Al Festival francescano, incontri tra le bancarelle di Siloe
Si chiamano Stefano e Flavio e arrivano dal monastero di Siloe in Toscana, a metà tra Siena e Grosseto, sono per la prima volta a Rimini e fino a domani si potrà incontrarli alla vecchia pescheria in occasione del Festival francescano.
"Siamo stati invitati - spiega Stefano - come produttori di prodotti coltivati dai monaci. Portiamo la nostra esperienza, quella di una comunità che concretamente si prende cura di un territorio difficile, perché è collinoso, proprio con uno spirito che non si esaurisce nella necessità di ricavare un reddito da un terreno, ma soprattutto vuole esprimere un rapporto specifico con l'ambiente che deriva da una concezione spirituale".
La comunità da cui Stefano e Flavio arrivano (sono in nove: sete monaci e due novizi) osserva la regola di san Benedetto, "alterniamo la preghiera con il lavoro e la preghiera di comunità con la preghiera personale. Oltre a sbrigare le faccende domestiche e accogliere le persone che arrivano per la redenzione spirituale o semplicemente per trascorrere qualche giorno con noi, il nostro lavoro consiste nel prenderci cura dei campi. Noi coltiviamo direttamente tutti i terreni che sono attorno al monastero e in particolare olivo, vite, zafferano, peperoncino, produciamo anche un po' di miele. Da quest'anno abbiamo piantato il grano con cui faremo della pasta".
Dalla antica vite a ciliegiolo, passata di mano in mano dal suo nonno al suo papà, Flavio, con l'aiuto dei confratelli, è riuscito a tirare fuori un vino doc Maremma Toscana. Da poco hanno concluso l'ultima vendemmia.
"La nostra è una azienda biologica - spiega Stefano - perché in generale cerchiamo di prestare attenzione alle energie rinnovabili e all'ambiente. Diamo molta rilevanza alla giornata della custodia del creato del 1 settembre. Proprio in questa logica avviene la coltivazione del terreni: cerchiamo di essere rispettosi verso quelli che sono i prodotti che il terreno ci può dare in modo naturale".
Il lavoro dei monaci di Siloe, quindi, non ha solo una ragione pratica che consiste nel loro sostentamento e nel finanziamento dei lavori di costruzione del monastero che è recentissimo: la prima pietra è stata posta nel 2002 e la prima comunità ci ha messo piede nel 2005. C'è di più. "A noi piace sempre molto quella affermazione antica dei padri che dicono: se vuoi creare il paradiso fuori di te, lo devi creare prima dentro di te".