RIMINI, dopo la salvezza quale futuro?
Terminata la stagione 2012/13 con la conquista della salvezza arrivata attraverso i play out, il Rimini dovrà risolvere molti problemi per affrontare al meglio il prossimo campionato di Lega Pro. Sarà una stagione complicata la prossima, quella che porterà il calcio di Prima e Seconda Divisione alla Lega unica della stagione 2014/15, con tre gironi da venti squadre. Un anno senza retrocessioni dalla Prima Divisione mentre in Seconda ci sarà una vera mattanza, con ben nove retrocessioni tra i dilettanti per girone. Per salvare il calcio professionistico, il Rimini dovrà arrivare tra le prime otto mentre dalla nona alla dodicesima posizione si disputeranno i play out per staccare l’ultimo biglietto e salire sulla nuova Lega Pro. Cambieranno anche le regole relative ai contributi federali, che nella stagione appena finita si basavano sull’impiego di almeno tre giocatori nati dal 1992 in su, per far scattare i minutaggi e accedere ai soldi erogati dalla Lega. In questa stagione infatti, al posto dei tre 1993 sarà la media tra i giocatori in campo (gli undici più i giocatori subentrati) a rappresentare lo spartiacque per accedere ai contributi. Nei giorni scorsi in una frizzante riunione in Lega è stata proposta una bozza e l’età media per la Seconda Divisione dovrebbe essere quella dei 24 anni. L’ufficialità arriverà però tardi, verso fine luglio, perché soltanto le formazioni iscritte potranno deliberare il nuovo regolamento. Si dovrà quindi attendere l’ultimo vincolante responso della Covisoc sulle domande d’iscrizione che arriverà il 18 luglio, il giorno dopo si riunirà il Consiglio Federare, quindi sarà convocata l’assemblea delle società. L’attenzione del calcio di Lega Pro è quindi tutta per la domanda d’iscrizione che dovrà essere presentata entro il 1° luglio, allegando circa 40.000 euro più una fideiussione che per la Seconda Divisione ammonta a 400.000 euro. Negli anni passati molte società (più di cinquanta) non sono riuscite ad attraversare questo passaggio, reso quest’anno ancora più stretto da parametri economico finanziari sempre più rigidi, per contrastare i tanti problemi del calcio di terza e quarta serie, scanditi in questi anni da penalizzazioni in classifica a causa delle varie inadempienze. Il Rimini ha pagato regolarmente gli stipendi relativi ai mesi di marzo e aprile entro la data utile del 25 giugno e questo era il primo parametro da rispettare per presentare regolare domanda d’iscrizione, adesso si sta lavorando per passare lo scoglio del primo luglio. Dalla società trapela un certo ottimismo, anche se i problemi economici che hanno accompagnato l’ultima travagliata stagione restano sul tavolo e al momento non s’intravede un serio progetto di risanamento. Il Rimini è una società poco patrimonializzata con molti debiti con banche, personale, fornitori e solo una nuova iniezione di denaro fresco potrebbe ridare ossigeno alle casse di Piazzale del Popolo. Il presidente Biagio Amati durante la stagione ha aperto diversi tavoli di trattativa ma sino a questo momento nessuno è andato a buon fine con situazioni come quella della Jet Set di Roman Lutz o quella con Antonio Esposito, attraversate da una preoccupante scia di superficialità. In questi giorni si formulano diverse ipotesi, tra queste l’incontro di qualche giorno fa con l’avvocato rappresentante di un’azienda estera con interessi anche in Italia: un semplice abboccamento più che una trattativa. Resta poi sempre in piedi l’idea di convogliare su Rimini imprenditori della zona impegnati nel calcio romagnolo. L’ultima è quella che vedrebbe una fusione tra Rimini e Bellaria, con l’ingresso anche di altri soci come Cristiano Protti presidente della Sammaurese. Ne sapremo di più nei prossimi giorni ma l’impressione è che sarà l’ennesima estate calda del calcio biancorosso.
Francesco Pancari