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Gambini: flessibilità e idee (non piani pubblici) per investire nel turismo

Venerdì, 22 Marzo 2013

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Gambini: flessibilità e idee (non piani pubblici) per nuovi investimenti nel turismo


Fa notizia l’allarme del prefetto di Rimini sulle infiltrazioni mafiose in riviera, essa fa seguito alla constatazione che molte strutture alberghiere risultano in vendita, se non addirittura in svendita. Il pericolo più grande? Lo sfilacciamento del tessuto imprenditoriale locale e la possibilità di un facile shopping per i poteri criminali. Non sono sul mercato strutture ricettive "marginali", ma esercizi alberghieri qualificati, appartenenti all'ossatura della nostra ricettività. Se crolla quella non ce la caveremo né con le poche eccellenze, né con le tante pensioni Rosina.
Non voglio certo sottovalutare il pericolo rappresentato dall’aggressione della finanza criminale, contra la quale va sviluppata una lotta senza quartiere, forse vale la pena però di prendere contromisure adeguate a contrastare anche su di un altro piano. La verità infatti è che essa può inserirsi soltanto in presenza di un “sottostante”, rappresentato dalla crisi del mercato immobiliare delle strutture ricettive.
E' il clamoroso segnale di un declino che non è iniziato oggi, ma trova origine in anni di inerzia e di ricette sempre uguali a se stesse. Abbiamo ascoltato molti annunci di nuove cartoline, spesso però mai realizzate. Soprattutto ha prevalso il totale disinteresse per il backstage sul quale si regge la riviera, cioè il tessuto di migliaia di imprese che si scontrano con un mare di problemi irrisolti. Dall’urbanistica, al credito, al fisco. Alcuni di essi hanno un profilo nazionale e perciò dal nuovo parlamento è urgente un segnale di svolta.
Serve un regime fiscale che favorisca le riqualificazioni e la rottamazione di strutture e di beni strumentali ormai obsoleti che non corrispondono più al prestigio ed allo stile della tradizione di accoglienza italiana. Favorire dal punto di vista fiscale un nuovo ciclo di investimenti privati nel ricettivo che punti a mobilitare il grande risparmio della nostra piccola impresa è possibile e sarà un compito prioritario e non “provinciale” per le nuove rappresentanze parlamentari riminesi. Investire nel turismo infatti può essere una straordinaria occasione per tutto il paese, un moltiplicatore vero della crescita.
Ci vorranno però norme adeguate, semplificazioni, flessibilità per incoraggiare questi processi anche in sede locale. Temo invece un assetto rigido che pretende di affidare ad una pianificazione pubblica ingessata la determinazione di un percorso che può vivere solo di sfide di mercato. Il lodevole intento del Master Plan di bloccare la cementificazione, ad esempio, non spende nessuna parola utile su questo terreno, nonostante la sua filosofia del recupero e della riqualificazione dell’esistente dovrebbe spingere proprio in questa direzione. Può aiutare per individuare risposte innovative anche la capacità di importare best practices e moduli produttivi da altre località che prima di noi hanno dovuto affrontare problemi simili.
In Spagna ad esempio per fare fronte alla caduta dei valori immobiliari del ricettivo, che affligge anche la nostra riviera, si stanno battendo strade nuove. Se ne comincia a parlare anche in Italia, convegni soprattutto, ma anche qualche intervento a Milano, Venezia, Roma. La formula è quella del Condo-hotel, tipologia gestionale degli immobili ricettivi assai diffusa negli Stati Uniti e nei paesi anglosassoni. Non ha origini speculative, ma si pone l’obiettivo di valutare il fattore immobiliare dell’impresa alberghiera in una chiave nuova, ed è a tutti gli effetti un albergo.
E’ composto da camere, suite e unità abitative, che vengono gestite unitariamente, ma che hanno proprietari differenti. Niente a che fare con la multiproprietà. Non un unico immobile diviso in diverse quote societarie, ma singole frazioni di immobili di proprietari diversi, appartenenti ad un unico complesso e gestiti unitariamente. Serve a smobilizzare i cospicui investimenti realizzati nelle strutture ricettive. E' una formula che attira investimenti diffusi, le singole unità abitative frazionate, dopo essere state vendute, vengono riaffittate alla società che garantisce una gestione alberghiera qualificata e la loro manutenzione. Per l’acquirente il vantaggio consiste nell’uso del bene secondo le proprie necessità, nell’effettuazione di un investimento immobiliare senza problemi di gestione e facilmente commerciabile e nell’ottenimento di una resa dell’investimento, seppur minima.
Il mercato del piccolo investimento immobiliare del nord Europa si è dimostrato molto attento alle proposte di questa formula. E' un mercato ricco, ma non inesauribile, che sarebbe molto interessante non farci sfuggire e fidelizzare alla nostra riviera. Le norme esistenti in Italia e nella nostra regione, sia in campo turistico che urbanistico, non contemplano questa tipologia, ma il mercato della vacanza se ne infischia delle arretratezze italiane e se da noi non ci sono opportunità cercherà altrove.
E' una sfida di modernizzazione che la riviera di Rimini, per attirare questi investimenti, dovrebbe invece cogliere facendosi promotrice dei cambiamenti necessari ed anticipando, con interventi mirati, le altre località turistiche italiane. Sarebbe uno strumento di mercato e forse la maniera migliore, per sbarrare la strada all’ingresso della finanza criminale nel nostro turismo.
Sergio Gambini

Ultima modifica il Venerdì, 22 Marzo 2013 17:56

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