Lunedì comincia la Notte Rosa, anzi la Settimana Rosa. E mai come quest’anno arriva accompagnata da una scia di polemiche che non a caso si appuntano su quello che è sempre stato un nervo scoperto dell’evento, la sua attrattiva per masse di giovani che ne fanno occasione di sballo.
Il rito della Notte Rosa sarà di nuovo celebrato perché, secondo il parere dell’assessore regionale Andrea Corsini, sarebbe stata devastante la sua cancellazione dal calendario della Riviera. Il Covid ha cancellato eventi di carattere mondiale e internazionale come le Olimpiadi o i campionati europei di calcio, e tutti se ne sono fatti una ragione, però gli italiani non avrebbero sopportato una estate senza Notte Rosa. Mah, c’è da restare perplessi. Così come non si è capito perché il presidente dell’Ordine dei medici di Rimini abbia sentito il dovere di intervenire pubblicamente per affermare che la Settimana Rosa è un segnale di ottimismo.
Senza nulla togliere ai meriti storici di questo evento (specialmente nelle prime edizioni è stato una grande macchina di comunicazione per la Riviera), si può dubitare che la Notte Rosa abbia lo straordinario potere di ridare fiducia agli italiani stremati dal lockdown.
Abbiamo visto in questo mese che le presenze turistiche non sono andate secondo le catastrofiche previsioni. Anzi, Visit Rimini ci ha informato che fra i turisti che sono arrivati una buona parte non aveva mai messo piede in Riviera. Sono arrivati quest’anno per evidenti motivi (le loro destinazioni preferite all’estero sono chiuse o impraticabili) e hanno scelto Rimini in un mese in cui non c’era la Notte Rosa, anzi non c’era alcun evento di richiamo.
Regione e enti locali della costa hanno avuto una sorta di horror vacui, la paura del vuoto. La Notte Rosa si è sempre fatta, si deve fare anche quest’anno anche se non siamo ancora pienamente usciti dall’emergenza Covid. Si sono comportati come quelle pro loco e comitati di quartiere che hanno la loro ragion d’essere nell’organizzare la loro tradizionale festa annuale. Se non fanno quello, cosa fanno?
Si è detto che la batosta della pandemia deve essere l’occasione per ripensare la nostra offerta, ma curiosamente da questo ripensamento è stata esclusa la Notte Rosa. Il rinvio di un anno poteva essere sfruttato per ripensare in profondità l’evento, che specialmente negli ultimi tempi aveva perso smalto e mordente. Tutti avrebbero capito le ragioni del rinvio, nessuno si sarebbe fasciato la testa. Era servita su un piatto d’argento l’opportunità di uscire da un clichè ormai decaduto per cercare di elaborare un nuovo format o un nuovo evento che avesse la stessa capacità comunicativa adattata ai nuovi turisti che Rimini e la Riviera vogliono conquistare.
Anche a Riccione, dove storicamente non hanno mai amato l’evento, l’opposizione alla Notte Rosa non è stata motivata dall’esigenza di un ripensamento ma da esigenze di ordine pubblico. Alla riunione in Prefettura il sindaco si è però trovato isolato, ed il collega di Rimini, Andrea Gnassi gli ha ricordato che gridare allo sballo in arrivo è un buon modo per attirarlo.
Il dibattito è rimasto prigioniero di una doppia forzatura. Da una parte coloro che ritengono necessario celebrare l’evento, pensando di attutirne gli effetti negativi (anche a proposito della possibilità di contagio) diluendolo in una settimana; dall’altra coloro che, non volendolo celebrare, si sono aggrappati allo spauracchio dell’ordine pubblico inevitabilmente compromesso. I primi hanno sorvolato sul fatto che i giovani, il principale target dell’evento, tendono inevitabilmente a fare assembramenti anche se invece di un concertone se ne organizzano dieci più piccoli; i secondi a loro volta cadono in contraddizione organizzando negli stessi giorni i concerti di Radio Dj.
A questo punto non resta che augurarsi che tutto proceda per il meglio. Il nuovo prefetto ha assicurato controlli stringenti e rigorosi, assicurando che le forze dell’ordine interverranno per dire no “a tutto quello che si porrà in contrasto con le disposizioni e le raccomandazioni di profilo sanitario tutt’ora vigenti, la cui inosservanza risulterebbe essere un oggettivo pericolo per l’intera collettività”.
È auspicabile che la riflessione che è mancata sotto l’impulso della coazione a ripetere sia avviata in previsione dell’estate 2021. E sarebbe positivo se chi ha sollevato legittimi dubbi sulle conseguenze indesiderate della Notte Rosa li esplicitasse in concrete proposte alternative da sottoporre al dibattito pubblico.