Ravenna 2019, arriva il giorno del giudizio
Domani sarà il primo vero giorno del giudizio per Ravenna 2019. Dopo l’audizione della delegazione ravennate di oggi al ministero dei beni culturali si saprà finalmente se la candidatura a capitale della cultura per il 2019 sarà accettata. E partirà la sfida vera con le altre città in lista. Alla trasferta romana ha partecipato col sindaco Fabrizio Matteucci e l'assessore comunale alla cultura Ouidad Bakkali, anche il coordinatore Ravenna2019 Alberto Cassani, oltre a una decina di altri delegati. A lui abbiamo chiesto come si sia arrivati partendo dalla capitale bizantina a una candidatura che valorizzasse l’intera Romagna.
“Sin dal primo momento abbiamo pensato che la candidatura di Ravenna dovesse essere di tutta la Romagna perché ci sembrava che fosse il modo più naturale per rafforzare la proposta culturale. La Romagna ha comunque elementi di omogeneità, le distanze sono relativamente brevi, nel raggio di 50 chilometri si sviluppa tutto un territorio che possiede alcune caratteristiche di base culturali simili, che è in grado di garantire coesione ma mantenendo aspetti di pluralità. Insomma, abbiamo individuato alcuni caratteri comuni che ci sono sembrati un dato naturale finalizzato al rafforzamento della nostra candidatura”, spiega Cassani.
Ma cos’è che culturalmente e storicamente corrisponde al filo rosso che lega le città romagnole e le rende credibili con Ravenna alla candidatura per il 2019? “Il filo rosso è legato alla storia della Romagna dai tempi dei romani e al perché questa terra si chiama Romagna”.
Nella scelta di Rimini come partner ha contato il patrimonio alberghiero della riviera? “Assolutamente sì. Sotto l’aspetto pratico, il candidarsi a capitale della cultura ha significato compilare un formulario con delle domande che riguardavano anche la ricettività e l’accessibilità. Per questo noi abbiamo considerato il bacino della riviera e le infrastrutture presenti. Se riusciremo a vincere ci sarà un incremento rilevante di flussi turistici non solo per tutto il 2019, ma anche negli anni precedenti e in quelli a seguire. E sulle infrastrutture prevediamo interventi non solo per Ravenna , ma anche nel miglioramento dei collegamenti tra Ravenna e Rimini”.
Come hanno risposto i territori alla vostra richiesta di condividere la candidatura? “Da subito abbiamo trovato l’interesse delle altre amministrazioni e il tutto si è concretizzato in un protocollo istituzionale e in un lavoro sul campo che ha visto nascere i comitati artistici organizzativi locali che, infine, hanno sviluppato dei progetti”. Non essendo Ravenna una metropoli, al pari di Roma o Milano, sia a livello di infrastrutture sia a livello di offerta culturale, c’era bisogno di creare una rete che facesse massa critica? “Sì è una scelta che hanno fatto molte città candidate insieme a Ravenna, ma i primi a pensarci siamo stati noi, grazie anche al sostegno della Regione (visto che in Emilia Romagna siamo candidati solo noi)”.