Rimini. Fiducia no, fiducia sì. Miserocchi alle prese con l'imprevedibile Senato
Ha messo piede fuori dal letto con la prospettiva di una giornata drammatica e invece a ora di pranzo è arrivato un raggio di sole da Roma fino a Rimini, da palazzo Madama sede del Senato della Repubblica italiana fino in via Bonsi dove nel capoluogo romagnolo si trova il circolo locale del Pdl. Giornata di passione per il coordinatore provinciale, Fabrizio Miserocchi, alle prese (come tanti) con un dibattito parlamentare ricco di suspence. Dal no alla fiducia al governo, votato di prima mattina dai senatori del Pdl, fino al colpo di scena: la dichiarazione di voto pronunciata dallo stesso presidente del partito, Silvio Berlusconi, che alla fine ha annunciato una "fiducia" "non senza un interno travaglio".
"Fino a questa mattina, prima del voto, la situazione era drammatica - racconta Miserocchi - e in maniera drammatica l'ho vissuta anche personalmente. I miei amici (così Miserocchi considera, tra gli altri, il ministro ex dimissionario Maurizio Lupi, ndr) erano gli scissionisti e io invece non ero per nulla convinto di questa operazione perché una spaccatura del Pdl contro Berlusconi non mi sembra (nemmeno ora) una strada percorribile".
Poi le cose cambiano. Nella sua dichiarazione di voto Silvio Berlusconi pronuncia la parola magica, sconvolgendo tutti, stravolgendo la storia. "Questa cosa mi ha gasato", dice Miserocchi. Secondo lui il presidente "ha preso due schiaffoni", probabilmente si riferisce ai 25 senatori del Pdl che avrebbero comunque votato la fiducia e ai 24 che sarebbero usciti fuori dall'aula al momento del voto, "ha capito e ha fatto un gesto per l'unità del partito. Un grande gesto considerando che era entrato per spaccare tutto ed è uscito tornando totalmente indietro. Il fatto è che lui è un grande mediatore, è un accomodatore. Stravolge il copione, come sempre fa, e alla fine prende la strada giusta dando stabilità al governo e blindandolo". Perché, spiega Miserocchi, "il vero vincitore di questa giornata è Letta. Berlusconi alla fine ha scelto di salvare questa vicenda andando incontro a parte del nostro elettorato".
Cosa succederà, ora è troppo presto per dirlo. "Gli scissionisti hanno vinto una battaglia e non la guerra. Purtroppo resta una spaccatura, ma la cosa importante è che per ora ancora siamo tutti insieme". Miserocchi è contrario alla costituzione di gruppi parlamentari che provocherebbero nuovi equilibri in maggioranza, come il quello lanciato a Montecitorio da Fabrizio Cicchitto, detto 'degli Alfaniani', che ha raccolto tra le sue firme anche quella del riccionese Sergio Pizzolante.
"C'è chi vuole andare avanti con i gruppi parlamentari. Io non sono d'accordo. Una volta vinta questa battaglia, adesso la partita la si gioca dentro il partito. Non fuori. Le occasioni ci sono, le regole per esempio devono essere ancora scritte. La sfida adesso è proprio quella di vincere nel partito, di dettare i contenuti culturali".
I gruppi inoltre disorienterebbero i territori, anche in vista delle prossime elezioni europee. "Cosa celano i gruppi: un partito nuovo? Un gruppo non è un partito, potrebbe semmai esserne un preludio. Chi li dovrebbe seguire? Quale sarebbe il programma? Mi sembra che in questo frangente il fatto di invocare i gruppi sia solamente un voler affondare la lama ancora più contro Berlusconi. Io spero che le istanze dei gruppi rientrino, spero che rinsaviscano".
Miserocchi, invece, ribadisce la necessità di proseguire con una "battaglia intelligente". "Per la prima volta - sottolinea - è stato messo in discussione Berlusconi. E' successo su un tema importante come quello della stabilità. Ma adesso è ora che la battaglia la si faccia da dentro. Anche perché non sarebbe serio dividersi in partiti diversi ogni qualvolta la si pensa in modo diverso".
A livello locale per ora si sta a guardare come andrà a finire. "Per me ad oggi non ci sono altri partiti oltre al Pdl o Forza Italia. Se verrà fuori qualcosa di interessante valuteremo, staremo vedere".