Fogne, Giordano (Bmim) sposta la vasca di Benedettini sotto il trc
“Sarebbe proprio un bellissimo uovo di Colombo. Mi piacerebbe, se non prevedesse anche l’uso di condutture sottomarine”. Così Sergio Giordano di Basta merda in mare sull’idea dell’architetto Marco Benedettini per la salvaguardia del mare di Rimini.
“Nel 2006 il progetto del Comune prevedeva ben 11 condutture in mare, poi un po’ con il piano strategico e l’idea del sea wellness, un po’ noi come associazione ci siamo mossi e siamo riusciti a far frenare sulla cosa sia Hera sia l’amministrazione”. Le condutture delle fogne a largo non convincono Giordano, non lo hanno mai convinto. “Il mare non deve essere inquinato dalle fogne nell’arco di 365 giorni l’anno e in nessun modo”, chiarisce. “Darei tutta la fiducia immaginabile a Benedettini se dicesse che questo progetto comporta un’eliminazione completa delle condotte: per il nostro mare non vanno bene. I fondali sono troppo bassi. Sarebbe come buttare la polvere sotto il tappeto”.
Fa un esempio. “A Cattolica (bandiera blu) hanno fatto la condotta sottomarina. Sbuca a 400 metri dalla riva. Quando è tutto ok la balneazione è consentita nei primi 300 metri da riva. Ma nel caso di sversamento lo spazio della balneabilità è ridotto a 100 metri perché diventano automaticamente vietate tutte le acque che si trovano a un raggio di 300 metri dalla bocca della conduttura. Ora, anche pensando al fatto che le correnti tendono a mandare gli sversamenti comunque verso riva, mi domando se la sicurezza della balneazione di quei bagnati sia tutelata”.
A Rimini le condutture non sarebbero di per sé fondamentali per il fuzionamento della vasca di 7 chilometri proposta da Benedettini, e comunque andrebbero a sbucare a 800 metri. “E’ una distanza troppo grande – dice al proposito Giordano – e non permette di controllare periodicità e durata degli sversamenti (e probabilmente nemmeno la loro ‘consistenza’, ndr). Lì sotto – fa notare – ci sono anche gli allevamenti di cozze e vongole, che potrebbero risultarne inquinati”.
E allora quali le soluzioni? “Iniziare al più presto con i lavori cantierabili. Se mancano i soldi bisognerà andarli a cercare senza perdere altro tempo”. L’unica vera soluzione sarebbe quella di separare acque bianche da nere, ma in prospettiva, al di là dei soldi, si parla anche di 200 milioni, i tempi sarebbero lunghissimi, non meno di 20 anni. “Ci vogliono 20 anni?”, dice Giordano. “Se penso che sono trascorsi 20 anni dalla sentenza del giudice Talia a seguito dell’esposto mio e di Cingolani mi viene da dire che forse si è perso tempo”. Piccola parentesi: “Il giudice applicò la sanzione amministrativa al sindaco Chicchi e rinviò le indagini alla procura della Repubblica chiedendo si verificasse l’attentato alla salute pubblica per bambini, anziani e immunodepressi da parte delle fogne. Dopo venti anni la magistratura si è risvegliata. Le faccio anche un altro esempio. Esisteva nel 1937 un progetto dove le fogne venivano sdoppiate e con un depuratore a San Giuliano. Tutto questo per farle capire che il problema è sentito da diversi decenni ma che è sempre stato preso sotto gamba. Adesso è tempo di cambiare registro”.
Alla fine, però, l’idea di Benedettini continua a risuonare in Giordano, tanto da indurlo a proporre la trasformazione degli scavi del trc in vasche di laminazione. “In pratica la lunghezza è quella: non proprio a partire dal porto canale, ma fino a Riccione arriva. Gli scavi sono fatti, i terreni sono già espropriati: facciamoci passare dentro un bel tubone, ma a sezione tonda e non rettangolare, e creiamo questa vasca dove accumulare i liquami quando piove per non mandarli in mare, ma senza collegarlo mai assolutamente ad alcuna conduttura sottomarina”. Ancora una soluzione: “Quante rotonde sono state fatte? Perché sotto non si sono ricavate vasche per la raccolta delle acque piovane?”.
Sul progetto Benedettini torna oggi anche il consigliere comunale Eraldo Giudici (Pdl) che rimane per certi versi perplesso dall’idea che “non interviene direttamente sulle gravi problematiche della rete fognaria di Rimini sud, che non sono tanto riconducibili alla diatriba fogne separate/fogne miste, come ha riconosciuto nell’occasione lo stesso architetto Benedettini, quanto piuttosto a scelte progettuali che hanno portato alla realizzazione di tratti fognari incongrui fra loro, che alla fine hanno pregiudicato la funzionalità dello stesso sistema fognario-depurativo riminese”. E si lascia andare a una serie di proposte alternative.