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Nuovi poveri, visti dall’Osservatorio della Caritas di Rimini

Lunedì, 09 Dicembre 2013

8bNuovi poveri, visti dall’Osservatorio della Caritas di Rimini

 

“Senza una dovuta premessa, confrontando il dato del nostro centro di ascolto con quello delle altre diocesi dell’Emilia Romagna, sembrerebbe che i poveri siano solo a Rimini. Non è proprio così. Il fatto non è che abbiamo più poveri, ma che siamo semplicemente più organizzati e possiamo offrire più servizi (più pasti, più posti letto) in maniera centralizzata. C’è anche da aggiungere che se alle 2.530 richieste di aiuto arrivate al centro di ascolto diocesano sommiamo quelle che arrivano nelle parrocchie arriviamo a circa 7mila persone raggiunte per quanto riguarda Rimini”, spiega Isabella Mancino, responsabile dell’osservatorio della Caritas riminese. Al terzo trimestre 2013 sono state quasi 5mila le persone che hanno chiesto aiuto, 1.022 le persone ospitate per la notte.

 
Dall’osservatorio riminese, con uno sguardo particolare rivolto alla mensa e alle persone cui si offre un pasto caldo, la situazione si legge con lenti dalle sfumature drammatiche. “Anche nel 2013 ci sono delle dinamiche da segnalare. C’è l’aumento degli italiani (dal 26 al 31 per cento) anche in mensa. Allargando lo sguardo alle Caritas parrocchiali, ci si accorge come siano sempre più spesso i residenti a chiedere il pacco viveri e un aiuto per pagare le bollette”. In numeri assoluti, al 1 ottobre 2013 sono stati 1.414 gli stranieri che si sono rivolti alla Madonna della Scala, 638 gli italiani.


A Rimini, inoltre, le famiglie, sia italiane sia straniere con figli minori sono in grosse difficoltà a causa dell’aumento delle rette scolastiche (del 3,5 per cento per quelle comunali). “C’è tutta una dinamica di mamme che non ce la fanno a portare i bimbi all’asilo perché le rette sono troppo alte. Con la conseguenza che le prime non vanno a lavorare (con una perdita economica per il nucleo) e i secondi non vanno a scuola (perdendo anche tutto l’aspetto della socialità che proprio a scuola si sviluppa). C’è anche chi li porta all’asilo, ma alle 11 li va a riprendere per non pagare il buono del pasto”, che ricordiamo da quest’anno a Rimini pagano tutti, anche quanti fino allo scorso anno erano esenti, per una cifra minima di 50 euro.


C’è anche un’altra dinamica che segnalano dalla Caritas riminese. “Le famiglie straniere stanno prendendo altre vie, come il rientro in patria. C’è chi fa ritornare solo mogli con i figli, c’è il caso di un ragazzo che era venuto con la famiglia sei anni fa e adesso lui (che è molto giovane) è rimasto qui da solo, mentre i suoi familiari sono tornati a casa. L’aumento della povertà, la mancanza di lavoro, fa anche questo: disgrega le famiglie in cerca di soluzioni economiche. E aumentano, come si vede bene dal dossier regionale anche le persone senza fissa dimora, così come le richieste per la mensa”.


Di fronte ai nuovi poveri, la Caritas ha dovuto inventarsi nuovi servizi in aggiunta a quelli già offerti. “Da quest’anno grazie al fatto che abbiamo come volontario un farmacista in pensione, ci siamo inventati un sportello che dona farmaci una volta a settimana. Ci siamo messi in moto per donare materiale scolastico. E’ chiaro che anche noi ci troviamo sempre più di fronte alla necessità di persone che ci donino fondi o anche materiali”.


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