabilmente i privati riminesi) che ha deciso, sbagliando, di realizzare subito. Quindi è di nuovo risalito ed anche oggi, 20 giugno, è andato bene. Anche se, ha giustamente avvertito Ravanelli, in queste cose non bisogna guardare il giorno ma un arco temporale ampio.
Il ricavato della quotazione in Borsa permetterà a Rimini Congressi di abbattere il debito con Unicredit per il palacongressi (scende a 15 milioni) e probabilmente riuscirà anche ad ottenere il ritiro delle famose lettere di patronage che per anni sono state una spada di Damocle sui bilanci comunali.