La città che cambia ha bisogno di mecenati. Il sindaco Andrea Gnassi ritiene che nella trasformazione di Rimini i privati debbano entrare da protagonisti. Il Comune ha già svolto la sua parte assumendo il ruolo che le teorie keneysiane assegnano all’ente pubblico in tempi di crisi: effettuare grossi investimenti per rilanciare la città. Il Comune si è mosso in ogni direzione per intercettare risorse nazionali ed europee. Nel patrimonio storico, artistico, monumentale della città saranno investiti complessivamente 50 milioni “perché la cultura dà il pane”. E i privati cosa fanno? Possibile che solo l’Sgr abbia sfruttato l’art bonus per fare qualche intervento di abbellimento della città?
Il sindaco Gnassi, raccontando alla stampa cosa succederà nel 2017, cambia registro, apre la fase due della sua amministrazione. Non è più il tempo delle vision suggestive o delle slide ammiccanti, va in archivio - nella narrazione – la storia del Teatro Galli che dialoga con CastelSismondo. È arrivato il momento di pensare a cosa succederà dopo, a chi e come gestirà la Rimini che adesso è un grande cantiere. Inorridisce al pensiero di un prossimo Museo Fellini gestito come il Museo della Città dove fino a qualche tempo fa l’orario di apertura stava scritto su un foglio volante attaccato con il nastro adesivo (e che lui è andato a strappare). No, basta con i provincialismi, la nuova Rimini deve avere un respiro europeo, internazionale, le istituzioni culturali vanno gestite guardando a cosa si fa in altre città che già hanno battuto strade innovative.
È indubbiamente un bel tema, interessante, capace di sviluppi inediti, quello che ha posto il sindaco. Una bella sfida anche per la frantumata opposizione che siede in consiglio comunale e che spesso si attarda su polemiche spicciole come se si andasse a votare domani. Per Gnassi il primo test di questo coinvolgimento dei privati sarà il Parco del Mare che da febbraio vedrà gli uffici pubblici cominciare a relazionarsi con quanti hanno presentato le manifestazioni di interesse. “Non c’è più un solo attore in campo, è arrivato il momento di andare a vedere le carte”, sottolinea Gnassi. Ma c’è tutta una città che ha bisogno di privati che vogliano lasciare un segno eterno della loro lungimiranza culturale e imprenditoriale. Il sindaco cita il caso di Milano dove il 60 per cento delle attività culturali è finanziato dai privati. Ricorda che se lo slogan fosse “adotta un monumento”, a Rimini in questo momento avremmo tanti orfani. Sottolinea con forza che sono cadute le barriere ideologiche secondo cui o “privato è meglio” o “pubblico è meglio”. No, ciò che è meglio lo si valuta sulla base dei progetti, privati e pubblici che siano. E già che è in argomento, applica il principio alla controversa questione delle sezioni di nido e scuola materna. “Oggi che ci accingiamo a regalare Fellini, - conclude - bisogna ragionare in modo diverso e puntare in alto”.
I vari cantieri sono partiti e tutti hanno le loro linee di finanziamento, il coinvolgimento dei privati – ha chiesto buongiorno Rimini.it – è pensato soprattutto per la prossima fase della gestione? “Per le infrastrutture – ha risposto il sindaco - le risorse non sono mai sufficienti. Un’opera la si può fare in un modo o nell’altro. Certamente c’è il tema della gestione. Non è pensabile che il Museo Fellini sia condotto con le vecchie e burocratiche logiche dell’amministrazione pubblica. Di positivo c’è già la ripresa di rapporti con gli eredi Fellini e con Francesca Fabbri. C’è un mondo da scoprire. Ci stiamo muovendo, per esempio, per sbloccare le colonie, cercando privati interessati a rilevarle”.
Gnassi ha anche riassunto le risorse in arrivo per Rimini. La città è stata ammessa ai finanziamenti previsti per il bando delle periferie. Nel biennio 2017-2019 dovrebbero arrivare 18 milioni di euro. Sono già noti i 9 milioni per il Museo Fellini. Sono invece una novità i 30 milioni di euro, provenienti dai Fondi strutturali europei, che il presidente della Regione Stefano Bonaccini verrà presto a portare a Rimini. Serviranno per vari progetti di fluidificazione del traffico sulla Statale 16. A fine mese inoltre dovrebbe essere siglato con Sistemi Urbani (ferrovie) un protocollo di intesa che assegni all’area della stazione importanti funzioni strategiche per mobilità, parcheggi e altri servizi.
L’ultima nota del sindaco Andrea Gnassi è politica. “Avevamo visto giusto”. Il riferimento è l’alleanza fra Pd e liste civiche che sta reggendo oggi alla prova dei fatti. “Siamo compatti su bilancio, sanità, scuola, lavori pubblici, mentre l’opposizione si presenta frantumata. Alla fine, quando c’è un progetto, quello vince sempre”.