Le braccia dell'aeroporto. Una chiacchierata con i dipendenti di Aeradria
Fino a pochi minuti fa il contatore segnava cinquecento, ma ci sarà tempo fino a mercoledì per firmare la petizione dei dipendenti di Aeradria, società di gestione dell'aeroporto di Rimini (su http://www.petizioni24.com/salviamo_laeroporto). Mercoledì è, infatti, il giorno prima dell'attesa udienza in tribunale che, sempre a Rimini, è chiamato a esprimersi sul concordato proposto da Aeradria per salvare se stessa dal fallimento chiesto dalla procura e chi ci lavora dalle inevitabili conseguenze.
I dipendenti della società di gestione del Fellini sono una settantina circa e si occupano di biglietteria, prenotazioni, check in, accettazione passeggeri, controlli di sicurezza, carico bagagli. Organizzano anche il percorso degli aerei e rilasciano le autorizzazioni all'interno dell'aerostazione. Si arriva a circa un centinaio di lavoratori, poi, se si aggiunge chi gestisce il bar, i commessi dei negozi, le cooperative esterne (come quella dei facchini). Tutti sulla stessa barca e in grande attesa per quello che ne sarà di loro.
"La petizione - spiega uno dei portavoce, Marco Pesaresi - nasce dalla lettera scritta dalle associazioni di categoria, le quali hanno fatto notare, aldilà degli aspetti giudiziari, come l'aeroporto sia uno snodo fondamentale per il turismo. Rimini ha fatto di tutto per avere l'altavelocità, la fiera e il palacongressi: perdere l'aeroporto ora sarebbe banale. Si pensi che, per fare un solo esempio, in centro storico i negozi hanno cambiato il giorno di chiusura dal martedì al giovedì perché i russi il mercoledì ripartono. E' innegabile che una buona parte di essi arrivino dall'aeroporto".
C'è anche un altro aspetto in tutta questa vicenda che è stato tralasciato, spiega Pesaresi. "Noi abbiamo deciso come dipendenti di Aeradria di smarcarci da ogni discorso economico o sindacale, per cercare invece di sensibilizzare l'opinione pubblica sul fatto che l'aeroporto è buono per Rimini e dà da mangiare a noi e alle nostre famiglie. Non se ne parla mai dell'aspetto sociale del Fellini e allora abbiamo deciso di farlo".
La petizione, quindi, a detta degli stessi promotori è un pochino "sui generis perché non ha fini legali, non richiede di abrogare o inserire nuove leggi. Noi vorremmo semplicemente consegnare le firme (alcune ne sono arrivate anche da fuori, segno che il tema è sentito oltre i confini stretti della nostra città) al pm Gualdi o al procuratore capo per dimostrare l'importanza dello scalo nell'economia e nel territorio".
I dipendenti hanno anche chiesto di poter far partecipare una loro delegazione all'udienza di giovedì, "ma sarà a porte chiuse e quindi, in realtà, nutriamo poche speranze di riuscirci". Intanto, ribadiscono di "non voler influire in modo violento sulle decisioni, ma far notare a chi dovrà prenderle che ci sono altri argomenti da valutare, aldilà di quelli che sono stati tenuti in considerazione fino ad ora a supporto dell'aeroporto, argomenti complementari che esulano dalla gestione economica".
In pratica, il loro argomento sono essi stessi, le loro famiglie e, anche, un po' tutto quello che all'aeroporto gravita attorno. "Vogliamo portare sul tavolo l'umanità che nell'aeroporto viene messa al servizio dei cittadini e dei passeggeri. Cerchiamo di far vedere l'aspetto umano che prima di ora non è mai stato messo in evidenza e che non coinvolge appena i 70 dipendenti di Aeradria. C'è anche chi si occupa del bar, chi sta ai negozi, le attività di facchinaggio e, uscendo fuori, poco più a nord c'è anche il Gros che con l'aeroporto ci lavora molto. Se cade Aeradria cade in maniera pesante l'intero territorio riminese".