Il sindaco di Cattolica, Mariano Gennari, per i Cinque Stelle della provincia di Rimini è diventato (senza offesa per il devoto Salvini) una sorta di “madonna pellegrina”da portare in giro e da esibire in ogni piazza. Sarà perché rappresenta il ricordo delle glorie passate (era solo tre anni fa), quando, in quell’annus horribilis (per dirla alla Gennari) che vide il trionfo di Gnassi senza lista pentastellata alle urne, lui si imponeva a Cattolica contro un cavallo di razza della scuderia piddina quale l’ex senatore Sergio Gambini, avendo dalla propria parte tutta la destra che corse a votarlo pur di fare un dispetto al Pd, da mandare all’opposizione dopo 50/60 anni. Alle elezioni del 26 gennaio, i grillini restituiscono il piacere, favorendo, grazie alla loro presenza sulla scheda elettorale, la “guerra di liberazione regionale” avviata dalla Lega. E meno male che se lo portano in giro, così almeno c’è qualcuno che alle domande tenta di dare risposte che non siano solo degli slogan. Come questa mattina alla conferenza stampa indetta per presentare i quattro moschettieri senza macchia e senza paura che si sono prestati a correre, ben sapendo che fra le tante lotterie indette negli ultimi anni, loro hanno scelto quella sbagliata o hanno acquistato il biglietto perdente. Una conferenza stampa che per l’organizzazione improvvisata descrive molto bene il momento non proprio magico che sta attraversando il movimento fondato da Beppe Grillo.
Avendo di fronte ciò che è rimasto del movimento grillino in provincia (c’era pure il senatore Marco Croatti, mentre era assente l’on. Giulia Sarti che compare e ricompare a intermittenza negli organigrammi a Cinque Stelle) non si poteva perdere l’occasione per qualche domanda politica. Anche perché i grillini riminesi avevano festeggiato l’arrivo del Natale chiamando il senatore Gianluigi Paragone al quale, trascorsi i botti di Capodanno, è stato dato il benservito con un bel decreto di espulsione. Cosa ne pensate? Siete contenti o vi dispiace? Il senatore Croatti cerca di derubricare la faccenda: “Lo avevamo chiamato per discutere di problemi del territorio, così come faremo in futuro con altri”. Insomma, era qui per caso, o quasi. Gennari capisce che non basta cavarsela così ed ammette che “è stato un duro colpo”. “Paragone è un amico e in ciò che dice sugli ideali del movimento mi ritrovo anch’io”. Quindi d’accordo con la sua linea: basta con il Pd, meglio la Lega? “No, non ha detto che va con la Lega”. A dire il vero non era questa la domanda. “Questo lo dite voi giornalisti”, urla una militante dal pubblico. Qualcun altro tenta pure di dire che non è vero che ha votato contro la manovra, ma lo stesso Croatti è costretto ad ammettere che in realtà le cose sono andate così.
Ci vorrebbe un Guareschi redivivo che adatti ai grillini le famose vignette sul “contrordine compagni” facendole diventare “contrordine cittadini”.
Ma veniamo ai quattro candidati che sventoleranno la bandiera pentastellata alle elezioni del 26 gennaio. Come è noto, dalla selezione compiuta su Rousseau sono usciti Luigi Delli Paoli, avvocato (assente perché impegnato in Tribunale), Davide Ghinelli, consulente per le telecomunicazioni; Francesca Fratta, albergatrice; Ilaria Livi, giovane laureata in economia e finanza.
L’albergatrice Fratta si lancia ovviamente sul turismo ed afferma di aver capito, dopo aver incontrato i rappresentanti delle associazioni di categoria, che gli operatori “hanno bisogno di regole”. Ma non hanno sempre detto che la burocrazia li sfibra? La giovane Livi promette che si occuperà dei problemi dei piccoli commercianti, strangolati dal proliferare dei centri commerciali, come quello che si vuole realizzare nella sua Misano. Aggiunge anche che “bisogna incrementare il fondo per il microcredito regionale”.
Ghinelli ricorda che lui è un militante storico e sfoggia qualche dato sull’ambiente, concludendo che “l’Emilia Romagna è la regione più inquinata d’Europa, per cui è bene dire no a discariche e inceneritori. “D’altra parte – osserva – l’ambiente era una delle cinque stelle”.
Parlano tutti come fossero già eletti e quando gli si fa osservare che è altamente improbabile, Ghinelli e gli altri replicano che c’è tutta la campagna elettorale davanti. E se qualcuno dicesse loro, ti voto ma come presidente scelgo Bonaccini? Oppure scelgo Borgonzoni? La giovane Livi non tentenna. “Solo il nostro candidato presidente Simone Benini è in grado di realizzare i punti del nostro programma”. Gennari ammette che “è difficile sostenere che in questi anni la regione sia stata amministrata male…”. E poi si lancia in una esaltazione del reddito di cittadinanza e dell’abolizione della prescrizione.