Elezioni, Morolli: Ripartire da circoscrizioni ed esperienza, quello che il Pd a Rimini non ha capito
Per ripartire al Pd, con in testa le amministrative dell’anno prossimo e davanti i numeri delle politiche di lunedì, non basta dire che bisogna ritornare tra la gente. “La gente ha bisogni diversi. I grillini sono stati votati soprattutto da giovani tra 35-45 anni e anziani in un momento in cui qui a Rimini il rapporto del partito col territorio non c’è più. Probabilmente paghiamo lo scotto della soppressione delle circoscrizioni. E’ per questo che secondo me a livello amministrativo occorre ritornare subito sul dossier quartieri”, spiega il consigliere comunale del Pd Mattia Morolli, con in testa la bozza Biagini-Barboni votata dal consiglio comunale nel 2010, ripresa dal presidente della prima commissione consiliare Nicola Marcello (Pdl).
Sul fronte partecipazione, a Morolli piace anche il grillino ‘question time del cittadino’. “Lo trovo giusto. Ma noto anche una cosa. Nonostante la mancanza delle circoscrizioni, la gente alla politica non rinuncia e oggi ce n’è più in una pagina di Facebook che nella direzione di un partito”. E’ chiara l’allusione ai gruppi riminesi che sul social chiedono (con enorme seguito) più sicurezza, stop agli scarichi in mare, cercando di delineare la città che vorrebbero, e così via. “La febbre è alta – dice il consigliere comunale – adesso cerchiamo di azzeccare il termometro”.
Rispetto ai numeri delle politiche, “non puoi lasciare la segreteria di Rimini sguarnita per un anno”, dice il consigliere (le orecchie al segretario comunale Federico Berlini probabilmente fischiano da lunedì sera, e non solo a causa di Morolli). “Giovanilismo non è sinonimo di rinnovamento. E’ indubbio che ci voglia la ridiscussione di alcuni ruoli in segreteria. Parlare di rinnovamento tout cour non aiuta: abbiamo perso in alcuni comuni dove i segretari del Pd hanno meno di 30 anni. C’è una forte difficoltà a leggere il territorio e i suoi bisogni. Spesso una persona più adulta ha una mente più giovane rispetto a uno che giovane lo è anagraficamente”, aggiunge. “C’è anche da dire che la gente è stufa - spiega - di vederti coi banchetti in piazza solo il sabato prima delle elezioni per poi sparire di nuovo. I grillini non fanno così. Loro il banchetto in piazza lo tengono tutti i sabati, anche quando non ci sono le elezioni”.
Detto questo, però, Morolli vuole pensare positivo. “Nonostante i numeri delle politiche non posso fare a meno di pensare al 2008. Anche da quelle consultazioni il Pd venne fuori distrutto. Eppure le amministrative dell’anno dopo andarono bene. Voglio dire che questo è il momento di essere lucidi. Dobbiamo iniziare a confrontarci con una nuova tipologia sociale. Il Pd perde molto nei nuovi insediamenti urbani. Il problema di come relazionarsi con quei quartieri c’è, ma io la testa non me la fascio. Basta un cerotto. E poi penso anche che il Pdl dalle elezioni sia uscito ancora più malconcio e che il Pd sia l’unico partito con una classe dirigente in grado di capire questa provincia”. Morolli parla anche di lavoro, “il grande assente nel lessico del Pd. Ma non tanto nel senso delle ‘difesa’ del lavoro quanto nella capacità di capire e interpretare dove vanno oggi lavoro ed economia”.