Nel 2016 i partiti di centrodestra di Cattolica, nel ballottaggio fra Mariano Gennari e Sergio Gambini, riversarono i loro voti su Gennari. Contro ogni altra considerazione, era prevalso l’istinto belluino di mandare finalmente il Pd all’opposizione. Ci fu allora chi giudicò quest’atteggiamento una sorta di suicidio politico, vista la profonda diversità di cultura politica rispetto al populismo e giustizialismo grillino. Chi parlò di suicidio politico fu facile profeta, considerato lo stato attuale di agonia del centrodestra a Cattolica. Forza Italia è sparita, Fratelli d’Italia non ha radicamento, evaporata l’area Udc-centristi che pure aveva avuto un certo peso anche amministrativo, è rimasta la Lega che però si è proclamata repubblica autonoma rispetto al “governatorato” romagnolo di Jacopo Morrone. Una situazione che è ben fotografata anche dai risultati delle elezioni regionali del 2019, gli ultimi disponibili. La Lega prese il 32,2 per cento, Fratelli d’Italia l’8,1 e Forza Italia il 2,8. C’era dunque un’area di centrodestra che tendeva al 44 per cento ma si trattava prevalentemente di un voto di opinione, trainato dalla Lega che in quella consultazione non aveva ancora cominciata la fase calante.
Fatto è che per le elezioni amministrative di ottobre il centrodestra a Cattolica non ha ancora battuto un colpo. L’unico a muoversi è stato Massimiliano Gessaroli, il primario di chirurgia ormai in pensione, che nel 2016 era appunto stato il candidato del centrodestra. Il 31 maggio ha annunciato ufficialmente la sua ridiscesa in campo alla guida della lista Alleanza Civica per Cattolica. Sarà una lista con “varie personalità espressione del tessuto sociale, culturale ed economico della nostra Città, inclusiva di tutti coloro che non hanno legami, impegni, coinvolgimenti ed incarichi diretti in attività politiche di Partito”. “Collaboreremo con quelle formazioni politiche ed interlocutori politici principalmente di centro-destra che aderiranno a questo progetto”, ha precisato nel suo messaggio. Ma nessun partito di centrodestra, né locale, né provinciale, ha finora dichiarato la propria adesione.
Il centrosinistra è invece già in campagna elettorale da qualche settimana. Il Pd di Cattolica, guidato da Alessandro Belluzzi (un ex renziano della prima ora) si è opposto a muso duro al progetto (della segreteria regionale e del presidente Stefano Bonaccini) di fare del partito locale l’agnello sacrificale per propiziare l’alleanza Pd-5 Stelle a Rimini. I democratici di Cattolica avrebbero dovuto sostenere la ricandidatura del sindaco uscente Mariano Gennari e i 5 Stelle avrebbero dato i loro voti al candidato Pd di Rimini. Ma Belluzzi e soci non ne hanno voluto sapere. Non è una preclusione di carattere politico o ideologico - hanno detto - ma dipende dalle scelte amministrative che Gennari ha compiuto in questi anni ed anche allo scadere del mandato. Una delle questioni è il nuovo lungomare, giudicato una semplice manutenzione dell’esistente, senza alcuna innovazione e visione strategica.
Il Pd è riuscito a mettere insieme un’ampia coalizione, che raggruppa tutto ciò che sta alla sua sinistra, le liste civiche, i socialisti e i moderati di Azione. Sulla carta questa coalizione parte dal 48,3 per cento ottenuto da Bonaccini alle regionali. Il candidato sindaco, anzi la candidata, è Franca Foronchi, una insegnante che è stata per dieci anni sindaco di Gradara (rinnovandola e rilanciandola sul piano turistico) ed anche assessore all’ambiente di Pesaro. I suoi punti di forza sono questa esperienza amministrativa di lungo corso e una empatica capacità di ascolto e di rapporto con i cittadini. Riuscirà nell’impresa di vincere al primo turno?
Mariano Gennari si gioca la partita del secondo mandato sostenuto ovviamente dai 5 Stelle e pare anche da una o due liste civiche promosse da piccoli operatori economici. La navigazione di Gennari in questi anni non è stata tranquilla. Dopo appena un anno ha abbandonato la giunta l’assessore Amedeo Olivieri, seguito poi dall’assessore Patrizia Pesci ed infine dal vice sindaco Valeria Antonioli. Proprio di questi giorni è invece l’abbandono di un consigliere comunale, Franco Bruno Vanni, perché non condivide la vendita della scuola elementare Repubblica (un atto che in effetti sta facendo molto discutere) e perché la giunta ha deciso di “procedere per vie legali, a spese dei cittadini, contro chi ha espresso critiche sui social network”.
Gennari aveva esordito con un ambizioso masterplan affidato all’architetto ecologista Leon Krier, progetto poi lasciato cadere, ed ora i suoi consiglieri rivendicano come obiettivo raggiunto dell’amministrazione l’asfaltatura delle strade.
Il voto di ottobre dirà quale consenso il sindaco è riuscito a coagulare intorno alla propria azione amministrativa. Dal punto di vista politico i 5 Stelle non hanno più il vento in poppa come nel 2016. Allora al primo turno delle comunali presero il 26 per cento, nel 2019 alle regionali si sono fermati al 7,8. Non solo a Cattolica, le amministrative di ottobre saranno un test per verificare quale effettivo consenso avranno i grillini guidati da Giuseppe Conte.