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Rimini | La fine del piano strategico. L’inizio dell’era del masterplan

Mercoledì, 28 Novembre 2012

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La fine del piano strategico. L’inizio dell’era del masterplan


Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi ha messo (alcune) delle sue carte sul tavolo. Un’ora e mezza di conferenza stampa per spiegare ai giornalisti la sua idea di città e i progetti con cui la vuole cambiare. Lo strumento che fa da contenitore dei progetti è un masterplan, uno strumento volontario (cioè non obbligatorio per i Comuni) la cui integrazione con gli altri strumenti di regolamentazione urbanistica - che invece sono vincolanti e obbligatori, PSC in primis - è tutta da costruire.
12 ambiti di intervento, dal Marecchia al lungomare, per trasformare una città “frazionata e frammentata” in un “città circolare”. “E’ finita l’era dello sviluppo quantitativo, inizia l’era di quello qualitativo”, ha detto il Sindaco che, nell’esporre le proprie idee progettuali, ha fatto proprie alcune suggestioni e alcune parole chiave del piano strategico e dei singoli contributi emersi in questi anni sul futuro della città (quale ad esempio il documento dei cattolici partecipanti al Forum).


Il masterplan illustrato dal sindaco si presenta dunque come una sorta di selezione delle suggestioni che sono state espresse sulla città (a partire da quelle proprie del sindaco e lanciate durante la sua campagna elettorale) e la cui fattibilità sarà legata all’avvio di specifici project financing. Trasparenza, strategicità, interesse collettivo, sostenibilità: i criteri con cui saranno valutati i progetti che i privati potranno presentare per i vari ambiti di intervento.
Nell’attesa di poter visionare il dettaglio della pianificazione prevista, oggi svelata solo in parte, si può sottolineare il cambio di metodo e di passo che il sindaco ha voluto proporre rispetto al futuro della città.
Di passo, perché a un lungo periodo dedicato alla preparazione delle mappe e della stessa macchina comunale, che dovrà sostenere il percorso dei progetti futuri, segue un’accelerazione che dovrebbe portare alla tappa finale del consiglio comunale entro l'autunno prossimo;
di metodo, perché ripropone se stesso e la propria figura di primo cittadino come dominus del cambiamento della città; spiegando così l’inserimento di un altro strumento non vincolante di pianificazione tra il piano strategico già redatto e il consiglio comunale che ha invece il compito di approvare i piani territoriali vincolanti; e anche il mancata avvio dell’Agenzia (per la realizzazione) del Piano Strategico.
Dal punto di vista del percorso operativo, il masterplan opererebbe come un aggiornamento del Piano strutturale comunale, al fine renderlo più attuale ai nostri giorni (e così anche mandando all’aria il lavoro delle precedenti amministrazioni).


Sarà interessante adesso vedere come reagirà il Forum del piano strategico e se riconoscerà se stesso nel disegno circolare di città del sindaco; capire quanto hanno lavorato insieme Gnassi ed Ermeti per arrivare al punto di oggi; se quello che Gnassi ha disegnato è realmente fattibile e, soprattutto, se vi si riconosceranno i privati che hanno già presentato i loro progetti e se vi saranno imprenditori che decideranno di investire su Rimini nei bandi che saranno avviati.
Quello che è certo è che fino a qualche mese fa il futuro di Rimini era in mano al piano strategico, mentre ora il pallino è nelle mani del sindaco. Aspettiamo di capire che atteggiamento sceglieranno i diversi soggetti cittadini e quali margini di trattativa concederà loro il sindaco.

Ultima modifica il Mercoledì, 28 Novembre 2012 19:23

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