Metti il presidente del Meeting Bernard Scholz e il giurista ebreo Joseph Weiler, a discutere del tema 2020 del raduno (Privi di meraviglia, siamo sordi al sublime) ed il risultato è del tutto sorprendente, diverso probabilmente anche da ciò che si aspettavano gli organizzatori.
Tutto verte sulla diversa interpretazione della frase del filoso ebreo Abraham Heschel. Weiler non si attarda sul senso di meraviglioso e di sublime che può suscitare lo spettacolo della natura. A suo giudizio la frase si può riferire anche alla meraviglia sul comportamento di un uomo o di Dio stesso. Ci si può meravigliare di Dio di fronte alla Shoah, allo tsunami, al Covid, nel senso che emerge la domanda. "Dov’eri Dio di fronte a questi eventi? Perché non sei intervenuto?”.
Secondo Weiler bisogna distinguere fra le tragedie che sono il prodotto della cattiveria umana e le sciagure della natura. Il relatore basa la sua riflessione sulla rivelazione biblica dell’Antico Testamento. L’uomo è stato creato capace di distinguere il bene dal male. Non solo, ha anche la capacità di scegliere fra il bene e il male. Weiler insiste su questo tasto: "Questa capacità di scegliere ha anche valenza teologica. Anche il comandamento di amare Dio con tutto il cuore implica una scelta. Se non possiamo dire di no, allora il sì non avrebbe valore". Cita la scrittrice polacca Olga Tokarczuk che nel suo testo I Libri di Giacobbe fa dire a un protagonista che “Dio tra un mondo senza il male e un mondo senza esseri umani, ha scelto un mondo in cui ci fossero gli esseri umani”.
Dove sta allora la meraviglia di cui parla Heschel? Weiler non ha dubbi: non è tanto lo spettacolo della natura a suscitare meraviglia e a condurre al sublime ma il comportamento degli uomini. E racconta: "Ho dei parenti a Trieste. Durante la seconda guerra mondiale, sono stati nascosti tre anni in una chiesa cattolica. Chi li ha nascosti ha rischiato di essere ucciso, ma lo ha fatto comunque. Questo è una meraviglia”.
Quando invece accade una catastrofe della natura, come un terremoto o come un virus micidiale tipo Covid, secondo Weiler non bisogna scomodare Dio, pensare che si tratti di una punizione divina. Citando l’episodio dell’arca di Noè, ricorda che da quel momento Dio ha stabilito che da quel momento in poi la natura avrebbe seguito le sue regole, a volte tristi, a volte felici. Per cui anche di fronte al Covid, la meraviglia è che ci siano stati medici e infermieri che, mettendo a rischio la propria vita, si siano prodigati per assistere e curare le persone. "Nel 2016 ero qui al Meeting e ricordo i volontari che si misero a servizio per il terremoto. Questo è una meraviglia, questo è sublime. Nel mondo dove c'è cattiveria umana e dove ci sono disastri naturali, la meraviglia sono gli uomini che si comportano ad immagine di Dio".
A questo punto Scholz lo incalza con le domande: perché l’hanno fatto, cosa è emerso in loro? Perché i salmi pieni di lodi a Dio per natura che ci è stata donata? "Ci sono varie tipologie di meraviglia, come quella verso la natura o verso le Nozze di Figaro di Mozart. Ma lo stesso Dio che ha creato le cose cantate dai salmi ha creato anche il terremoto, il Covid, gli tsunami. Questa è la sfida. Riguardo alla prima domanda dalla nostra esperienza personale sappiamo che quando c’è un terremoto c’è una voce dentro di te che dice sai quello che devi fare, devi aiutare”.
Scholz non è soddisfatto e ci riprova: ma c’è un momento in cui riconosciamo una meraviglia che ci va guardare oltre? "Ero geloso di mia moglie perché lei poteva partorire e dare vita. E' un privilegio della donna. Ma almeno io avevo il privilegio di abbracciare il bambino per primo. Questo è meraviglioso".
Ultimo tentativo: ma il guardare le stelle e i misteri dell'universo? Weiler non demorde: "Mi fa molta più meraviglia e mi provoca più il sublime il comportamento della Chiesa cattolica a Trieste per salvare una famiglia di ebrei". Ma quelli che l’hanno salvato da dove hanno preso la capacità di farlo? “Dall’educazione, erano buoni cristiani”. E congeda Scholz e il pubblico con una battuta: “Comunque stasera guaderò di più le stelle”.