Il Direttore Artistico Unico della Riviera e la sussidiarietà
Non siamo Denigratori Assoluti. Di Andrea Gnassi apprezziamo la rottura di alcune ritualità politiche (in questo modo mostrando la crisi, ad esempio, delle categorie e della loro rappresentanza) e anche un pensare marketing oriented che gli è quasi naturale, si direbbe addirittura istintivo; ma soprattutto certe intuizioni creative che ne fanno, oggi, un assessore al turismo capace di leggere il cambiamento della "vacanza" e, certo, il più adeguato al ruolo di Direttore Artistico Unico della Riviera.
Riusciamo anche a immedesimarci con lui quando pensa (all’incirca dovrebbe essere questo): se devo giocarmi il posto e la carriera, allora lo faccio a modo mio e non rompetemi le scatole. Dal punto di vista strettamente politico, un ragionamento legittimo. Se poi riuscirà a realizzare qualcosa sarà premiato, altrimenti verrà punito dalle urne e, prima, dal suo stesso partito. In generale, per il modo di concepire la politica e il proprio ruolo, Gnassi si candida al titolo di Principe della città, più che a quello di sindaco.
A questo proposito colpisce come certe dichiarazioni non facciano neanche più scalpore.
Come alcuni giorni fa, quando il nostro sindaco ha dichiarato in sequenza: di essere stato in giro a cercare proposte per lo spettacolo di Capodanno; che però era inutile che gli chiedessero cosa aveva mente, perché quando sarebbe venuto il momento glielo avrebbe fatto sapere, lui, a tutti; e poi, ancora, che "occorre un riequilibrio in chiave sussidiaria delle risorse che si spendono per il turismo". A significare – in buona sostanza - che i privati devono cominciare a mettere i soldi nelle idee del Comune. Praticamente la stessa concezione che principi e sovrani avevano delle tasse e dei sudditi a cui imporle.
Forse è il caso che qualcuno, a destra come a sinistra, provi a riportare in campo la politica come l’ha pensata
il mondo moderno. E ad ammettere che è arrivata l'ora nella quale l'Amministrazione pubblica cominci a cedere quote di potere.