Il 2021 si apre con segnali di fiducia da parte delle imprese, e si spera che l’arrivo dei vaccini abbia effetti positivi anche sulla ripresa della produzione. Una iniezione di fiducia è venuta anche dall’incarico di formare il nuovo governo all’ex presidente della Bce, Mario Draghi. A livello locale c’è un messaggio per le amministrazioni dei Comuni della Romagna che, come Rimini, andranno al voto. Ai nuovi amministratori il presidente di Confindustria Romagna, Paolo Maggioli, ha chiesto una maggiore attenzione al settore manifatturiero. Sindaci e assessori frequentino di più le aziende del territorio per capirne dal vivo le necessità. «Chiediamo azioni efficaci ed un dialogo continuo, un alleggerimento della burocrazia e la possibilità di potere crescere, ad esempio dove richiesto e possibile, con la nascita di nuove aree industriali, creando così occupazione e crescita economica dei territori». Il riferimento è ai territori emiliani che mostrano grande capacità attrattiva di importanti investimenti esteri, altrettanto deve poter avvenire per Rimini e la Romagna.
Il presidente Maggioli è intervenuto per commentare i dati dell’indagine congiunturale che ogni sei mesi Confindustria Romagna esegue fra i propri associati. A Rimini, nel primo anno dell’era Covid, nel secondo semestre 2020, le imprese hanno visto calare il fatturato dell’1,5 per cento (quello interno del 5,3); la produzione è diminuita dello 0,4, mentre l’occupazione è sostanzialmente stabile (+0,1). Il dato sull’occupazione è influenzato dal blocco dei licenziamenti e dalla sospensione dell’obbligo di causale per il rinnovo della proroga dei contratti a tempo determinato. Bisognerà vedere cosa succederà dopo il 31 marzo, quando questi paletti saranno eliminati. Ci sono comunque segnali positivi: il 48,1per cento delle imprese non intende attivare la cassa integrazione nei primi sei mesi del 2021 (mentre nel 2020 è stata raggiunta la cifra record di 20 milioni di ore).
Per il primo semestre, il 70,7 per cento delle imprese prevede una produzione stazionaria, mentre un 19,5 per cento la dà in aumento; gli ordini restano stazionari per il 51,2 per cento degli imprenditori e il 34,2 prevede una crescita; anche per giacenze e occupazione oltre il 70 per cento delle imprese ritiene che il primo semestre sarà nel segno della stabilità.
Dopo aver snocciolato i dati, Maggioli ha quindi fatto il punto sulle infrastrutture strategiche per l’economia della Romagna, a partire dagli aeroporti. Non si è limitato a salutare con favore il via libera della Ue al finanziamento regionale di 12 milioni: «Un finanziamento necessario per mettere in atto il piano di sviluppo programmato da Airiminum che auspichiamo venga percepito dall’amministrazione come reale opportunità per garantire occupazione, crescita e sviluppo a tutto il territorio»; ha altresì sottolineato la necessità di un’intesa far i due aeroporti romagnoli, «con un coordinamento regionale», così come sta avvenendo per le fiere.
A proposito di fiere, la decisione della Regione di investire nella nuova società comune fra Rimini e Bologna consente di guardare con ottimismo al futuro, nella consapevolezza che si deve competere a livello europeo, non a lvello regionale o nazionale.
Per rendere competitivo il territorio romagnolo sono fondamentali gli investimenti sulla viabilità. Maggioli ha auspicato che nei fondi del Recovery Plan trovi spazio anche uno stanziamento per dotare la Romagna e la dorsale adriatica dell’alta velocità. Altrettanto prioritario è l’adeguamento sostanziale dell’asse E45/E55. Al presidente di Confindustria non convince il progetto per la nuova Marecchiese «caratterizzato da varianti non ben definite. Occorre un intervento diretto che garantista sicurezza ed una maggiore fluidità ad un’arteria lungo la quale sono collocate numerose imprese».
Ed infine il tema dell’energia. A Maggioli pare contraddittorio che a Ravenna siano favorevoli ai parchi eolici mentre a Rimini siano state alzate le barricate. Pertanto ritiene «non sia da escludere a priori l’approfondimento di progetti per la realizzazione di parchi eolici in Romagna, sia a Rimini sia a Ravenna, con il confronto tra tutte le parti coinvolte e la valutazione di come e dove potrà essere utilizzata l’energia prodotta: è un atto doveroso per non rischiare di perdere opportunità di sviluppo su diversi fronti».