Regione Emilia Romagna e Inail-Comitato tecnico scientifico parlano due lingue differenti sull'organizzazione delle spiagge nell'estate 2020. Nello stesso giorno, nel giro di poche ore, sono usciti due documenti contenenti indicazioni diverse. Giustamente il sindaco di Rimini si chiede quale sia la gerarchia decisionale e che fine abbiano fatto le indicazioni concordate a livello regionale con le associazioni di categoria.
Emerge una confusione che certo non è di buon auspicio per lo svolgimento di una buona – nelle condizioni date - stagione balneare.
Andiamo con ordine. Oggi è stato pubblicato sul sito dell'Inail il documento approvato dal comitato tecnico scientifico nella giornata del 10 maggio. Organi di informazione nazionale scrivono che le norme sulle spiagge, insieme a quelle per le altre attività, saranno rese note dal governo nella giornata di giovedì. C'è quindi un'anticipazione nella comunicazione, che però - si badi bene - non è di una bozza ma di un documento ufficiale, approvato da chi ha l'autorità per farlo.
Il documento dell'Inail, per esempio, prescrive che ci debbano essere cinque metri di distanza da una fila di ombrelloni e l'altra, e nella stessa fila quattro metri e mezzo da un ombrellone e l'altro.
Alle 15 del pomeriggio viene diffuso un comunicato della Regione che annuncia che “è appena terminato l’incontro tra Regione, associazioni di categoria, sindacati, Comuni costieri e Direzione Marittima, con la condivisione di un documento che mette nero su bianco le regole da rispettare per l’estate post emergenza Coronavirus”. La notizia quindi è che da lunedì 18 maggio l’industria turistica dell’Emilia-Romagna riparte dal lockdown con linee guida condivise e in grado di garantire in sicurezza la stagione balneare 2020. Quindi anche la Regione anticipa il governo. Il punto sostanziale però è che nelle linee guida regionali le distanze diventano di quattro metri e di tre metri. Se nel documento Inail la distanza fra i lettini singoli senza ombrellone deve essere di due metri uno dall'altro, nelle linee regionali diventa di un metro e mezzo.
Il documento Inail prescrive che i turisti devono arrivare in spiaggia con la mascherina e che la possano togliere solo quando sono sotto l'ombrellone. È una delle eventualità che i bagnini più temevano nelle settimane scorse. Nel comunicato regionale non si fa cenno di questa norma. Vi si legge invece che “il personale addetto al ricevimento e all’accompagnamento dei clienti, in caso non sia possibile assicurare la distanza interpersonale di almeno un metro, dovrà essere dotato di dispositivi e attrezzature di protezione nelle postazioni di lavoro (es. mascherine o schermature) e dovrà fornire ai clienti tutte le informazioni relative alle disposizioni e ai comportamenti da rispettare all’interno dello stabilimento per prevenire i rischi.” A proposito di personale, il documento Inail chiede invece la mascherina per il personale che sta alla cassa e l’uso dei guanti per i bagnini che manovrano le attrezzature.
“È da vietare la pratica di attività ludico-sportive che possono dar luogo ad assembramenti e giochi di gruppo (aree giochi, feste/eventi)”, si legge nel documento nazionale. La Regione invece scrive che “I giochi da spiaggia e le attività sportive sono consentite esclusivamente negli spazi dedicati (aree polifunzionali) e sempre mantenendo il rispetto del distanziamento interpersonale”. Non è esattamente la stessa cosa. Anche per i bambini un linguaggio diverso. L’Inail stabilisce che deve essere garantita vigilanza sulle norme di distanziamento sociale dei bambini in tutte le circostanze. La Regione informa che “le aree gioco per bambini vanno delimitate e individuate, indicando il numero massimo di bambini - soggetti alla vigilanza dei genitori per il rispetto delle indicazioni previste - consentiti all'interno dell'area stessa. Al riguardo si potrà fare riferimento al protocollo sui centri estivi che la Regione sta licenziando. Le attrezzature presenti devono essere disinfettate periodicamente”.
Sono queste le differenze che balzano immediatamente all’occhio, non è escluso che ce ne siano altre. Le autorità, nazionali e regionali, devono fare immediatamente chiarezza. A meno che non valga il principio che sulla spiaggia ogni Regione si regola come vuole. Sarebbe una novità perché fino a questo momento (anche per bar, ristoranti, hotel) si era parlato di protocolli nazionali.