Ma il Parco del Mare che fine ha fatto? La domanda, specialmente quando è posta da esponenti dell’opposizione o dagli scettici, allude alla possibilità che si sia trattato di una bella trovata elettorale, senza possibilità di realizzazione concreta. Un “Pacco del Mare”, appunto. Ma sembra stia arrivando il momento in cui finalmente si scoprono le carte ed entro il mese di gennaio una seduta del consiglio comunale dovrebbe essere dedicata alla presentazione del lavoro di screening compiuto alla commissione tecnica nominata dalla giunta nel febbraio scorso.
La commissione doveva esaminare le 155 manifestazioni di interesse presentate da 365 imprese (albergatori, bagnini, ristoratori, soggetti esterni all’area) per 6.893 metri di lungomare. Doveva valutare se le idee e le proposte espresse dai privati sono in sintonia con l’idea di fondo del Parco e con i criteri indicati dall’amministrazione. Ciò che si intende per Parco del Mare (un progetto nato nell’alveo del Piano strategico) non è semplicemente un ammodernamento dell’arredo urbano ad opera del Comune, quanto un disegno nuovo del waterfront che individua anche nuove funzioni (l’idea del Sea Wellness) e una nuova integrazione fra la spiaggia e lo spazio che la separa dagli hotel. L’ente pubblico quindi non è l’unico attore, il progetto chiede necessariamente la partecipazione dei privati. “La maggior parte delle proposte – afferma Roberta Frisoni, assessore all’urbanistica – mostra di aver ben capito lo spirito del progetto volto alla rigenerazione urbanistica del nostro lungomare. Rientrano nell’ottica di interventi che danno la priorità alla qualità ambientale e all’innovazione piuttosto che alla solita espansione del cemento”.
Alla commissione tecnica hanno partecipato i dirigenti di numerosi settori dell’amministrazione, proprio perché sul Parco si intrecciano necessariamente le competenze e le responsabilità di turismo, demanio, urbanistica, lavori pubblici, patrimonio. Nel corso di dieci mesi la commissione si è riunita trenta volte, ma queste sono solo le riunioni verbalizzate, altrettante ne sono state fatte per istruire e preparare. Un’ampia disamina che a breve sarà finalmente resa pubblica e tutti potranno valutare cosa bolle in pentola e se la buona idea avrà cervello e gambe per poter camminare verso la meta.
Il lungomare a sud del porto canale è stato suddiviso in nove tratti: piazzale Fellini-piazzale Kennedy, piazzale Kennedy- piazza Marvelli, piazza Marvelli-via Pascoli, via Pascoli- ex Galoppatoio, ex Galoppatoio-piazzale Gondar, lungomare Murri (in stand by in attesa che si definisca il destino dell’ex colonia), lungomare Spadazzi di Miramare, lungomare Spadazzi-colonia Bolognese. Certamente i primi due tratti ad essere realizzati saranno quelli fra piazzale Fellini e piazzale Kennedy e il lungomare Spadazzi. Questo perché su questi due tratti esiste già un finanziamento europeo e regionale di 4 milioni e mezzo di euro per realizzare la parte di competenza pubblica, cioè verde e arredo urbano. Il finanziamento richiede che i lavori siano conclusi entro il 2018, con al massimo un anno di proroga.
E qui comincia la sfida contro il tempo. Se si vogliono vedere realizzati i due tratti di Parco del Mare (e non semplicemente l’intervento pubblico), è necessario che in parallelo vada avanti anche la progettazione privata e la relativa esecuzione dei lavori. Al momento siamo ancora fermi alle manifestazioni di interesse. Se dopo la seduta del consiglio comunale, Comune e privati cominceranno a mettersi intorno a un tavolo, le decisioni che saranno prese avranno un iter lungo e complesso. Ogni intervento dovrà infatti essere oggetto di un accordo di programma, probabilmente anche di qualche variante urbanistica, tutti atti che richiedono tempo e che devono passare attraverso l’approvazione del consiglio comunale. C’è anche un’incognita che potrà essere risolta solo non appena gli uffici comunali chiameranno gli imprenditori che più di un anno fa hanno presentato le manifestazioni di interesse: sono ancora in partita o hanno cambiato idea? C’è la reale disponibilità a investire? “Il nostro lungomare è fermo agli anni Trenta – osserva l’assessore Frisoni – In un contesto di concorrenza turistica internazionale come l’attuale come si può pensare a rimanere fermi? Oggi abbiamo opportunità prima impensabile, l’alta velocità ha accorciato le distanze da Milano e dalle altre città del nord. C’è una forte domanda di luoghi dove si possa vivere bene. Penso che gli imprenditori capiscano che è in gioco anche il loro futuro”.
L’amministrazione intanto mette in campo tutte le sue prerogative. In questi giorni uscirà un bando internazionale per l’individuazione di un architetto paesaggista di chiara fama a cui affidare la progettazione complessiva dell’intervento pubblico.
Uno dei nodi del Parco del Mare è certamente quello della viabilità alternativa (visto che in prospettiva il lungomare sarà tutto pedonalizzato) e dei parcheggi. Spiega l’assessore Frisoni: “Con l’attivazione del Trc e la soppressione dell’attuale tracciato della Linea 11, i viali delle Regine saranno a doppio senso di circolazione. Il collegamento fra Rimini e Riccione sarà garantito dal Trc, mentre per l’area di Marina Centro si dovranno pensare a nuove linee di servizio. Per i parcheggi le soluzioni sono molteplici e concorrono a formare un mosaico unitario. In alcuni tratti potrebbe esserci la compartecipazione fra pubblico e privato per parcheggi interrati. In altri ci sarà un ridisegno degli stalli a terra. La novità saranno i fast park realizzati a monte della ferrovia a ridosso delle fermate del Trc”.