“La gente mi ha votato e io ho lasciato un lavoro da quasi 10mila euro al mese per dedicarmi a questo impegno”. Così il 28 dicembre il sindaco di Cattolica Mariano Gennari dichiarava solennemente al Carlino. Probabilmente la mania dell’iperbole, alla quale gli esponenti del Movimento 5 Stelle sono abituati (di solito per stigmatizzare le cattive azioni altrui), ha portato il sindaco Gennari a gonfiarsi il petto sullo stipendio che percepiva da cittadino. Infatti la dichiarazione dei redditi del 2015, leggibile sul sito del Comune, parla di soli 32 mila euro lordi all’anno. Di vero nella dichiarazione di Gennari c’è che si dedica al compito di sindaco con molto impegno, tanto che in una settimana, dopo ripetuti inviti, non ha trovato una mezz’ora per rispondere alle nostre domande. Ci scusiamo quindi con i lettori se siamo costretti a fare un primo bilancio della nuova amministrazione a 5 Stelle senza il parere del sindaco. E che gli occhi siano puntati su ciò che accade a Cattolica è normale: dopo la sconfessione di Pizzarotti a Parma, è l’unica amministrazione pentastellata rimasta in Emilia Romagna. Sei mesi sono pochi per trarre un giudizio definitivo, ma per capire lo stile e il metodo possono essere già indicativi.
Per prima cosa cerchiamo la prima bozza del bilancio preventivo 2017, documento fondamentale per capire gli orientamenti della nuova giunta, ma sul sito non c’è o magari non siamo riusciti a trovarlo, essendo una vera giungla online. Era noto come il Comune di Cattolica avesse il sito Internet più difficilmente navigabile fra quelli dei Comuni della Provincia. Ma dai teorici dello “streaming” ci si poteva aspettare che, arrivati a Palazzo Mancini, il primo segnale di cambiamento fosse proprio sul fronte della trasparenza. Tutto come prima, invece. Con il paradosso che, cliccando su link nella sezione “Amministrazione trasparente”, si aprono a volte documenti pieni solo di geroglifici.
Sul lato della comunicazione, in questi mesi invece c’è stato tempo per stampare una carta intestata, con la dicitura Comune a 5 stelle, poi immediatamente fatta scomparire con la giustificazione che si era trattato di un errore.
Senza seguito anche il concorso pubblico per la scelta del portavoce. Aveva fatto clamore la notizia che il sindaco chiedesse ai candidati se avessero una tessera di partito in tasca. Il sindaco ha ritenuto di non assumere nessuno degli oltre venti candidati che avevano fatto domanda con la motivazione che non conoscevano il tessuto socio-economico locale. Legittimo ma, come si legge nel bando, questa conoscenza non era richiesta.
Il pasticcio del concorso per il portavoce mette in luce un altro aspetto. Il portavoce poteva essere liberamente scelto dal sindaco con chiamata diretta di persona di sua fiducia. È stato fatto il concorso – così ha detto il sindaco – su suggerimento degli uffici. Ora che un movimento che afferma di volere il cambiamento si arresti di fronte al parere del primo burocrate è davvero sorprendente.
Della difficoltà del rapporto politica-burocrazia sembra testimoniare anche il caso del RUE (Il Regolamento edilizio). In questi mesi il consiglio comunale ne ha dovuto affrontare l’approvazione definitiva, arrivato molto depotenziato dopo le osservazioni della Provincia che aveva eliminato tutti i “premi” previsti. I pentastellati hanno tutto approvato senza entrare in discussione su nulla.
A ben vedere nessuna enorme discontinuità con il passato è stata messa in atto nei primi mesi di giunta Gennari. Un’eredità della giunta precedente era il conflitto con i revisori dei conti. Il consiglio comunale a maggioranza grillina ha approvato 110 mila euro di debiti fuori bilancio (votazione per appello nominale su richiesta del Pd), nonostante il parere negativo dei revisori dei conti. Della continuità con il passato fa parte anche il mantenimento nei ruoli apicali di dirigenti che avevano avuto un ruolo preponderante nel recente passato. “La cosa che mi ha più deluso – afferma Sergio Gambini, avversario di Gennari alle elezioni del giugno scorso - è la mancanza di senso delle istituzioni e di una rottura netta con il passato. Non sono cose che i cittadini vedono direttamente ma pesano sulla trasparenza e sul corretto funzionamento dell'amministrazione. Dal M5S era lecito aspettarsi decisamente di più. Gli episodi purtroppo sono ormai numerosi e ne ha riferito anche la stampa. Sembra di essere tornati in un clima da prima repubblica con l'occupazione delle istituzioni da parte del partito di governo. C'è infine un fastidio incomprensibile nei confronti dell'opposizione. Non si perde occasione per ostacolare l'azione di controllo che spetta a chi rappresenta tanta parte dell'elettorato. La democrazia plebiscitaria produce mostri e il governo dei Cinque Stelle a Cattolica sembra più vicino alla Raggi che all'Appendino”.
Accade così, si lamentano le opposizioni, che quando chiedono di guardare 'dentro' le delibere, i consiglieri di maggioranza replichino dicendo che ora al governo ci sono “i cittadini” e quindi tutto è trasparente per definizione.
Con le parole gli amministratori a 5 Stelle giocano con disinvoltura. Il 6 ottobre scorso, in una trasmissione di Radio Icaro, il sindaco Gennari annunciava trionfante l’incarico all’architetto Leon Krier per il masterplan. Non lo presentava come il risultato di una procedura ad evidenza pubblica ma come una scelta qualificante della sua giunta che per risolvere i problemi di Cattolica aveva chiesto il consulto di un luminare. L’assessore all’urbanistica, il riminese Fausto Battistel, settimane più avanti dichiarava che la scelta dell’architetto lussemburghese era avvenuta con procedura ad evidenza pubblica. Per vederci più chiaro i consiglieri del Pd hanno presentato un’interpellanza nella quale chiedono anche chiarimenti sulla partecipazione all’operazione masterplan di un altro consulente, l’architetto Piercarlo Bontempi, che risulta abbia avuto frequenti rapporti di lavoro con l’assessore Battistel. I quotidiani hanno inutilmente cercato una risposta chiarificatrice dell’assessore su tale clamoroso caso di conflitto di interesse.
L’amministrazione a 5 stelle di Cattolica ha raccolto consensi intorno all’operazione Natale. Le categorie sono state coinvolte ed hanno scucito anche sostanziosi contributi, il programma di iniziative ha riscosso il plauso generale e anche qualche polemica con Riccione. Anche se non sembra che questo successo rappresenti l’anticipo di una visione generale di sviluppo della città. Che sia solo inesperienza o rigidità ideologica proveremo a capirlo in futuro, contando magari anche sulla Gennari’s Version.