Family card, Nanni: A Rimini la usiamo, e vorremmo usarla meglio
Poco più di 70 è il numero dei negozi nel riminese che hanno aderito alla family card, iniziativa della Provincia a sostegno dei nuclei familiari numerosi, un papà e una mamma che hanno almeno tre figli. A Rimini sono oltre 4mila. La card dà diritto a sconti nei negozi aderenti. Il progetto è partito nel 2012 e andrà avanti anche per il 2013. Lo scorso anno sono state 776 le tessere consegnate ad altrettante famiglie, la maggior parte, 354, nel Comune di Rimini, seguito da Santarcangelo con 51 card distribuite e da Riccione con 46. L’unico Comune in cui nessuno ha richiesto la tessera è stato Casteldelci.
“La family card è certo una buona iniziativa per le famiglie con figli. E’ a loro che si rivolge ed è a loro che dà la possibilità di una serie di sconti sia nella grande distribuzione sia in altri negozi”, spiega Paolo Nanni coordinatore provinciale dell’Associazione famiglie numerose. “Qui a Rimini il progetto è al secondo anno, parte un po’ a rilento, e quindi per ora abbiamo un’adesione bassa da parte dei punti vendita (anche se quest’anno sono aumentati rispetto al 2012). E’ un progetto cui abbiamo contribuito portando la nostra esperienza. E lanciando degli input di miglioramento. Perché sicuramente si tratta di uno strumento che può essere tarato meglio rispetto alle caratteristiche tipiche delle famiglie numerose”, precisa Nanni.
Il primo nodo non ancora sciolto è quello non tanto dei margini di sconto offerti dai commercianti quanto delle modalità. “La grande distribuzione ci dà uno sconto del 10 per cento ma vincolato. Abbiamo diritto a 5 euro di sconto per una spesa da 50 euro, ma se spendiamo di più il massimo dello sconto (5 euro) non si alza seguendo la percentuale. Viceversa se spendiamo 40 euro abbiamo 4 euro di sconto”. Altro vincolo è quello mensile: non oltre 25 euro per una spesa da 250 euro che deve però essere effettuata in cinque differenti tornate tra gli scaffali e non può assolutamente essere giocata tutta in una volta. Per avere 25 euro di sconto al mese, cioè, sono indispensabili cinque scontrini diversi da almeno 50 euro. E non è facile per una famiglia numerosa gestire le sue spese in modo da poter tornare cinque volte nello stesso mese nello stesso negozio a spendere 50 euro per volta. E’ una questione organizzativa.
“Chi ha da tre figli in su, io ne ho sei, non può permettersi di andare così spesso a fare la spesa perché rispetto agli altri ha una gestione della famiglia un po’ più complicata. Hai da andare a prendere e riprendere i vari figli da scuola e dalle varie attività che frequentano, per esempio. Hai da fare mille cose in più che non ti permettono di metterci dentro anche cinque gite al supermercato. Sarebbe più comodo riuscire a concentrare la spesa due volte al mese. Chi ha molti figli ha bisogno di ottimizzare i tempi. Mentre ai negozi, attraverso questo sistema interessa di più fidelizzare i clienti”.
Altro tiro che le famiglie numerose stanno cercando di correggere è quello del limite isee. “E’ fermo a 15mila euro ed è un po’ bassino perché calcolato di modo che a partire dal terzo figlio l’indice si abbassi. Stiamo cercando di rimodularne il calcolo, ma siamo soprattutto dell’idea di alzare l’isee a 25 mila euro”.
Insomma, la strada futura per la family card è in definitiva quella di “coinvolgere di più le associazione di categoria e rimuovere alcuni paletti noiosi. A quel punto saremmo completamente soddisfatti”, conclude papà Nanni.