Può succedere che nove su diciannove consiglieri si dimettano dal direttivo della Polisportiva Riccione (che fino al 2013 aveva nel nome anche l’aggettivo comunale) perché ritengono che la società non mantenga necessari buoni rapporti con l’amministrazione comunale? Può succedere che l’amministrazione comunale, che da convenzione deve versare contributi e fondi per le spese di manutenzione, non lo faccia mettendo a rischio la sopravvivenza della Polisportiva?
Può succedere, succede a Riccione, nell’anno settimo del regno della sindaca Renata Tosi, un anno prima delle elezioni amministrative quando il Comune tornerà contendibile fra sinistra e destra.
La Polisportiva a Riccione non è affare di poco conto. Raccoglie qualcosa come novemila soci e quattordici fra società e sezioni sportive di varie discipline. Gestisce lo Stadio del nuoto, elemento centrale non solo per l’attività sportiva dei cittadini riccionesi, ma per l’offerta turistica della città. Il turismo sportivo, che in riviera si è sviluppato soprattutto a Riccione, ha un punto di forza nei campionati nazionali di nuoto che da anni si svolgono allo Stadio gestito dalla Polisportiva. Si capisce allora che la società è oggettivamente anche un centro di potere, si comprende perché chi vuole gestire la città la voglia avere sotto controllo. Fino a qualche tempo fa era considerata un solido feudo del Pd. Non a caso Massimo Pironi nel 2008 cominciò la corsa per diventare sindaco di Riccione diventando presidente della Polisportiva.
Un’altra epoca, molta acqua è scivolata sotto i ponti. A Pironi, nel 2010 è succeduto Giuseppe Solfrini, l’attuale presidente finito sotto le “attenzioni” del sindaco Tosi. E dire che nel 2014 la sua conferma fu frutto di un’alleanza trasversale che vide molti sostenitori dell’amministrazione di centrodestra iscriversi alla Polisportiva e correre al seggio per votare Solfrini in alternativa all’ex assessore Pd Alessandro Casadei. All’ultimo rinnovo, nel 2017, è stato confermato all’unanimità.
Il 12 gennaio scorso Solfrini ha inviato una Pec per la messa in mora al Comune di Riccione e, per conoscenza, alla Corte dei Conti. Il presidente della Polisportiva lamenta il mancato pagamento di un contributo di 60 mila euro, come da convezione; della somma di 210 mila euro per le spese di manutenzione dell’impianto, e chiede un tavolo di confronto per la determinazione del ristoro dovuto per la chiusura causa Covid.
“Non ci hanno mai risposto”, lamenta Solfrini. Dal Comune, in modo informale hanno fatto sapere che i pagamenti sono congelati perché ci sarebbero irregolarità nei bilanci. “Ogni sei mesi – precisa il presidente - mandiamo una relazione con tutti i dati sulla nostra attività, compresi quelli di bilancio. Mai ci è stato contestato qualcosa. Anche ad altre Pec che abbiamo inviato nei mesi scorsi mai una risposta”. Alla polisportiva osservano che se la mancata liquidazione dei contributi attesi fosse arrivata in un anno normale, sarebbe stata sopportabile. Non nell’anno del Covid che ha visto 1,2 milioni di mancati incassi su un totale di 2,8.
È la classica situazione in cui dietro alla battaglia formale (i contributi, i bilanci) si combatte una battaglia sostanziale che persegue un altro obiettivo. “Da quel che ho capito – afferma Solfrini – ci voglion far capitolare perché il Comune vuole tornare alla gestione diretta dell’impianto. Se così fosse bisogna tener conto di un fatto. Abbiamo formato una convezione per 25 anni, dei quali ne sono trascorsi solo 6. Se il Comune si chiama fuori dovrà dare un indennizzo al concessionario, cioè alla Polisportiva”.
Secondo il gossip politico che circola a Riccione, in realtà l’obiettivo sarebbe far fuori l’attuale dirigenza in favore di un presidente e di un consiglio più in sintonia con l’attuale amministrazione. “Lo pensavamo tutti – rivela Solfrini – Ma il 31 dicembre scorso ho mandato un mio consigliere a sondare le intenzioni del sindaco. La risposta è stata che l’obiettivo è riavere la gestione diretta dell’impianto. Vedremo. Noi non abbiamo mai avuto nulla contro l’amministrazione, nonostante ciò che affermano i consiglieri dimissionari. I problemi sono cominciati quando il Comune ha deciso di non pagare”.
Da parte sua il sindaco Tosi conferma che il congelamento dei contributi dipende dai bilanci poco chiari. “L'amministrazione comunale - spiega il sindaco - ha dovuto provvedere ad accantonare e congelare l'ultima rata del contributo, comunque riconosciuto a favore della Polisportiva, fintanto non saranno chiariti alcuni aspetti del bilancio della stessa. Da tempo sono stati chiesti dei chiarimenti da parte dell'amministrazione comunale alla dirigenza della Polisportiva, per quelle che risultano essere delle inesattezze del Bilancio della stessa. Un Ente pubblico, ossia il Comune di Riccione, in base alla normativa vigente, senza avere ottenuto delucidazioni circa i conti e il Bilancio della ASD, non può procedere alla liquidazione dell'ultima rata del contributo. In caso contrario, ossia in caso di pagamenti senza le dovute e necessarie verifiche, l'Ente incorrerebbe in un richiamo da parte della Corte dei Conti”
. Il sindaco ributta la palla nel campo della Polisportiva: “L'amministrazione comunale di Riccione però non intende entrare nelle controversie di una società privata qual è la Polisportiva, ASD società sportiva dilettantistica, a tutti gli effetti una società privata. L'amministrazione invierà a breve una lettera al presidente della Polisportiva chiedendo anche le motivazioni di quello che viene definito dalla stessa un "imminente default" e il perché delle numerosi dimissioni dal Cda”. Tali dimissioni segnalerebbero “gli evidenti difficili rapporti tra i consiglieri e la governance della Polisportiva". Il sindaco Tosi non lo scrive nella sua dichiarazione ufficiale ma la tesi che è possibile raccogliere negli ambienti dell’amministrazione è che i consiglieri si siano dimessi per perplessità sulla gestione della società, per poi trincerarsi dietro la motivazione dei contrasti con la giunta Tosi.
Il sindaco ribadisce infine che “Lo Stadio del nuoto è della città su cui i riccionesi hanno investito tanto e dunque la sua salvaguardia è la priorità dell'amministrazione”. Nessun accenno sulla volontà o meno di tornare alla gestione diretta dell’impianto.