Martedì sarà esaminata in commissione, poi sarà portata all’approvazione del consiglio comunale. Si tratta della delibera con cui l’amministrazione Tosi sancisce che non può essere considerato un debito fuori bilancio la lettera di patronage firmata nel 2009 dal sindaco Massimo Pironi in favore di Carige. Siamo negli anni immediatamente precedenti al fallimento della società aeroportuale, quando Aeradria batteva cassa dai soci pubblici per avere i finanziamenti necessari per realizzare gli investimenti richiesti da Enac. Il Comune di Riccione ritenne di non partecipare alla ricapitalizzzazione, ma offrì una garanzia (la lettera di patronage, appunto) perché Carige erogasse un prestito di 1,5 milioni.
Già nel novembre del 2014 il sindaco Renata Tosi aveva scritto ai legali di Banca Carige per sostenere che la lettera di patronage firmata da Pironi non era stata votata dal consiglio comunale e quindi aveva il difetto di una obbligazione giuridica non perfezionata. Insomma, era un titolo che non impegnava il Comune. Il sindaco Tosi aveva poi usato un altro argomento. La lettera era in favore di Aeradria, che però non può essere considerato un servizio pubblico locale, quindi la partecipazione al capitale sociale di quella società va vista unicamente come “mera rappresentanza di un interesse generale”, e pertanto la lettera si presenta come “estranea alla sfera funzionale dell’Ente, derivando da ciò la carenza dell’altro indispensabile presupposto richiesto dal legislatore per l’applicazione dell’istituto del riconoscimento del debito fuori bilancio.”
La lettera del sindaco non aveva soddisfatto Carige, che reclamava il rientro dei soldi erogati; pertanto la società aveva inoltrato un ricorso al Tar sostenendo che il sindaco non aveva il potere di decidere di non riconoscere il debito fuori bilancio. Curioso notare che nel giudizio non si sono costituiti nè il Fallimento Aerradria nè l'ex sindaco Massimo Pironi. Il 16 dicembre scorso è stata pubblicata la sentenza del Tar dell’Emilia Romagna che stabilisce che in effetti solo il consiglio comunale ha il potere di decidere sulla sussistenza o meno di debiti fuori bilancio. Il Tar scrive nella sentenza che comunque la situazione può essere sanata con una delibera del consiglio comunale.
Ed è proprio ciò che il consiglio comunale si appresta a fare. Nella delibera si ricorda che il regolamento comunale riconosce la legittimità di debiti fuori bilancio solo nei casi di sentenze esecutive; copertura di disavanzi di consorzi, di aziende speciali, di istituzioni, nei limiti degli obblighi derivanti da statuto; ricapitalizzazione di società di capitali costituite per lo svolgimento dei servizi pubblici locali; procedure espropriative o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica utilità; acquisizione di beni e servizi nei limiti dell’utilità ed arricchimento dell’ente relativamente a servizi e funzioni di propria competenza.
Secondo il Comune di Riccione questa casistica non si può applicare alla lettera di patronage firmata da Pironi. Nella delibera si stabilisce anche di inviare tutti gli atti alla Procura della Corte dei Conti, che valuterà come e contro chi procedere. Con questa delibera il messaggio che manda il Comune di Riccione è che Carige, per riavere i soldi prestati, deve rivolgersi ad un altro indirizzo.
Lettere di patronage, in favore di Unicredit, erano state sottoscritte anche dai tre soci pubblici di Rimini Congressi (Comune di Rimini, Provincia, Camera di Commercio) nell’ambito del piano finanziario per la realizzazione del Palacongressi. Anche in quel caso non vi era stata delibera del consiglio comunale. La vicenda si è però conclusa positivamente grazie alla quotazione in Borsa di Ieg, i cui ricavi hanno estinto parte del debito e ottenuto la cancellazione delle lettere di patronage da parte di Unicredit.
A Riccione invece la vicenda rimane aperta. Bisognerà vedere quali azioni a questo punto intraprenderanno Carige e la Corte dei Conti.