È il presidente dell’ordine degli architetti Roberto Ricci il candidato civico da cui le forze politiche di centrodestra si aspettano il sì definitivo per la candidatura a sindaco di Rimini? Il nome, trapelato dal Carlino, poteva essere uno dei tanti usciti in queste settimane. Ma ad osservare la foga con cui l’imprenditore Lucio Paesani, promotore della lista civica Noi Amiamo Rimini, si è impegnato a demolire questa potenziale candidatura, fa pensare che sia effettivamente lui la persona da cui si attende l’ultimo via libera. Paesani non fa il suo nome (si limita a dire “presidente di un ordine professionale”) ma dalle cose che dice si capisce benissimo chi è il bersaglio. “Ho reagito perché è una voce che ho raccolto direttamente, non perché l’ho letta sui giornali”, conferma Paesani a BuongiornoRimini.
Giusto ieri, i leader del centrodestra, Jacopo Morrone, segretario romagnolo della lega, Antonio Barboni di Forza Italia e il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Michele Barcaiuolo, erano piombati a Rimini per ribadire che il loro candidato sarà sicuramente un civico e così dare anche uno stop all’autocandidatura di Alessandro Ravaglioli, ex consigliere comunale di Forza Italia passato alla Lega negli ultimi due anni. E se anche questa volta, Morrone, il gran regista della ricerca del candidato, di nomi non ne ha fatti, ha però annunciato che si tratta di un professionista con un incarico pubblico, per cui dovrà sistemare alcune situazioni prima di poter annunciare la propria discesa in campo. Anche in questo caso l’identikit corrisponde perfettamente al presidente di un ordine professionale, che peraltro sembra essere la tipologia di società civile sondata da Morrone. La richiesta di candidarsi era stata rivolta infatti anche a Maurizio Grossi, presidente dell’Ordine dei medici. E probabilmente a qualche altro presidente.
In ogni caso, a Paesani, da mesi in pista con la sua aggregazione civica che lo vuole come sindaco, la candidatura di Ricci non piace per nulla. Non è il tipo di candidato rispetto al quale sarebbe disposto a fare un passo indietro.
“Essere civici – scrive Paesani in una nota - significa rappresentare "mondi" economici e sociali per troppo tempo tenuti fuori dalla porta e vessati. Significa avere l'ok di pescatori, agricoltori, tassisti, artigiani, operatori turistici, negozianti, società sportive, operatori della solidarietà, ecc. e io so per certo che molti di questi mondi da mesi marciano con me.... E non accettano più teatrini o compromessi a perdere. Mondi esclusi a volte con la complicità di professionisti della pseudo rappresentanza, sia questa espressione associativa, sia questa espressione di mestieri e professioni”.
“Andare ad attingere il candidato civico da questi serbatoi – continua Paesani nella sua requisitoria – significa, non conoscere Rimini, o non volere vincere a Rimini. L' ultimo nome uscito, da anni presidente di un ordine professionale, presenta così tanti e tali conflitti di interesse, così tante e tali partite giocate ‘pro domus sua’ che sarebbe penoso, da parte mia, dopo sette mesi di paziente attesa di un nome, recitare il ruolo di colui che lo abbatte. Perché significherebbe al contempo abbattere ogni possibilità di vittoria del centro destra”.
“Politicamente, - conclude Paesani - è inconciliabile il ruolo di garante del cambiamento, e di persona organica al sistema che si vuole cambiare. Spero che si tratti solo di una boutade”.
Se sarà Ricci il candidato del centrodestra, la lista di Paesani non parteciperà alla coalizione? “No, non ci sto, io sono di una coerenza ferrea – risponde - A questo non lo conosce nessuno, io potrò stare simpatico o antipatico, ma mi conoscono. E non sono quello delle discoteche, sanno che sono uno che ama Rimini. Il presidente di un ordine non è una candidatura civica. Non ci sono uomini per tutte le stagioni, questa è la stagione per uomini che sono vicini a quelle categorie sociali messe in crisi dalle politiche seguite in questi anni. Ho sempre detto che mi sarei fatto da parte se i partiti avessero trovato un civico migliore di me, ma non è questo il caso”.
Il punto è capire chi stabilisce chi è il migliore. Fra autocandidature corsare e ricerca del mitico civico che tenga insieme un vasto schieramento, si ha l’impressione che anche in casa del centrodestra la ricerca del candidato si stia ingarbugliando. Perché non degeneri in una sceneggiata tipo Pd, occorre che Morrone e soci la schiantino al più presto. Sarebbe comunque paradossale un candidato civico che non raccoglie il consenso della lista civica maturata in questi mesi nel blocco sociale che fa riferimento al centrodestra e alle sue battaglie politiche in difesa delle imprese.