Dove andranno gli uffici della Questura? Per la prima volta in un documento ufficiale dell’amministrazione comunale si parla dell’ex caserma Giulio Cesare. Ma non è la sola rivoluzione immaginata nero su bianco. In via Ugo Bassi, nell’attuale sede decadente della nuova questura mai attivata, andrebbe “il nuovo complesso di uffici pubblici, in particolare l’insediamento della nuova sede comunale, come ipotesi alternativa alla localizzazione della sede presso l'area della stazione, con un edificio a torre di 12 piani e un altra struttura che integra una nuova attrezzatura culturale”.
Sono previsioni contenute nel progetto integrato che il Comune ha inviato in Regione per ottenere il finanziamento per la costruzione di 36 nuovi alloggi fra edilizia popolare e edilizia sociale. Un cambiamento di rotta clamoroso. Da Palazzo Garampi smorzano i toni, facendo capire che si tratta di una previsione a lungo termine, inserita solo perché la Regione valuta con maggiore punteggio i progetti che prevedono la riqualificazione di un’ampia area urbana. Quindi solo una “infiocchettamento” per spuntare un finanziamento?
Andiamo con ordine. Giusto giovedì sera in consiglio comunale, Carlo Rufo Spina, di Forza Italia, aveva presentato un’interrogazione per sapere se davvero il Comune pensava ora di trasferire gli uffici della questura nell’ex caserma (che peraltro è una vecchia proposta, avanzata in tempi non sospetti, da Nicola Marcello). L’assessore Jamil Sadelgholvaad aveva risposto che a primavera una parte di uffici andrà in piazzale Bornaccini, come deciso quando al Viminale il leghista Matteo Salvini aveva le redini del comando. Sull’ex caserma l’assessore non aveva detto nulla preciso. Ora nella relazione al progetto inviato in Regione si legge: “Per quanto concerne l’area della Caserma Giulio Cesare, si prende atto delle recenti ipotesi di realizzare una sorta di “cittadella dei servizi” con la Nuova Questura, gli uffici della polizia, la sede di altre istituzioni pubbliche”. La delibera approvata dalla giunta è ancora più esplicita: introducendo il tema di quell’area, afferma che “è attualmente in corso di formazione un Piano di Riconversione della Caserma a cura dell’Agenzia del Demanio per la localizzazione della “Cittadella della Sicurezza” . Si possono scrivere, nero su bianco, affermazioni così precise senza che ci sia nulla di concreto?
Il progetto integrato ha l’ambizione di recuperare ad una maggiore vivibilità una vasta area della città (dall’ex caserma a via Ugo Bassi, passando attraverso lo stadio e le attuali case popolari di via Balilla) che versa da tempo in una situazione di insostenibile degrado soprattutto per la presenza dell’edificio della “questura” e delle zone limitrofe.
Per lo stadio si prevede che venga riconvertito in “struttura contemporanea”, lasciando inalterato e risistemato solo il lato storico dell’ingresso, mentre sugli altri tre lati dovrebbero trovare posto esercizi commerciali, ristoranti e attrezzature sportive. Una conseguenza sarà la rimozione della pista di atletica da recuperare a Viserba nella ipotizzata Cittadella dello Sport. In via Balilla si prevede la riqualificazione degli immobili e degli spazi pubblici circostanti. Ma il progetto integrato prevede anche che per la zona di via Ugo Bassi venga recuperato il Piano Attuativo decaduto, il che significa, stando ai documenti inviati in Regione “uffici pubblici, commercio, attrezzature pubbliche, parcheggi scambiatori”. Ma tutti sapevamo che i nuovi uffici comunali dovevano andare nell’area della stazione. Che significa la svolta? Solo una mossa per acquisire punteggio e finanziamenti in Regione o il Comune si sta preparando una via di fuga qualora con Rfi (le Ferrovie) le trattative non dovessero andare in porto? Peraltro, per inciso, non si può non osservare che questura nell’ex caserma e uffici comunali in via Ugo Bassi sono le proposte sempre avanzate dall’opposizione e accolte con sufficienza e sarcasmo dalla maggioranza. Oltretutto, l’area di via Ugo Bassi dovrebbe essere acquisita al patrimonio comunale o con l’acquisto e con un esproprio. Ci vogliono soldi e tempi lunghi.
La relazione al progetto integrato afferma: “Si prevede una ricognizione di ascolto e di confronto con i vari soggetti istituzionali che potrebbero insediarsi nel contesto di intervento. Si riscontra infatti la necessità di coordinare ed individuare le sinergie fra i soggetti pubblici che andranno ad insediarsi nella Caserma Giulio Cesare (Questura, Polizia,...) e nell’area del Programma di Intervento (Sede uffici Comunali o altro ente pubblico). Questo processo partecipato è propedeutico allo sviluppo del Programma di intervento e delle aree di rigenerazione sinergiche e sarà promosso dal Comune di Rimini”. Tradotto dal burocratese, potrebbe voler dire: predisponiamo una soluzione alternativa, qualora quelle ipotizzate dovessero rendersi non praticabili. Si vedrà. Siamo comunque all’urbanistica “ballerina”.