Scuola, la politica contro dei 5Stelle
A Bologna, i gruppi consiliari di Sel e 5Stelle hanno chiesto un referendum per abolire il finanziamento pubblico (pari a un milione) alle scuole paritarie. La consultazione è fissata per il 26 maggio. Intanto, è nato e sta crescendo anche un comitato per il no (con un manifesto sottoscrivibile al link http://www.referendumbologna.it/referendum-comune-bologna-scuole-paritarie-statale-referendum-26-maggio-2013-vota-b-come-bologna.php) con firmatari di spicco e bipartisan tra cui Stefano Zamagni e Giuliano Cazzola.
“So che a Bologna è stato promosso questo referendum e so anche del manifesto del comitato per il no che anch’io nei giorni scorsi ho sottoscritto”, spiega Daniele Celli preside del liceo scientifico riminese Georges Lemaitre, una delle scuole gestite dalla fondazione Karis.
“Quella di questo referendum – spiega Celli – mi sembra una iniziativa antistorica e illogica”. Perché? “Antistorica perché va contro un’esigenza oggi molto evidente: quella di favorire un’assunzione di responsabilità la più ampia e diffusa possibile nel campo dell’educazione. Mettere in discussione l’iniziativa dei soggetti della società civile che promuovono la scuola paritaria significa non rendersi conto che oggi abbiamo l’esigenza sempre più diffusa di incoraggiare e aiutare chi si assume il compito di educare e chi sostiene quanti lo fanno. Oggi c’è molto forte l’esigenza di tirar su uomini”.
I presupposto del referendum, secondo Celli, oltre antistorici sono anche illogici. “L’iniziativa è illogica perché non tiene conto di quella che è una convenienza che la stessa pubblica amministrazione ha di sostenere il pluralismo scolastico. Perché le scuole paritarie hanno un costo nell’attuale contesto legislativo e normativo infinitamente più basso di quello delle statali. Andare nella direzione di chiudere le scuole paritarie porterebbe ad un aggravio insostenibile per le casse dei Comuni e dello Stato. Quindi chi ha promosso il referendum bolognese dimostra mancanza di logica e incapacità a leggere i segni della storia”.